Le meraviglie della Creazione, la quasi perfezione degli elementi della Fisica, richiamano ad un Autore supremo. La risposta a molti “perché” e “come” ci è però preclusa... il Signore manterrà un segreto “silenzio” finché lo scienziato non vi si accosterà con animo devoto ed umile.
Comprendere il modo con il quale Dio ha creato l’Universo è molto più difficile di quanto si pensi. Il Signore ha creato l’Universo per Amore perché «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1Gv 4,16), pertanto è più facile comprendere il perché l’Onnipotente ha creato tutte le cose visibili ed invisibili, che comprendere il come ha fatto: anzi possiamo dire che, fino in fondo, compiutamente, non lo comprenderemo mai. Il Principio e la Fine della Creazione, l’Alfa e l’Omega di ogni cosa, è Nostro Signore Gesù Cristo, la Seconda Persona della Santissima Trinità che si è fatto uomo: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui» (Col 1,16). Queste realtà celesti, teologiche, spirituali sono così sublimi, elevate ed eccelse che fanno impallidire le mere considerazioni materiali, immanenti, fenomenologiche che costituiscono l’oggetto centrale di studio della Fisica, dell’Astrofisica, della Cosmologia, della Meccanica quantistica... e più in generale il campo d’indagine della Scienza umana.
Inoltre da quando la scienza ufficiale ha assunto il connotato deteriore di “concorrente”, antagonista, rivale e quasi di nemica della Fede (per colpa di uno sparuto ma alquanto rumoroso e influente gruppuscolo di scienziati e divulgatori atei e neo-illuministi), la Fisica sembra vivere un periodo di sterilità, di infecondità, di inefficacia, di crisi d’identità perfino che sbalordisce anche coloro che guardano le cose dall’esterno e non sono “addetti ai lavori”. Quello che sta accadendo nell’ambiente della Fisica delle particelle e dello studio dell’infinitamente piccolo (e grande) è molto sintomatico ed istruttivo perché descrive bene lo stato d’animo di molti studiosi ed esperti della materia (intesa anche come materia tangibile) che, a questo punto, non sanno bene che via prendere.
Cerchiamo un po’ di descrivere l’ingarbugliata matassa che si è venuta a creare: la Teoria della Supersimmetria è una teoria che dovrebbe estendere e perfezionare quello che si chiama il Modello Standard delle particelle, la più accreditata, testata ed affidabile descrizione del mondo subatomico di cui siamo in possesso. Tutti abbiamo sentito parlare di elettroni, positroni, protoni, neutroni, quark, bosoni e fotoni di luce, ecc., ecc. Ebbene questi sono gli “ingredienti invisibili”, alcuni elementari, altri composti del Modello Standard. Oggi sappiamo che non solo gli atomi sono composti da un nucleo (piccolissimo e carico positivamente) intorno al quale “vortica” una nuvola (quantistica) di elettroni (di carica negativa), ma anche che il nucleo, a sua volta, è formato di protoni, neutroni e questi, a loro volta, sono composti di quark tenuti insieme da un collante fatto di altre particelle dette gluoni... Il tutto funziona abbastanza bene e spiega un mucchio di cose: spiega per esempio perché se si fanno scontrare ad altissima velocità due protoni (o un protone e un anti-protone) in un acceleratore di particelle, si generano proprio quelle “schegge” di materia, mesoni, pioni, ecc., previsti dalla teoria.
Ma grazie al Modello Standard si spiegano anche fenomeni meno “esotici” e più vicini all’esperienza di tutti i giorni, per esempio: chiarisce il perché il sole “brilla” da miliardi di anni e ancora non esaurisce il suo combustibile nucleare; perché la materia normale è fatta di quark up, down, elettroni e neutrini ed è stabile, mentre esiste un’altra materia fatta in modo simile ma molto instabile. Come (ma non perché) le piante realizzano la fotosintesi e sono verdi. Il Modello Standard della materia spiega pienamente il funzionamento dei transistor, dei circuiti integrati, dei computer, dei telefonini, della televisione e di tutti gli apparati elettronici anche i più sofisticati. In poche parole spiega perché l’universo ci appare così come ci appare e non si annichilisce in un immane collasso cosmico.
Però... però ci sono ancora un sacco di punti oscuri e di domande che non trovano risposta. Per esempio: perché le particelle hanno la massa che hanno e non un’altra? In particolare perché il neutrino ha una massa diversa da zero mentre dovrebbe essere nulla? Perché l’universo è fatto di materia e non di antimateria? Che cosa è la materia oscura che sembra pervadere il Cosmo? Perché le forze che si esercitano tra le particelle (elettromagnetica, nucleare forte e debole) sono così e non sono diverse? È bene sapere che se anche una soltanto di queste forze fosse “leggerissimamente” diversa da quello che è, tutto crollerebbe in una frazione di secondo. Chi ha “deciso” con precisione infinita questi valori? Senz’altro è Dio Creatore, ma attraverso quali equazioni lo ha fatto?
Negli anni Settanta il gruppo di ricercatori di Jonathan Segal presso il MIT e di Daniel Laufferty della Tufts University (nonché i fisici teorici sovietici Izrail’ Moiseevi? Gel’fand e Likhtman), svilupparono l’idea di fondo della Supersimmetria: l’Universo sarebbe pieno di particelle chiamate “superpartners” le quali rappresentano una sorta di “gemello-ombra” più pesante di una data particella. È così che esisterebbe il Selettrone superpartner dell’elettrone, lo Sneutrino del neutrino.
Come si vede nello schema ogni superpartner ha uno spin (che è una sorta di moto di rotazione che risulta quantizzato) pari a S - 1/2. Al di là di inessenziali dettagli tecnici quel che conta sapere è che tale teoria è talmente matematicamente elegante, precisa, completa che rappresenterebbe una soluzione meravigliosa ai problemi cui abbiamo accennato più sopra e anche a tanti altri. L’autorevole rivista Le Scienze arriva ad affermare che: «Non è esagerato dire che la teoria della Supersimmetria sia così convincente che la maggior parte dei fisici delle particelle a livello mondiale ritiene che deve per forza essere valida»[1].
Ma allora qual è il problema? Diamoci da fare per trovare le Super-Particelle... E qui arriva la doccia fredda: la “natura” non ha minimamente intenzione di accontentare le aspirazioni dei fisici e non mostra di avere neanche una delle particelle ipotizzate! Per decenni gli scienziati di tutto il Globo si sono affannati a mettere a punto una teoria elegante come la Relatività di Einstein, precisa come la Meccanica quantistica e la Natura che fa? Disillude, delude, smarca tutti quanti e non presenta un bel niente. Speravano di trovare prove della Supersimmetria grazie agli esperimenti del Large Hadron Collider (LHC), la macchina acceleratrice di protoni più gigantesca mai costruita dal genere umano (un investimento di 10 miliardi di euro...), e invece nessuna nuova particella ha fatto “capolino” dal mare di dati macinati dai potentissimi computer del centro elaborazione del CERN. Che delusione! Alcuni scienziati – un po’ infantilmente – sono stizziti ed arrivano ad esclamare: «Se nel corso della prossima serie di esperimenti LHC non osserverà le superpartners previste dalla Supersimmetria, la crisi della fisica sarà inevitabile»[2].
Dopo l’ubriacatura mediatica e lo stordimento entusiastico per la scoperta del Bosone di Higgs (ma sarà proprio lui?) che non è una Superparticella, l’imbarazzante silenzio calato dai laboratori svizzeri getta nel panico un’intera generazione di fisici delle alte energie. Qualcuno paventa una revisione tanto profonda della visione del mondo che rimarrebbe ben poco della tradizione consolidata. Fa quasi sorridere quanto scrivono Joseph Lykken e Maria Spiropulu in un editoriale dal titolo alquanto drammatico e conturbante, La Supersimmetria e la Crisi della Fisica: «Durante un affollato seminario al Kavli Institute for Theoretical Physics dell’Università della California a Santa Barbara, Nima Arkani-Hamed dell’Institute for Advanced Study di Princeton ha affrontato il tema del futuro della supersimmetria. “Che cosa succederà se LHC non troverà traccia della supersimmetria?” si è chiesto Arkani-Hamed prima di rispondersi: elaboreremo nuovi modelli secondo cui le superpartner sono oltre la portata degli esperimenti. Ma questo equivale a cambiare la nostra teoria? Niente di grave. Non sono gli scienziati a dover essere coerenti ma solo le loro teorie...» [3]. Ci si consenta di esprimere – sommessamente – il nostro profondo dissenso dalla posizione assunta da questi studiosi che sbandierano con una sconcertante nonchalance la loro incoerenza... Al contrario lo scienziato deve essere la persona più coerente che esista! Lo dovrebbe essere per “statuto”, per formazione, per rispetto della materia che tratta, per definizione perfino.
Il fatto spiacevole che molti studiosi abdichino al loro ruolo di menti privilegiate, di scopritori puri e nobili delle verità inscritte nelle leggi naturali, per diventare una sorta di “contabili” che se non tornano i conti sono disposti a “manipolare” i bilanci... ci fa rimanere allibiti a bocca aperta. Forse è proprio per questo che la Fisica non riesce a “partorire” una teoria credibile completa della materia: ci si è troppo affidati al paradigma di pensiero di Paul K. Feyerabend che sosteneva una epistemologia “anarcoide” e un metodo di conoscenza fondato sulla provvisorietà del momento[4] che ci priva di ogni aspirazione di sicurezza intellettuale. Sta succedendo che nello spietato tritacarne del “relativismo” generale sta precipitando perfino la scienza. Nell’autentico metodo scientifico si parte dal dato dell’esperimento (la particella nuova osservata) e poi si elabora una teoria consistente, matematicamente corretta, non contraddittoria, quanto più semplice possibile, che spieghi il dato di partenza e riesca a prevedere con ottimo margine di sicurezza i risultati degli esperimenti futuri di controllo. Soprattutto una vera teoria scientifica deve essere “falsificabile” nel senso dato a questo termine dal filosofo ed epistemologo Karl Popper: ovvero deve esistere (almeno) un esperimento effettuabile che sia in grado di confermare o confutare la teoria con chiarezza.
La Teoria della Relatività di Einstein e la Meccanica quantistica hanno superato brillantemente questo test ed appartengono di diritto al patrimonio intellettuale dell’umanità. Se la Supersimmetria non ha superato questo test deve essere semplicemente abbandonata come errata, e basta. Sarebbe bene rimanere fedeli al metodo scientifico per non incorrere in grossolani ed imbarazzanti errori, refusi e smentite che non appartengono allo stile e alla figura del vero scienziato. Il silenzio della Fisica, la desolante mancanza di conferme sperimentali alle congetture avanzate da una scienza proterva e supponente deve essere interpretata come il Silenzio di Dio che «resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia» (Gc 4,6).
L’umanità deve ritrovare lo spirito credente, umile e devoto dei veri studiosi della Creazione, di coloro che cercano Dio con cuore puro e mente aperta non appesantita e ingolfata dai paradigmi perniciosi dell’illuminismo e dell’ateismo razionale. Solo così il Signore aprirà di nuovo il suo scrigno di conoscenze meravigliose come fece con gli autentici pensatori dei secoli passati, dai Re Magi in poi... Sembra strano e forse è paradossale, ma duemila anni fa il cuore degli uomini era più vicino al Cuore di Dio di quanto non lo sia oggi.
Note
[1] Le Scienze, Scientific American, n. 551, luglio 2014, p. 34.
[2] Ivi, p. 38.
[3] Ibidem.
[4] Paul K. Feyerabend, Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza, Feltrinelli, Milano 1984.