Roma, Pietrelcina, Benevento e Foggia: sono le tappe segnate per la “peregrinatio” di San Pio da Pietrelcina, chiamato a San Pietro da Papa Francesco. Vediamo così realizzarsi una profezia del Santo stesso: “A Pietrelcina ci andrò parecchi anni dopo la mia morte”...
Un evento del tutto straordinario: nel centenario dell’arrivo di San Pio a San Giovanni Rotondo, l’urna del Santo lascia per circa due settimane il paese che lo ha accolto ininterrottamente per più di cinquant’anni onde intraprendere una “peregrinatio” che tocca varie tappe: innanzitutto Roma, poi Pietrelcina, Benevento, Foggia.
Padre Pio si è mosso all’invito di Papa Francesco che per il Giubileo della Misericordia ha voluto la presenza in San Pietro di due eccezionali dispensatori della misericordia: i Cappuccini San Pio da Pietrelcina e San Leopoldo Mandic, i quali devono essere di esempio e di ispirazione ai 1.000 missionari che il giorno 10 febbraio, nella celebrazione del Mercoledì delle ceneri, sono stati mandati in tutte le diocesi di Italia per amministrare il perdono di Dio nel Sacramento della Confessione.
Si può immaginare quante grazie i due Santi sono stati chiamati a dispensare nel cuore della Cristianità! Padre Pio assicurava che chiunque sarebbe salito a San Giovanni Rotondo non ne sarebbe disceso a mani vuote, vale a dire, senza aver ricevuto qualche grazia, e le grazie che lui dispensava erano soprattutto quelle spirituali della conversione anche per grandi e spesso pubblici peccatori. Quale sarà stata, dunque, la profusione di grazie in questa sua “missione” presso la sede di Pietro! Voluto a Roma proprio in questo “Giubileo della misericordia”, la sua presenza ha additato a tutti l’unico modo per ottenere la misericordia divina: pentirsi sinceramente, smettere di offendere Dio con il peccato e imboccare decisamente la via della conversione, con un radicale cambiamento di vita.
Nell’attuale confusione e crisi circa il vero valore e identità della Confessione che è sempre meno praticata e che è intesa da molti come un “dialogo” a sfondo psicologico-affettivo, è significativo che Papa Francesco abbia chiamato proprio San Pio ad esprimere con la sua santità e la sua esemplarità il giusto concetto di misericordia divina in relazione alla identità sacramentale della Confessione.
Particolarmente importante e attesa è la tappa a Pietrelcina e a Benevento. Si sa quanto Padre Pio amasse il suo paese natale e i suoi conterranei e si sa anche quanta parte questi luoghi abbiano avuto nella sua vicenda di Frate Cappuccino e di Sacerdote. Pietrelcina ha visto i suoi natali, il 25 maggio 1887, e Pietrelcina lo ha accolto ancora quando nel maggio del 1909 il giovane Fra Pio, gravemente debilitato, torna a casa bisognoso dell’aria nativa. Si pensava ad una sosta alquanto breve e invece vi rimase per ben 7 anni, impossibilitato a rientrare a causa di una misteriosa malattia che lo riduceva in fin di vita appena provava a ritornare in Convento. Pietrelcina fu il luogo preparato dalla Provvidenza per formare il Santo alla straordinaria futura missione che lo attendeva a San Giovanni Rotondo, tanto da poter lui stesso dire riguardo a Pietrelcina: «Tutto è avvenuto lì... lì c’è stato Gesù». E con Pietrelcina, Benevento, perché a Benevento egli divenne Suddiacono il 21 dicembre 1908, Diacono il 18 luglio 1909 e Sacerdote il 10 agosto 1910.
Questo suo ritorno a Pietrelcina, fu profetizzato dallo stesso Padre Pio, come si è raccolto dalla testimonianza diretta di Padre Mariano Paladino, il quale racconta: «Stavo imboccando Padre Pio, perché gli ultimi anni lo imboccavamo per farlo mangiare. Erano i primi giorni di agosto e a Pietrelcina si celebrava solennemente la festa della Madonna della Libera. Conoscendo tutto l’amore del Padre per la Madonna del suo paese, gli dissi scherzando, quasi a rincuorarlo: “Padre Pio, vogliamo andare pure noi a Pietrelcina a festeggiare la Madonna?”. Padre Pio rispose: “Sì, ci andrò, parecchi anni dopo la mia morte”. Ed io: “Che significa? Spiegatemi...”. “No... la spiegazione devi darla tu...”. Allora io cercai di immaginare: “Fra 100 anni, pure voi morirete. Poi, senza nessun vostro merito eeh...!, intorno alla vostra tomba succederanno cose un po’ strane... (i miracoli). Faranno il processo: vi faranno beato, poi santo e poi... porteranno pure il vostro corpo a Pietrelcina!”. Padre Pio a queste mie parole si mise con le mani giunte e annuì due volte con il capo».
La profezia si realizza: esattamente dopo 100 anni dalla sua partenza da Pietrelcina avvenuta il 17 febbraio 1916, il corpo del Santo approda a Piana Romana l’11 febbraio 2016, luogo dove ricevette per la prima volta le stimmate, per poi andare ad onorare la sua “Madonnella” della Libera della quale diceva con commozione: «Mi sono cresciuto ai suoi piedi», e da lui sempre amata appassionatamente durante tutta la sua vita.
Nella Cattedrale di Benevento, nella Cappella dei Canonici, il giovane ventitreenne Fra Pio nel più grande silenzio – erano presenti solo la sua mamma e il suo Parroco – ricevette l’Ordinazione sacerdotale per le mani di Mons. Paolo Schinosi. Chi avrebbe mai detto che quel Sacerdozio, iniziato nel più grande nascondimento, sarebbe divenuto un giorno faro di luce e punto di riferimento per tutto il mondo! Nella sua visita alla Cattedrale della sua Ordinazione sacerdotale San Pio sembra additare a tutti i Sacerdoti l’ineguagliabile elevatezza della missione sacerdotale che chiama ad essere in Cristo “per il mondo, Via Verità Vita”, ponendosi come modello di “Sacerdote santo” intimamente unito alla Vittima del Sacrificio Eucaristico.
Foggia è l’ultima tappa della “peregrinatio” come fu l’ultima tappa di Padre Pio prima di salire a San Giovanni, senza mai più discenderne, e ci ricorda che spesso legate ai Sacerdoti vi sono anime che pregano e si immolano in silenzio, come fu quella di Raffaelina Cerase di Foggia, alla cui immolazione si deve il ritorno di Padre Pio in Convento.
Intanto San Giovanni Rotondo attende trepida il ritorno del Santo perché si colmi presto il vuoto che si è creato con la sua partenza. Al ritorno il primo abbraccio sarà per la sua prestigiosa Opera, per tutti gli operatori e gli ammalati di Casa Sollievo della Sofferenza.