PADRE PIO
La chiave dell’educazione dei figli
dal Numero 43 del 1 novembre 2015
di Suor M. Cecilia Pia Manelli, FI

L’educazione cristiana dei figli oltre ad essere un dovere è “una missione” del Matrimonio. Ma come riuscirci con successo? Padre Pio avvertiva i genitori che l’unico modo per essere buoni educatori è l’essere essi stessi santi Cristiani, fedeli a Dio e fedeli l’un l’altro.

San Pio insegnava ai genitori la fedeltà a Dio e la loro fedeltà reciproca: tale fedeltà era, per il Santo, la chiave dell’educazione dei figli, dal momento che il Signore illumina e guida i coniugi fedeli alle loro promesse matrimoniali. Il magistero di San Pio, sottolineando la grave missione dei genitori nell’educare i figli, precorreva quelle che sarebbero state le esortazioni del futuro Giovanni Paolo II, nella Familiaris consortio, dove si esprime con belle e profonde espressioni: «Il compito dell’educazione affonda le radici nella primordiale vocazione dei coniugi a partecipare all’opera creatrice di Dio: generando nell’amore e per amore una nuova persona, che in sé ha la vocazione alla crescita ed allo sviluppo, i genitori si assumono perciò stesso il compito di aiutarla efficacemente a vivere una vita pienamente umana» (FC 36). E poco più avanti: «Per i genitori cristiani la missione educativa, radicata come si è detto nella loro partecipazione all’opera creatrice di Dio, ha una nuova e specifica sorgente nel sacramento del matrimonio, che li consacra all’educazione propriamente cristiana dei figli, li chiama cioè a partecipare alla stessa autorità e allo stesso amore di Dio Padre e di Cristo Pastore, come pure all’amore materno della Chiesa, e li arricchisce di sapienza, consiglio, fortezza e di ogni altro dono dello Spirito Santo per aiutare i figli nella loro crescita umana e cristiana. Dal sacramento del matrimonio il compito educativo riceve la dignità e la vocazione di essere un vero e proprio “ministero” della Chiesa al servizio della edificazione dei suoi membri» (FC 38).
L’educazione della prole, dunque, non è tanto un obbligo derivante dal Matrimonio, ma una missione, scaturita dalla Volontà divina che così ha stabilito dall’Eternità per le creature. Per questo «i genitori devono con fiducia e coraggio formare i figli ai valori essenziali della vita umana. I figli devono crescere in una giusta libertà di fronte ai beni materiali, adottando uno stile di vita semplice ed austero» (FC 37). La coscienza di una tale missione, oggi, è quasi del tutto assente alle coppie di sposi. Si è così attaccati alla cultura corrente, che tende ad allontanare i figli dalla famiglia, che la formazione dei figli è frutto di una psicologia senza Dio, ben lontana dalla scuola di San Pio.
Già verso gli anni Trenta il Santo del Gargano si lamentava profeticamente: «Avremo una generazione di mamme che non sapranno educare i loro figli». E nei primi anni Sessanta ripeteva: «I nostri figli non avranno lagrime per piangere gli errori dei genitori... Non vorrei trovarmi nei panni dei vostri figli e dei vostri nipoti». Cosa vedeva San Pio? Vedeva forse la situazione della famiglia odierna, con massimo uno o due figli, ma con almeno due/tre macchine, 3/4 cellulari, almeno 2 televisioni, e 2 cani...? Vedeva forse i figli lasciati ai nonni, o, spesso, presso amici, o davanti al televisore (con il rischio di vedere di tutto), perché i genitori, giustamente, devono “godersi” la loro vita? San Pio considerava la televisione «il diavolo in casa». Non griderebbe oggi con voce grossa, verso tutti quei genitori che lasciano ore e ore i figli davanti a questo “diavolo”, in modo che siano occupati in qualcosa e non “diano loro fastidio”? Ma i figli sono forse un impiccio? Cosa si promette il giorno del Matrimonio? Non si promette forse di collaborare con Dio alla generazione e all’educazione della prole? Ma come educare i propri figli se i genitori per primi non si formano alla fedeltà a Dio, alla preghiera, all’amore e al rispetto reciproco?
È bello un episodio avvenuto ad un giovane coniuge padovano, che da pochi giorni era divenuto padre. Egli si era recato a San Giovanni Rotondo già alcune volte. Questa volta, raccomandò col pensiero al Padre santo la sua creatura durante la Santa Messa. La raccomandò nuovamente durante la giornata e mentre il Padre passava tra la folla, ripeteva mentalmente la sua raccomandazione. Finalmente il giorno dopo si confessò e poi disse a San Pio: «Padre, sono papà da pochi giorni. Sono felice, vi raccomando mio figlio, lo affido a voi, Padre». Il Santo rispose: «Figlio mio, è la terza volta che me lo dici. Preoccupati tu, piuttosto, di vivere da buon cristiano!».
Padre Pio esigeva dai genitori una vita veramente cristiana, per poter adempiere alla delicata e difficile missione di educatori. Ribadiva, perciò, che il peccato personale nei coniugi è il primo nemico della formazione ed educazione dei figli. Ecco, dunque, l’insistenza del Santo sulla recita delle preghiere del mattino e della sera. Ripeteva spesso ai suoi figli spirituali: «Quando si comincia bene una giornata con la preghiera, la si finisce bene». Quanto pregano insieme i coniugi, oggi? Quanti genitori insegnano ai propri figli, sin dalla più tenera età, le nozioni basilari della Fede cattolica e le preghiere più semplici che ogni Cristiano dovrebbe conoscere? Un figlio spirituale del Santo ha raccontato la sua prima Confessione con San Pio: dopo avergli dato l’assoluzione, il Padre gli chiese: «Preghi, figliolo?». Risposta: «Non molto, Padre». Padre Pio: «Figliolo, chi prega si salva. Chi non prega si danna. Chi prega poco è in pericolo. Per penitenza dirai 90 Pater, Ave, Gloria, tutti i giorni per 3 mesi». Dopo un certo tempo ritornò, si confessò e ricevette per penitenza 45 Pater, Ave, Gloria, tutti i giorni per 45 giorni. Non basta. Confessatosi una terza volta, per penitenza ebbe 15 Pater, Ave, Gloria per 15 giorni. Da quegli incontri sono passati 30 anni e il nostro amico continua ancor oggi quotidianamente a pregare i suoi 15 Pater, Ave, Gloria. Grazie a questa preghiera, si forgiò un vero Cristiano che quotidianamente, nonostante i vari impegni, se riesce ascolta la Santa Messa e trova spazio per il suo Rosario in famiglia! Quale esempio per tante coppie!

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