La straordinarietà della vita di Madre Pierina inizia un Venerdì Santo, a soli 12 anni: Gesù le chiede un bacio sul Volto. è il seme che Egli getta nel suo cuore, e che diverrà presto una missione: diffondere il culto al Santo Volto, per la conversione dei peccatori, per i sacerdoti, in riparazione agli oltraggi della Passione...
Quando venne al mondo, a Milano, l’11 settembre 1890, nella bella famiglia di Cesare De Micheli e di Luigina Radice, l’attendeva una nidiata di fratelli e di sorelle, 5 in tutto. Ed era appunto la sesta, Giuseppina De Micheli, portata lo stesso giorno al Battesimo nella Parrocchia di San Pietro in Sala.
Ha un carattere tenace e forte, la bambina, e nel gioco non tollera di essere vinta, ma quando perde dice: «Quello che conta è amare Gesù». È solita dire: «Non voglio essere superata nell’amare Gesù». Fin da piccola alimenta un intenso sentimento di riparazione per i peccati del mondo.
Un bacio...
Il Venerdì Santo 1902, a 12 anni appena, si trova nella sua chiesa parrocchiale, in fila per baciare il Crocifisso e sente una Voce distinta dirle: «Nessuno mi dà un bacio sul mio Volto per riparare il bacio di Giuda?». Nella sua semplicità, ella pensa che la Voce sia udita da tutti e si rammarica che tutti continuino a baciare le Piaghe e non il Volto di Gesù. In cuor suo, esclama: «Te lo do io, il bacio di amore, Gesù, abbi pazienza». Giunto il suo turno, imprime sul Volto del Crocifisso un forte bacio con tutto l’ardore della sua anima.
Esce dalla Chiesa con il proposito di baciare spesso il Volto di Gesù Crocifisso per riparare il bacio di Giuda e le innumerevoli offese inflitte al Redentore degli uomini di ogni tempo. Da quel giorno, cresce sempre più nell’amore per Gesù e intuisce che dovrà fare qualcosa di grande per Lui, che davvero merita tutto. Presto sente che Gesù la chiama a consacrarsi a Lui: «Di Gesù solo, per sempre!».
A Milano nel 1912 si apre il nuovo Istituto delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, venute dall’Argentina, e il parroco di San Pietro in Sala, don Giuseppe Magnaghi, affida loro l’oratorio femminile. Il 15 ottobre 1913, Giuseppina De Micheli, 23 anni, entra in questa Famiglia religiosa con il nome di suor Maria Pierina. Il poema d’amore, iniziato il Venerdì Santo 1902, continua ora più intenso tra Gesù e suor Pierina.
Novizia, le è concesso di fare adorazione notturna davanti al Tabernacolo: nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, mentre prega dinanzi al Crocifisso, sente dirsi: «Baciami». Pierina ubbidisce e le sue labbra, invece di posarsi su un volto di gesso, sentono il contatto vivo e caldo di Gesù e non se ne può staccare, ché Lui la trattiene a lungo. Quando la sua superiora la chiama è ormai mattina: ha il cuore pieno dei patimenti di Gesù e sente ancora di più il desiderio di riparare gli oltraggi che riceve sul suo Volto e nel Santissimo Sacramento dell’altare.
Il 23 maggio 1915 pronuncia la prima Professione religiosa. Ora davvero appartiene a Gesù solo e compirà fino al culmine la sua missione: amare, riparare, pregare per i sacerdoti, portare Gesù alle anime. Nel 1919 è destinata alla Casa-madre di Buenos Aires dove l’11 luglio 1921 emetterà i voti perpetui.
“Il mio Volto sia onorato”
La sua vita si struttura come “una storia d’amore”, la più bella storia d’amore che un’anima possa vivere: quella con Gesù. Mentre il 12 aprile 1920, ella si lamenta con Gesù di una sua pena, Gesù stesso le si presenta tutto insanguinato e le domanda: «E io che cosa ho fatto?». Suor Pierina comprende: il Volto di Gesù diviene il suo “libro di meditazione, la porta di entrata nel suo Cuore”. Ritorna a Milano nel 1921 e Gesù continua con lei le sue finezze di amore in un’intimità sempre più appassionata e coinvolgente. Nel 1928, viene eletta superiora a Milano, confermata nel 1931 e nel 1936.
Ecco alcune tappe tratte dal suo diario. Nell’orazione notturna del primo venerdì di Quaresima 1936, dopo averla chiamata a partecipare all’agonia nel Getsemani, Gesù, con il Volto velato di sangue e di tristezza, le chiede:
«Voglio che il mio Volto, il quale riflette le pene intime della mia anima, il dolore e l’amore del mio cuore, sia più onorato. Chi mi contempla, mi consola».
Nel successivo martedì di Passione, Gesù le promette:
«Ogni volta che si contempla la mia Faccia, verserò il mio amore nei cuori, e per mezzo del mio Santo Volto si otterrà la salvezza di tante anime».
Un martedì del 1937, mentre prega, Gesù, dopo averla istruita sulla devozione al suo Volto, precisa:
«Potrebbe essere che alcune anime temano che la devozione al mio Santo Volto diminuisca quella al mio Cuore. Di’ loro che al contrario sarà aumentata. Contemplando il mio Volto, le anime parteciperanno alle mie pene e sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è questa la vera devozione al mio Cuore?».
Queste manifestazioni da parte di Gesù, si fanno sempre più insistenti per la piccola suora sempre più innamorata di Lui: Gesù ardente di amore per noi, vuole essere amato con un’affezione senza confini, in uno scambio continuo di amore.
Nel maggio 1938, mentre prega, davanti all’altare si presenta a lei la Madonna: tiene in mano uno scapolare che da una parte porta l’immagine del Santo Volto di Gesù con scritto attorno: «Illumina, Domine vultum tuum super nos»; e dall’altra un’Ostia raggiante, con la scritta: «Mane nobiscum, Domine». La Madonna le spiega:
«Riferisci al tuo Padre confessore: questo scapolare è un’arma di difesa, uno scudo di fortezza, un segno di misericordia che Gesù vuole dare al mondo in tempi di sensualità e di odio contro Dio e contro la Chiesa. I veri apostoli sono pochi. È necessario un rimedio divino, e questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno questo scapolare e faranno una visita ogni martedì al Santissimo Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il mio Santo Volto durante la sua Passione, e che riceve ogni giorno nel Sacramento eucaristico, verranno fortificati nella fede, pronti a difenderla e a superare tutte le difficoltà. In più faranno una morte serena, sotto lo sguardo del mio divin Figlio».
Nel medesimo anno, Gesù appare a suor Pierina, tutto grondante sangue con grande mestizia:
«Vedi come soffro – le dice –, eppure da pochissimi sono compreso. Quante ingratitudini da parte di quelli che dicono di amarmi! Ho dato il mio Cuore come segno del mio grande amore per gli uomini, e do il mio Volto come immagine del mio dolore per i peccati degli uomini: voglio che sia onorato con una festa particolare nel martedì prima della Quaresima, festa preceduta da una novena in cui tutti i fedeli riparino con Me, unendosi alla partecipazione del mio dolore».
Nel 1939, Gesù le chiede di nuovo: «Voglio che il mio Volto sia onorato in modo speciale di martedì».
Madre Pierina fa coniare una medaglia con il Volto di Gesù della Sindone di Torino, approvata e benedetta dal card. Schuster, arcivescovo di Milano. È l’estate del 1940, ma le mancano i soldi per pagare. Una mattina trova sul tavolino una busta con 11.200 lire, proprio l’ammontare delle spese, che la Madonna le ha fatto avere. La Madonna le dirà: «Lo scapolare è supplito dalla medaglia con le stesse promesse e favori: rimane solo a diffonderla di più. Ora mi sta a cuore la festa del Volto Santo del mio divin Figlio: dillo al Papa, che tanto mi preme».
La vita per i sacerdoti
Alla fine del 1940, madre Pierina è a Roma, come superiora della sua Congregazione in Italia. A Roma può incontrare le persone più qualificate che l’aiuteranno nella sua missione di apostolato del Volto Santo di Gesù: mons. Spirito Chiappetta, che lavora in Vaticano, l’Abate benedettino padre Ildebrando Gregori, lo stesso Santo Padre Pio XII. Andrà spesso in udienza da Pio XII, gli parlerà a lungo, gli scriverà per narrargli il suo singolare rapporto di amore con Gesù. Pio XII l’ascolta commosso e la benedice con il suo stile di “Pastor angelicus” e di “Papa di Gesù vivo”. L’Abate Gregori diventa il confessore e il Padre spirituale (dal 1940 al ’45) di madre Pierina, la sua guida e il suo sostegno in questo apostolato.
A Roma, raggiunge il suo apice l’offerta di madre Pierina per la santificazione dei sacerdoti. Ella si stringe a Gesù Eucaristico con un vincolo sempre più intenso e vive per il Sacerdozio cattolico: vuole essere una piccola vittima sulla scia di altre anime predilette. Per i sacerdoti accetta e soffre le terribili vessazioni del diavolo che tenta di impedirle la sua missione. Gesù le fa comprendere che ella dev’essere “oblatio munda” – offerta pura (Ml 1,11) – con Lui sull’altare per adorare il Padre e condurre al Cielo l’umanità intera, in particolare affinché i suoi sacerdoti siano santi.
Appena la guerra è finita, nel giugno 1945, madre Pierina da Roma si reca a Milano, poi a Centonara d’Artò (Novara) per rivedere le sue “Figlie”. Ai primi di luglio si ammala gravemente e il 26 luglio, fissando lo sguardo sull’immagine del Volto Santo di Gesù... va a vederlo per sempre nella sua bellezza, faccia a faccia, così come Egli è, in Paradiso. «Il Paradiso – insegna l’Imitazione di Cristo – è il Volto di Gesù, è Gesù stesso».
Il 30 maggio 2010, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma è stata elevata agli onori degli altari con la solenne Beatificazione voluta dal Santo Padre Benedetto XVI. Una vita incandescente che ci fa ancora una volta toccare con mano che il Cattolicesimo, ancora di più la Consacrazione a Dio solo, non è la sapienza umana fatta pur di rispettabili valori umani (in una parola, non è una “gnosi”), ma una mirabile storia di amore, un contatto continuo tra il nostro volto e il Volto di Gesù, tra la nostra piccola fragile persona e la Persona eternamente viva e infinitamente amante di Gesù, l’Uomo-Dio, il più bello tra i figli degli uomini.
Ma qual è il posto di Madre Pierina De Micheli, la sua identità nella Chiesa e nel mondo di oggi?