Abbandono, silenzio, carità, povertà… sono solo alcune delle virtù che scopriremo se contempleremo ciò che regnava nel Cuore della Vergine Santissima nelle settimane che precedettero la nascita del divin Redentore. Mettiamoci alla sua scuola, dunque, e preoccupiamoci solamente di imitarla per poter vivere santamente il tempo di Avvento.
L’Avvento è il “tempo mariano” per eccellenza. In esso, infatti, la liturgia con frequenza e ardore ricorda la Vergine Santissima, soprattutto nelle ferie prima di Natale e nella domenica che precede il Natale, nella quale predominano le profezie sulla Vergine e il Messia. La solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, inoltre, si pone come alba foriera della Redenzione all’inizio di queste settimane segnate dalla trepidante attesa, dal desiderio della salvezza, dalla gioia per la venuta, ormai vicina, del Messia.
Come con l’Avvento, poi, ha inizio il nuovo anno liturgico, con esso deve anche “iniziare nuovamente” la vita spirituale di ciascuno di noi mediante l’esercizio delle virtù e la lotta al peccato. Per fare ciò dobbiamo guardare a Maria Santissima e affidarci a Lei come il bimbo tra le braccia della mamma: «La vita della SS. Vergine sia continuamente scritta nel nostro cuore, sia per noi uno specchio brillante dinanzi a cui ogni giorno possiamo arricchirci della bellezza di una modestia tutta verginale. Sia essa la nostra regola costante nella pratica di tutte le virtù. In Maria, modello di perfezione, cerchiamo l’esempio della nostra condotta, essa c’insegnerà ciò che dobbiamo correggere, evitare, fuggire, praticare», scrive san Bernardo. E allora, all’inizio di questo nuovo anno liturgico che deve segnare la rinascita della nostra vita spirituale, vogliamo prepararci con Lei e come Lei alla nascita del Redentore delle anime nostre, lasciando che sia Ella ad istruirci e a condurci sulla via dell’amore preparataci da Colui che è Amore.
Chiediamoci: come si è preparata la Madonna al Natale? Anzitutto con l’intensa preghiera: Gesù vivo e vero dimorava in Lei ed Ella rimaneva tutta assorta nella contemplazione del Verbo che di Lei aveva fatto il suo paradiso terreste; vi rimaneva unita senza soluzioni di continuità, raccolta nella contemplazione estatica di quel Dio annichilitosi per amore. Univa sempre più strettamente la sua volontà a quella di quel Dio che portava nel grembo, implorava misericordia per l’umanità dal cuore indurito dal peccato, incapace di accogliere il Messia che attendeva da secoli. Al momento del “fiat”, in qualità di Madre del Redentore, assunse su di sé la terribile missione di Corredentrice del genere umano, e da quel momento non cessò di offrirsi ad ogni istante e in ogni azione per la salvezza degli uomini.
Ancora, leggendo le pagine evangeliche scopriremo il grande abbandono che dominava l’anima della Regina del Cielo e della terra, il suo saper scorgere dietro gli uomini e gli eventi la volontà salvifica di Dio che tutto dispone per amore e per il bene dei suoi figli. La vediamo dunque pronta a partire alla pubblicazione dell’editto di Cesare Augusto, nonostante le sue condizioni precarie per il parto ormai imminente, pronta ad affrontare difficoltà, intemperie, disagi legati al lungo viaggio. Ella non ragiona secondo i criteri umani che avrebbero ritenuto più prudente attendere la nascita del bambino prima di intraprendere il lungo viaggio, è cosciente che il Messia deve nascere a Betlemme, vede in Cesare Augusto lo strumento per la realizzazione delle profezie riguardanti il Messia. Si abbandona al Padre celeste, ha fiducia nella sua assistenza e adempie prontamente la sua volontà.
E poi ci sono l’umiltà, la povertà... le virtù che ci insegna Maria Santissima nei misteri e che ci presenterà la Santa Madre Chiesa in queste settimane sono davvero senza numero, facciamole nostre. Come Lei preghiamo incessantemente, sforzandoci soprattutto di stare alla presenza di Dio che abita nella nostra anima; come Lei offriamo sacrifici per la salvezza delle anime dei nostri fratelli, sforziamoci di conformarci sempre più perfettamente la volontà di Dio nell’adempimento dei doveri del nostro stato; esercitiamoci nella carità, nella povertà... Insomma poniamoci in ginocchio davanti a Lei e imploriamola di farci da maestra e di concederci la grazia di poterla imitare. Non sia di turbamento o scoraggiamento il pensiero della nostra incapacità a raggiungere la meta, ad imitare la Vergine Maria; se le nostre forze sono impotenti in un lavoro così arduo, preghiamo l’Immacolata perché presenti Ella stessa, presso il trono del Figlio suo diletto, le nostre preghiere, sì, ma anche le nostre pochezze e miserie e impetri per noi misericordia, aiuto e forza. Rivolgiamoci a Lei con cuore filiale, certi che il suo soccorso non potrà mai mancare e sicuri di aver trovato la via sicura e facile per la santità.