Se gli scienziati assistessero al miracolo di Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che cosa direbbero? La scienza deve riconoscere che, in certi casi, può arrivare fino ad un certo punto e deve arrestarsi davanti al soprannaturale. Questo è un aiuto anche per la nostra fede.
Nei Vangeli sinottici ed anche in quello di san Giovanni, si riporta il miracolo compiuto da Nostro Signore Gesù Cristo sul Lago di Tiberiade (presso l’odierna Tabga, in Galilea): «Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. Ma Gesù disse loro: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. Gli risposero: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. Ed egli disse: “Portatemeli qui”. E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini»
(Mt 14,13-21).
È lecito domandarsi: cosa direbbero oggi gli scienziati se avvenisse di nuovo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci? È ben vero che il fenomeno dovrebbe avvenire in maniera “controllata”, forse anche in un luogo deputato, e monitorato con l’utilizzo di adeguati strumenti scientifici, come essi richiederebbero. Ma – trattandosi di una mera ipotesi – diamo per scontata e verificata anche tale condizione. Ebbene, cosa dovrebbero dire gli scienziati? Dovrebbero riconoscere che sono stati violati i più fondamentali e certi principi della fisica e della chimica, cioè i principi che governano tutta la realtà effettuale della natura, dal cosmo siderale alla Terra e tutto ciò che ci circonda. Su tali fondamenti e sulle leggi matematiche che descrivono il reale si fonda anche la moderna tecnologia, gli strumenti che abitualmente adoperiamo: telefonini, automobili, computers, radio, smart-TV, aerei ecc. che – indubitabilmente –
funzionano. Eppure, tra le mani santissime del Redentore e sotto gli occhi sbalorditi di migliaia di persone, il principio della conservazione dell’energia, dell’aumento del disordine dei sistemi chiusi (entropìa), della presenza d’informazione (in quantità praticamente immensa) necessaria per “formare” anche un singolo organismo biologico (un solo pesce) dal nulla... ebbene, tali limiti oggettivi e invalicabili sono palesemente venuti meno.
È abbastanza facile contestare questa “ricostruzione ipotetica dei fatti”: a quei tempi non c’erano scienziati-osservatori, non c’erano strumenti di controllo, non esisteva proprio la scienza... insomma è facile far balenare in chi ascolta l’idea (come ad esempio l’associazione della CICAP) di un artefatto, di un abile trucco, di un numero di illusionismo. Ma allora che dire della Santa Sindone, dei miracoli eucaristici di Lanciano e di Bolsena, super controllati (Università di Siena) sotto ogni aspetto anche botanico e che portano impresse tracce ematiche dello stesso gruppo sanguigno (tipo AB)? Di gruppi sanguigni ce ne sono una decina, come è possibile che coincidano? La conoscenza dei gruppi sanguigni, prima sconosciuti, risale al 1901 ad opera del medico austriaco Karl Landsteiner; se la Sindone e le Ostie consacrate, diventate carne, fossero opera di falsari (di vari secoli di differenza) come avrebbero fatto a conoscerne i gruppi sanguigni? E le stimmate di san Pio da Pietrelcina? E le guarigioni inspiegabili e impossibili che avvengono a Lourdes (con rigenerazione di tessuti)? Tutti eventi super controllati scientificamente da apposite equipe di medici. Allora non si può dire che la scienza non sia in grado di spiegare quanto accade ma, se siamo onesti intellettualmente, dobbiamo dire: «Quel che vedo con i miei occhi e quel che misuro con i miei strumenti è semplicemente impossibile. Dunque sta operando una Causa, sta agendo un Qualcosa di soprannaturale». Questo è propriamente lo spirito ed il fine con cui Nostro Signore compiva i miracoli ottenendo guarigioni del corpo e dell’anima, conversioni e salvezza.
Ecco che la vera scienza ci agevola nel compiere l’atto di fede. In questo modo, scienza e fede sono davvero le due ali che ci innalzano a Dio, come disse san Giovanni Paolo II.