Padre Pio non soltanto offriva la sua preghiera per le anime del Purgatorio, principalmente la Santa Messa, ma anche le sue opere buone. Le voci di lamento di quelle anime abbandonate e sofferenti salivano a lui giorno e notte ed egli ebbe sempre compassione di esse trovando tutti i modi per soccorrerle, consolarle, tirarle fuori da quel luogo di sofferenza. Per questo, come gli altri santi, non risparmiò di offrire per esse digiuni, astinenze, discipline, obbedienze continue, contrarietà della vita, tribolazioni, ecc. Le anime liberate dalle sofferenze del Purgatorio non rimanevano indifferenti e sempre accorrevano a lui per ringraziarlo.
Racconta padre Alessio Parente che una sera, si era in piena Guerra mondiale, dopo cena, quando il convento era già ben chiuso, i confratelli di padre Pio sentirono delle voci, provenienti dal corridoio d’entrata vicino al chiostro, che dicevano: «Viva padre Pio! Viva padre Pio!». Il superiore, padre Raffaele di Sant’Elia a Pianisi, chiamò il fratello portinaio e gli ordinò di far uscire quella gente dal convento data l’ora ormai tarda. Il frate obbedì, ma arrivato nel corridoio d’ingresso, con grande meraviglia, si rese conto che non c’era anima viva e che tutto era in ordine, quindi riferì il tutto al superiore che, non meno stupito, preferì tacere fino all’indomani. Il mattino dopo, però, andò subito da padre Pio chiedendogli spiegazione dell’accaduto. Il padre, allora, con grande semplicità, spiegò che quelle che avevano gridato erano anime di soldati morti venuti a ringraziarlo per le sue preghiere.
Un’altra volta, mentre i frati erano in refettorio per consumare il loro pasto, e anche padre Pio era lì a mangiucchiare qualcosa, furono interrotti improvvisamente da un brusco movimento del padre che, all’istante, si alzò e uscì avviandosi verso la porta del convento, non molto distante dal refettorio. Alcuni frati seguirono padre Pio che, aperta la porta, cominciò a conversare con degli interlocutori che essi però non vedevano. Perplessi e stupiti pensarono che padre Pio fosse impazzito, ma questi, terminata la conversazione, guardandoli, fece un largo sorriso e per tranquillizzarli disse loro: «Non preoccupatevi. Ho parlato con alcune anime che sulla strada che dal Purgatorio mena al Paradiso sono venute qui per ringraziarmi di averle ricordate questa mattina durante la Santa Messa». E insieme ai confratelli ritornò in refettorio come se nulla fosse accaduto.
Questi episodi ci pongono di fronte ad una meravigliosa verità della devozione alle anime del Purgatorio che padre Pio conosceva e sperimentava continuamente: la loro gratitudine verso chi le aiuta a salire presto in Paradiso.
Un giorno, padre Pio, leggendo un libro, fu molto colpito dal fatto che l’autore affermasse che le anime del Purgatorio non potevano pregare per i viventi e che noi non abbiamo bisogno della loro preghiera per salvarci. Il padre raccontò quanto aveva letto ai confratelli dicendo: «Non potrò mai convincermi. Ho dovuto chiudere il libro, perché mi ha sconvolto. No, no, non è possibile che le anime del Purgatorio non ripaghino le nostre preghiere». Padre Agostino, presente, troncò la conversazione dicendo di pregare sempre per queste anime che di sicuro avrebbero dato qualcosa in cambio. La sera stessa accadde che, mentre padre Agostino era in preghiera con la comunità nel coro della chiesetta, un frate, passando davanti alla cella di questi, la vide aperta ed illuminata. Meravigliato, poiché conosceva la precisione nell’osservanza regolare del padre, si affacciò e vide un frate inginocchiato che pregava davanti al quadro del Sacro Cuore appeso alla parete. Il frate decise di raccontare l’accaduto a padre Pio il quale lo mandò a controllare se padre Agostino fosse ancora in chiesa. Questi era lì e la cella questa volta era chiusa. La sera i frati discussero sull’accaduto e tutti convennero che quella era stata la risposta delle anime del Purgatorio alla discussione del mattino. Padre Pio, sorridendo, annuì col capo, approvando quanto avevano dedotto.
Il santo Curato d’Ars disse una volta: «Oh, se si sapesse quanto grande è il potere delle buone anime del Purgatorio sul Cuore di Dio! E se bene si conoscessero tutte le grazie che per loro intercessione possiamo ottenere non sarebbero tanto dimenticate! Bisogna per esse pregar molto, onde esse molto preghino per noi!».
Chissà quante grazie, padre Pio, con la sua generosità, ottenne per sé dalle anime del Purgatorio per cui pregò quotidianamente, e chissà quante altre ne ottenne pure da esse, in favore dei suoi figli, del mondo intero! E noi, non abbiamo bisogno di grazie per noi, per le nostre famiglie, per la nostra patria, per il mondo intero?