Il 21 giugno ricorrerà la “Festa della Musica”, una serie di concerti musicali in cui ognuno potrà esprimersi liberamente. Ma la Musica con la “M” maiuscola deve prima di tutto essere vera arte, universale e nobile, per elevare l’uomo.
Musica con la “M” maiuscola. Errore di battitura? Svista grafica? O piuttosto voluto richiamo all’attenzione?
Quando si parla di musica oggi il pensiero va automaticamente nella direzione più consumistica del termine, che si traduce nell’immagine di un giovane con cuffie e Ipod (o simili), che cammina spavaldo e spensierato per le vie di città affollate o a un cantante di ultimo grido, magari in una mise sfolgorante e fuori dall’ordinario. O anche ad una bella e provocante pianista dagli abiti corti e succinti che con le sue mani vola sulla tastiera (e suona pure bene!) o a un fusto elegante che pensa più a farsi notare che a ben eseguire i brani. E pensare che il caro Platone aveva attribuito alla musica il grande potere di plasmare l’animo umano, grazie al suo unico valore spirituale e alla sua funzione etica. La musica doveva concorrere allo sviluppo del carattere e, al dire di Aristotele, divenire uno strumento di purificazione per liberare l’anima dalle emozioni pericolose (catarsi). Insomma, la musica aveva davvero la “M” maiuscola nel suo ruolo di madre e maestra di vita. Ancora oggi essa dovrebbe essere una presenza importante nell’uomo, e, potremmo dire, la sua compagna inseparabile, il luogo etereo dove rifugiarsi per trovare pace, la voce silenziosa, seppur melodiosa, che parla al cuore. Eppure, è possibile ritrovare tutto ciò nella musica che circola ogni giorno nei negozi, nel tram, nelle frequenze radio, nei programmi televisivi, sui siti web?
Il 21 giugno, come ogni anno dal 1982, si celebra la “Festa della Musica”, ossia un evento dedicato interamente a concerti di musica dal vivo che si svolgono in tutte le città che aderiscono all’iniziativa. È aperta a musicisti di ogni livello e di ogni genere: «Dilettante o professionista, ognuno si può esprimere liberamente, la Festa della Musica appartiene, prima di tutto, a coloro che la fanno». Così si legge nella pagina web dedicata a questo evento.
Indubbiamente la musica è espressione libera dell’animo umano. Essendo una delle arti più spirituali, parte dal cuore ed esce dal cuore. Si tratta di un linguaggio universale che riesce a superare ogni barriera e a raggiungere ogni cosa. È sicuramente un’arma potente che può anche ferire o uccidere se utilizzata male. L’identità di un popolo si può comprendere dalla sua musica; così come l’identità di ogni singola persona si conosce dal genere di musica che ama e ascolta.
Bisogna, perciò, stare attenti che questa libertà di espressione musicale non divenga una scusa per portare sul palco le proprie idee e distruggere i principi che sono a fondamento della Musica con la “M” maiuscola.
Se, stando a quanto si legge nella Carta dei principi di Budapest, la Festa della Musica «è una celebrazione della musica dal vivo destinata a valorizzare la molteplicità e la diversità delle pratiche musicali, per tutti i generi di musica», allora potrebbe e dovrebbe essere un’occasione unica per omaggiare la Musica in tutta la sua bellezza e varietà di espressione.
Tuttavia, si deve pur avere il coraggio di dire che molto spesso, soprattutto in questi ultimi anni, è proprio la Musica a subire gli oltraggi più grandi, a partire dalle sperimentazioni acustiche ai limiti dell’udibile (più che di musica si dovrebbe parlare di rumori assordanti), o da ritmi sfrenati che invece di innalzare gli animi verso sfere più nobili, li abbassano fino a sfiorare la terra con tutte le sue bassezze. Ciò nonostante, il fare musica è una esigenza così potente, o meglio, innata nell’uomo, che non se ne può fare a meno.
Allora, però, è giusto chiedersi, un po’ perplessi: qual è il fine della musica? Dove essa ci deve portare? Cosa deve farci raggiungere? Cosa vogliamo che lasci nel nostro cuore? Quale messaggio desideriamo che essa offra a tutti gli uomini?
Papa Pio XII aveva definito le tre caratteristiche della Musica sacra: essere santa, vera arte, universale. Anche per la Musica con la “M” maiuscola, che comprende anche tutti gli altri generi classici e profani, si dovrebbero tenere a mente tre caratteristiche: quella di essere vera arte, frutto di studio diligente e costante; universale, perché possa essere un vincolo di unità per l’umanità; nobile nelle forme, in modo da donare qualcosa che elevi l’uomo al di sopra dei soli istinti animali e rimanga saggia e fedele compagna del cuore umano, dalla quale attingere pace e bontà.