SPIRITUALITÀ
“Una corona alla Madre di Dio” dai più abbandonati della terra
dal Numero 18 del 5 maggio 2024
di Suor Ostia del Cuore Immacolato

Madre Teresa era la santa a cui la Madonna “non sapeva dire di no”. Un’infaticabile apostola mariana tra i più poveri che con la sua vita ha dato grande gloria all’Immacolata.

Se nel nostro tempo ci fosse un guinness dei primati per i santi che hanno ottenuto più grazie attraverso l’apostolato mariano, Madre Teresa di Calcutta sarebbe sicuramente tra i primi posti. La “Santa dei poveri” va ricordata per la sua singolare santità mariana e, di conseguenza, per il suo apostolato che ha raggiunto i confini della terra, toccando luoghi impensabili e compiendo “pazzie d’amore” che solo le virtù eroiche possono sostenere. Saverio Gaeta scrive che «l’amore di Madre Teresa per la Vergine era tale che portava con sé, specie entrando per la prima volta in uno Stato ex-comunista, una statuetta di nostra Signora. Diceva: “Fa parte del contratto che ho fatto con Nostra Signora. Lei mi aiuta a entrare nel Paese e io la porto dietro come compagna”. Una volta, durante il viaggio in treno verso Chernobyl, una suora si accorse che la statuetta non era rivolta verso Madre Teresa e la spostò. Ma la Madre le disse: “No, lasciala guardare fuori dal finestrino. È così felice di tornare qui!”». Madre Teresa, infatti, è stata un’altera Maria vivente e modello per tutti coloro che vogliono “condurre il mondo intero all’Immacolata” (cf SK 1305).

Tra i mezzi di apostolato utilizzati dobbiamo ricordare la Medaglia miracolosa, che fu una piccola calamita per attirare la benevolenza della Mediatrice di tutte le grazie per guarigioni, nascite di bambini, aiuti della provvidenza e grazie di ogni genere. Se la “Santa dei poveri” aveva le tasche sempre vuote per la sua eroica osservanza della povertà assoluta, esse erano, però, «stranamente sempre piene» di piccole Medaglie miracolose da distribuire a chiunque. A imitazione di san Massimiliano M. Kolbe, è sicuramente la Santa che ha distribuito più Medaglie miracolose con tanto di “grazie ricevute” in breve tempo! Non erano talismani o portafortuna; dietro al dono di esse c’era sempre quel fondamentale rapporto di fede e di confidenza con Colei che non «sapeva dirle di no». Anche dopo la morte di Madre Teresa, i miracoli più strepitosi sono stati ottenuti sempre con quelle piccole Medaglie che la “Madre dei poveri” custodiva come “la sua ricchezza” e che distribuiva a tutti. Ogni volta che regalava una Medaglia miracolosa, era, per lei, come mettere la mano del destinatario in quella della Madonna.

Ciò valeva anche per la preghiera di san Bernardo, quel Memorare che recitava spessissimo e che faceva recitare a tutti quando c’era un miracolo molto grande da strappare al Cielo. È nota la sua recita di nove Memorare consecutivi ogni qualvolta necessitava di una grazia urgente, per la quale non poteva attendere nove giorni. Quell’antica supplica “Ricordati, o piissima Vergine...” bussava velocemente nove volte al Cuore della Vergine e la “grazia celere” richiesta non tardava ad arrivare. Nel 1955, ad esempio, per ottenere la guarigione di una suora molto malata, fece recitare questa preghiera di san Bernardo a tutte le consorelle: pregarono 25.000 Memorare e la guarigione fu ottenuta.

Ma tra i tanti episodi di apostolato mariano, uno spicca per la sua originalità e fantasia nel voler glorificare la Madonna. Per raccontarlo, dobbiamo tornare al Nirmal Hriday, la prima casa di Calcutta per i moribondi. Ancora oggi, all’interno dell’edificio, si può leggere un cartello con scritto: “Il primo amore di Madre Teresa”, ed era dedicato all’amore puro del Cuore Immacolato. La santa fondatrice amava particolarmente questo luogo, lo considerava sacro, come un calvario dove bisognava impegnarsi a dare dignità a tanti moribondi, per accompagnarli a morire come persone umane. In questo “calvario indiano”, dal 1952 fino al 5 settembre 1997 (giorno della sua dipartita per il Cielo), si calcola che siano morte almeno 28.260 persone. Anche qui, in un contesto così drammatico, Madre Teresa riuscì a dare una somma gloria all’Immacolata realizzando una corona per la statua presente nel Nirmal Hriday, fatta con i tipici monili indiani delle donne ivi decedute. Il significato di ciò voleva essere un ringraziamento da parte di queste donne poverissime alla loro Madre e Regina. La Santa di Calcutta, quando ne parlava, così commentava: «Coloro che non ebbero nulla sulla terra hanno regalato una corona alla Madre di Dio!». Fu un gesto che san Massimiliano avrebbe definito “una gloria, per la dolce Mammina, mai tributata finora”! (cf SK 1305).   

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