La Quaresima è tempo prezioso di revisione della nostra vita spirituale e di formulazione di propositi precisi e forti da mettere in pratica con fedeltà e costanza. È il tempo d’oro per vivere da veri figli di Dio. Non perdiamone nemmeno un attimo.
La Chiesa, fin dai tempi antichi presenta la Quaresima come un tempo speciale di raccoglimento e di penitenza. Oggi come oggi, però, data la frenesia del vivere quotidiano e l’incalzare dello spirito mondano, parlare di raccoglimento e di penitenza non è facile, per questo, risolversi di dedicare questi quaranta giorni unicamente a Dio e alla propria vita spirituale risulta ancora più meritorio.
Sant’Agostino nel parlare di questo periodo di grazia non si soffermava soltanto sull’importanza del digiuno, ma raccomandava l’impegno nella preghiera, nell’esercizio dell’umiltà, nella pratica della mortificazione, nella generosità, nel perdonare prontamente le offese e nella pratica di opere di pietà e di carità. Insomma, l’impegno della Quaresima deve consistere nel cogliere qualunque opportunità di offerta che ci è messa a disposizione dalla grazia. Se così faremo, progrediremo certamente nella vita spirituale, corrispondendo a quella vocazione insita nello stesso Battesimo: conformarci al Cristo Redentore. Solo così potremmo dire di aver vissuto santamente il tempo quaresimale e di averne tratto il massimo frutto.
In altre parole, il tempo di Quaresima – che si apre con la celebrazione liturgica del Mercoledì delle Ceneri – è un tempo di grazia speciale, che ci dà la possibilità di poter assomigliare maggiormente a Gesù, se ci sarà lo sforzo personale di “crocifiggere il nostro io”, ossia di mettere a tacere tutte quelle piccole miserie umane che tante volte ci seducono e ci fanno cadere senza rendercene conto. Il traguardo della conformità a Gesù esige una lotta vera e propria, ecco perché la Quaresima è da sempre considerata dalla Chiesa come un tempo di lotta.
Nella sua lettera agli Efesini (5,8) l’apostolo Paolo ci esorta a comportarci come «figli della luce». La Quaresima è il tempo propizio per indossare «le armi della luce» (Rm 13,12) e combattere «contro gli spiriti del male» (Ef 6,12). Indossiamo dunque «l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,11) e «restare saldi dopo aver superato tutte le prove» (Ef 6,13). Gesù, con il suo Sacrifico redentore, ci ha acquistato tutta la grazia di cui abbiamo bisogno in questo combattimento e ci ha mostrato come lottare fino alla fine.
Questi quaranta giorni, se santificati, ci avvicineranno a Lui e ci permetteranno di “afferrare sempre lo scudo della fede, con il quale spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno” (cf Ef 6,16). Attraverso le tentazioni e servendosi delle nostre umane debolezze, il “Maligno” tenta continuamente di strapparci “lo scudo della fede”, quell’unico scudo con il quale abbiamo la possibilità di vivere da “figli della luce” anche nelle tenebre di questo mondo.
Il primo passo da fare, e in questo la liturgia ci viene in aiuto, è quello di “guardarsi dentro” esaminando quelle piccole – o grandi – abitudini che impediscono la nostra donazione totale a Dio e alla sua volontà.
La cenere, che nel giorno del Mercoledì delle Ceneri viene cosparsa sui nostri capi, in un certo senso ci ricorda anche la preziosità del tempo e come al Giudizio di Dio dovremo rendere conto di ogni cosa. Ad esempio delle perdite di tempo navigando in internet o sui social, dei peccati commessi guardando una partita di calcio – non perché il guardare una partita costituisca un peccato in sé, ma perché il più delle volte ci si lascia trascinare dall’ira e dalla volgarità rischiando perfino di cadere nel peccato mortale! Perché dobbiamo perdere la nostra anima, o guadagnarci il Purgatorio per qualcosa di così poco conto?
Se trascorreremo la Quaresima impegnandoci anzitutto nella preghiera e nel raccoglimento, la nostra coscienza acquisterà maggiore delicatezza, il nostro intelletto sarà più illuminato per comprendere l’errore. La beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, carmelitana, dopo aver superato tante prove e dolori che le avevano permesso di seguire Gesù fin sul Calvario, a chiunque le si avvicinasse diceva: «Quando le tentazioni si affacceranno inevitabili, fatevi scudo della fede. Spingete lo sguardo oltre la tribolazione che vi opprime e contemplate la visione di ciò che vi attende nella celeste dimora al termine di questo soggiorno terreno, ove canterete l’inno di gloria e di benedizione al Signore, in eterno».
Approfittiamo della Quaresima per arrivare a questo meraviglioso traguardo e sfruttiamo ogni grazia per formare la nostra personale armatura spirituale. È indispensabile la ferma decisione interiore di vincere ogni retaggio del “vecchio Adamo” e di combattere da “figli della luce”, figli di Maria Corredentrice ritta ai piedi della Croce, con gli occhi sempre fissi su di Lei e sul Martire divino.