LOURDES
La Madonna di Lourdes
dal numero 7 del 11 febbraio 2024
di Padre Stefano M. Manelli

Siamo tra due anniversari importanti. L’8 dicembre 2023 a Lourdes si è celebrato il 90° anniversario della canonizzazione di santa Bernadette Soubirous, la veggente che ricevé il nome della Signora: «Io sono l’Immacolata Concezione»; l’8 dicembre 2024 ricorreranno i 170 anni dalla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Vogliamo approfittare di questo importante anno di grazia per approfondire ciò che accadde a Lourdes quel 1958.

Il Santuario di Nostra Signora di Lourdes, in Francia, ai piedi dei Pirenei, sulla riva del fiume Gave, è uno dei santuari mariani più famosi nel mondo intero. Basti sapere che ogni anno si recano al santuario di Lourdes circa cinque milioni di pellegrini, con quasi un milione di ammalati.
La veggente alla quale a Lourdes è apparsa la Madonna è una pia ragazza di 14 anni, Bernadette Soubirous, di cagionevole salute e di poverissima famiglia; non sapeva né leggere né scrivere, parlava soltanto il dialetto. A questa pura e dolce creatura, però, il Cielo aveva riservato qualcosa di grande.
Infatti, la mattina dell’11 febbraio 1858, Bernadette e sua sorella più piccola vanno a prendere un po’ di legna secca nel greto del fiume Gave con una compagna. Si fermano vicino alla grotta di Massabielle (chiamata anche “Roccia”), perché c’è un canale di acqua da oltrepassare; le altre due ragazze non hanno nessuna difficoltà a mettere i piedi nell’acqua gelida, ma Bernadette non può a causa della sua salute così gracile, e rimane da sola.


Restando là, poco dopo, Bernadette avverte un colpo di vento. Si volta a guardare gli alberi, pensando che fossero i rami o le foglie a muovere l’aria, ma vede che gli alberi sono immobili. Al secondo colpo di vento, Bernadette pensa che il vento provenga da un gran cespuglio che si trova nella vicina grotta di Massabielle. Allora guarda verso la grotta e nell’incavo alto della stessa – che è come una nicchia –, Bernadette vede la figura di una giovane Signora vestita di bianco con una fascia azzurra che le scende lungo l’abito e un velo bianco sulla testa che lascia solo intravedere i capelli ricadendo all’indietro; dal braccio della Signora pende una grande corona del Rosario di grani bianchi, mentre sui piedi nudi le brillano due rose di oro lucente.
Istintivamente Bernadette si inginocchia tirando fuori dalla tasca la sua coroncina del Rosario. La Signora le fa cenno di avvicinarsi alla grotta, ma Bernadette non ha il coraggio di muoversi, e non sa che cosa fare. Si stropiccia gli occhi più volte, pensando a un’allucinazione, mentre la Signora resta là, a guardarla. Allora Bernadette vuole iniziare a recitare il Rosario, ma non riesce a farsi il segno di croce. La Signora, invece, fa il suo bellissimo segno di croce con il Rosario che tiene tra le mani, e allora la ragazza riprova e riesce a fare anch’ella il segno di croce. La Signora si unisce alla preghiera di Bernadette in silenzio, facendo scorrere fra le dita i grani del Rosario. Alla fine di ogni posta del Rosario, però, la Signora recita ad alta voce, con Bernadette, il Gloria Patri: segno evidente, questo, che la Madonna non può recitare le Ave Maria a se stessa, e deve recitare, invece, il Gloria Patri. 
Al termine del Rosario l’apparizione scom­­­­­pare.


Le altre due ragazze, frattanto, arrivano con dei fasci di legna fra le mani. Non sapendo nulla, queste, dell’apparizione; è Bernadette che chiede loro se hanno visto qualcosa, ed esse rispondono di no, chiedendole, però, se essa ha visto qualcosa. Bernadette risponde negativamente, perché vuole custodire il segreto; tuttavia le due ragazze insistono nel chiederle se ha visto qualcosa, e Bernadette le accontenta a condizione, però, di non dire niente ad alcuno.


A casa, però, la sorella minore di Bernadette (Marie Toinette) non riesce affatto a tacere, e finisce col raccontare alla mamma quanto accaduto a Bernadette. La mamma ascolta e diventa molto seria; chiama subito Bernadette perché racconti tutto, e Bernadette descrive ogni cosa con ordine. La mamma non solo diventa seria, ma si innervosisce, rimproverando la figlia severamente, accusandola di fantasia, immaginazione, allucinazione e le impone subito il veto di andare alla grotta. Bernadette piange in silenzio, perché non può dimenticare il volto così dolce e luminoso di quella bianca Signora!
La loro compagna, a sua volta, tornata a casa sua, racconta in giro quanto accaduto, e tre giorni dopo, il 14 febbraio, un gruppetto di ragazze chiedono a Bernadette di andare insieme con loro alla grotta. Ella si rifiuta per non disobbedire alla mamma; le ragazze vanno dunque a pregare la mamma di lasciarla andare, e questa, accortasi del desiderio della figlia, acconsente. Bernadette e le ragazze si recano allora alla grotta, fermandosi prima in chiesa a prendere un po’ di acqua santa da aspergere nel caso l’apparizione si fosse rivelata una manifestazione diabolica.


Alla grotta, ecco di nuovo l’apparizione della Signora. Bernadette subito ricorre all’acqua santa e la Signora la lascia fare sorridendo. Bernadette prende allora la corona del Rosario e comincia a recitarlo come la volta precedente, e anche la Signora fa scorrere in silenzio i grani della sua corona recitando ad alta voce solo il Gloria Patri. Le ragazze, anch’esse in preghiera, non vedono l’apparizione, ma vedono il volto di Bernadette trasfigurato in estasi, e cominciano a credere che veramente quella poteva essere un’apparizione della Madonna.
Il 18 febbraio 1858, la Madonna chiede a Bernadette, con molta delicatezza: «Volete avere la bontà di venire qui per quindici giorni consecutivi?». Bernadette, gioiosa, acconsente, e la Madonna aggiunge con voce materna e profetica: «Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro». C’è quindi un progetto di felicità solo ultraterrena per l’umile e candida Bernadette che, così gracile anche nella salute fisica, invece ignora del tutto ogni cosa a suo riguardo. 
Fa davvero commuovere, intanto, quella delicatezza della Madonna nel rivolgersi all’umile Bernadette con le parole “volete avere la bontà di venire qui per quindici giorni consecutivi?”. Parrebbe, quasi, che sia la Madonna ad avere bisogno, alla grotta di Massabielle, della presenza di Bernadette, la ragazzetta povera e umile, che invece, del tutto ignara, dovrà – incredibilmente – servire a una grande missione di grazia da svolgere.


Nell’ottava apparizione del 24 febbraio, il gruppo dei fedeli è diventato già una folla. Dopo l’estasi iniziale di Bernadette trasfigurata, c’è un cambio rapido: Bernadette in lacrime bacia la terra, mentre ascolta la voce della Madonna che le dice: «Penitenza, penitenza, penitenza!». E Bernadette, rivolta alla folla, ripete: «Penitenza, penitenza, penitenza!». Tutti ascoltano in silenzio questo messaggio di penitenza, così necessario per riparare le offese fatte a Dio con i nostri peccati. Intanto la folla dei pellegrini continua ad aumentare di giorno in giorno ai piedi della grotta, fino a diventare una moltitudine di persone ogni giorno!
Nella nona apparizione, il 25 febbraio, la Madonna dice a Bernadette: «Andate a bere e a lavarvi alla fontana», indicandole di andare sotto la grotta, a sinistra. Bernadette si china e scava con le mani la terra ricoperta di fili di erba, perché non vede acqua. Scavando ecco che l’acqua inizia ad affiorare, e appena questa si schiarisce, ella la beve e si lava il volto con essa: quella è l’acqua dei tanti miracoli di Lourdes! 
Nella decima apparizione del 27 febbraio, dopo l’estasi, Bernadette si mise a procedere in ginocchio verso la grotta baciando spesso la terra. Giunta al punto più alto, nel silenzio fatto di commozione, si volta e impartisce un comando ben deciso: «Baciate tutti la terra!», e di colpo, uomini e donne si curvano a baciare la terra! 


Nella dodicesima apparizione del 1° marzo, avviene un piccolo fatto particolare: Bernadette, per la recita del Rosario, lasciata in tasca la sua umile corona, usa la bella corona di una sua amica. Appare la Signora e le chiede: «Dov’è la vostra corona?». «In tasca». «Fatemela vedere». Allora Bernadette prende subito in mano la sua corona, sollevandola verso la visione, e vede la Madonna contenta! A questo gesto di Bernadette, subito, per istinto di imitazione, tutte le persone presenti sollevano in alto la loro corona del Rosario, e così si ha un protendersi di mille mani in alto con il Rosario. Spettacolo edificante!
Nella tredicesima apparizione del 2 marzo, c’è un altro messaggio importante della Madonna a Bernadette: «Andrete dai sacerdoti a dire di far costruire qui una cappella in mio onore. Io voglio che vi si venga in processione e in pellegrinaggio». Bernadette, silenziosa, non può non angustiarsi a questo comando, per il timore che ha del parroco che, nella sua prudenza, si mantiene piuttosto alieno e scettico sui rumorosi fatti della grotta di Massabielle. E quando Bernadette, accompagnata dalle zie Bernarde e Basile, si reca in canonica, si sente subito accusata di essere una bugiarda, un’illusa, una rovina per il paese: «Come vuoi, bugiarda, che si faccia una processione? Tu alla grotta non vedi nulla di nulla. Se Ella fosse quella che finge di essere, saprebbe benissimo che io non ho questa facoltà. Ella doveva indirizzarti non a me, ma al vescovo di Tarbes». Bernadette e le zie sono proprio desolate!
Nella quattordicesima apparizione del 3 marzo, Bernadette chiede alla Signora quale sia il suo nome. La risposta è un sorriso. La sera Bernadette si reca nuovamente dal parroco per rinnovare la richiesta della costruzione di una cappella. Il curato chiede subito a Bernadette il nome di questa Signora, ed ella risponde, con tutta calma, che alla richiesta del nome la Signora ha risposto soltanto con un sorriso. «Ebbene – dice allora il parroco –, risponderai alla Signora che ti ha inviata che il parroco di Lourdes non ha l’abitudine di trattare con gente che non conosce. Se vuole la cappella che dicesse il suo nome e facesse fiorire il rosaio della grotta». Il parroco voleva un segno che attestasse la veridicità delle apparizioni.
Nella quindicesima apparizione, il 4 marzo, si è tutti in attesa della conclusione di quei quindici giorni, e quindi ventimila pellegrini arrivano da ogni parte per essere testimoni della fanciulla in estasi e di un... inimmaginabile prodigio. Sono presenti anche le autorità civili di Lourdes. Il cammino di Bernadette dalla sua povera casa alla grotta sembra un trionfo per quanti la vedono e dicono: «Ecco la santa». Appena Bernadette si inginocchia a pregare, tutti zittiscono e anche gli uomini si inginocchiano togliendosi il cappello. La preghiera dura più di un’ora, e tutti guardano in silenzio il volto di Bernadette trasfigurato in un’estasi luminosa. Attesa fatta di gioia, emozione e speranza di qualche promessa da parte della Madonna, ma l’ora intera di preghiera passa, e rimane viva soltanto la speranza di qualcosa che avverrà, ma fra non molto... 


Nella sedicesima apparizione del 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, molti pellegrini che hanno continuato ad andare alla grotta per devozione avvertono che quella solennità può portare qualche novità di grazia dalla Madonna. Soprattutto Bernadette avverte dentro di sé un richiamo interno davvero grande, e dalla sera precedente sente un desiderio davvero bruciante di andare alla grotta; molte Ave Maria l’accompagnano durante la notte. 
Al mattino presto – alle ore 4.00 – Bernadette arriva alla grotta ove trova già molta gente. La nicchia della grotta è luminosa perché la Madonna è già presente, sorridente e bellissima, come mai la fanciulla l’aveva vista. Bernadette, caduta in ginocchio, in quel momento ha l’ispirazione di chiederle nuovamente il nome e lo fa con viso innocente, dicendole: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?». La Madonna la guarda e le sorride dolcemente, come le volte precedenti. Questa volta Bernadette si sente incoraggiata a insistere nel domandare ancora due volte, e con le mani giunte le ripete: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?».
A questa ripetuta e commossa richiesta di Bernadette, ecco che la dolce e luminosa Signora, assume un’espressione di nobile serietà. Congiunge le mani, le porta al cuore, e guarda il cielo; poi scosta le mani lentamente, atteggiandosi come nell’immagine della Medaglia miracolosa e dice con voce dolcissima: «Que soy era Immaculada Councepciou [Io sono l’Immacolata Concezione]». E subito dispare.
Immacolata Concezione! Bernadette non può comprendere il significato di queste due parole perché ignora che il papa Pio IX, quattro anni prima, l’8 dicembre 1854, ha definito, trionfalmente, il dogma dell’Immacolato Concepimento di Maria Santissima, riconosciuta, quindi, «sine labe originali concepta», acclamata quale Regina del Paradiso. Ma, pur ignorando tutto ciò, l’umile e santa Bernadette è stata la veggente protagonista del grande mistero di grazia di Lourdes, completato con la splendida rivelazione della divina verità: “Io sono l’Immacolata Concezione”, a conferma divina del dogma dell’Immacolata Concezione già definito quattro anni prima dal papa Pio IX. 


Che cosa fa l’umile santa Bernadette?
Completata la sua missione più importante di veggente estatica dell’Immacolata alla santa grotta di Massabielle, l’umile Bernadette pensa subito a prepararsi con grande devozione per la sua prima Comunione, che farà nella grande solennità del Corpus Domini; e poco dopo si prepara a entrare nell’Istituto delle Sorelle della Carità di Nevers, per donarsi a Dio quale pura e santa vergine consacrata.
In questa grande casa religiosa ella si offre e si consuma nelle sofferenze delle sue dolorose malattie, con la pratica delle virtù eroiche, in particolare della preghiera continua con la quale conserva la riservatezza del raccoglimento che non riesce, tuttavia, a farle nascondere qualche traccia di quel suo volto estatico avuto nelle numerose visioni dell’Immacolata alla grotta. Nel convento, però, la sua lunga missione di suora santa è soprattutto l’offerta più edificante delle sofferenze che non la lasciano mai, secondo le parole che le disse la Madonna: «Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro».
E questa attesa dell’altro mondo è per Bernadette una speranza sempre viva, alimentata dalla possibilità di rivedere la sublime Madre del Paradiso, di cui spesso parla esclamando sempre commossa: «Oh, la Vergine! È così bella che una volta veduta, si vorrebbe morire per rivederla!». 


E il 16 aprile 1879 arriva questo momento tanto atteso: la morte santa di questa dolce e pura Bernadette, così ricca di innocenza estatica, alla significativa età di 33 anni, stando ella immersa nella più umile preghiera rivolta alla Madonna, tenendo stretta tra le mani la corona del Rosario, e con le parole di supplica: «Ave Maria... prega per me, povera peccatrice... povera peccatrice...!». Ecco l’edificazione sublime di questa morte santa! 
Dopo trent’anni dalla sepoltura, ecco un altro splendido prodigio. Il 22 settembre 1909, alla riapertura della cassa per la ricognizione della salma, non c’è nessuna traccia di corruzione: il suo volto è candido, le mani intrecciate sono perfette nello stringere il Rosario, e sul petto il piccolo Crocifisso, del quale ella scrisse un giorno nel suo libricino: «Lui solo, amico fedele, porterò con me, tra le mie dita gelate». 
Inizia il processo di beatificazione e canonizzazione, si raccolgono centotrentatré testimonianze sulla sua vita, virtù e miracoli, e il papa san Pio X dichiara Bernadette venerabile. Si prosegue, quindi, con duecentotré sedute e con altre due esumazioni della salma che si trova sempre prodigiosamente intatta, in un atteggiamento luminoso di pace infinita, a testimonianza visibile che l’Immacolata Concezione vuole conservare incorrotta la candida Bernadette che tante volte ha fissato le sue pupille nello splendore radioso degli occhi dell’Immacolata. 


Il 14 giugno 1925 il papa Pio XI dichiara Bernadette beata, facendo questa preziosa riflessione: «Non vi è alcun dubbio, con l’umile figlia dei Pirenei. Noi ci troviamo in presenza della santità, nel senso esatto e preciso della parola».
Infine si arriva all’8 dicembre 1933, giorno della canonizzazione dell’umile e pura Bernadette, da parte dello stesso papa Pio XI: ed è proprio in questo giorno sublime che l’innocente anima di Bernadette esulta gloriosa nei Cieli con l’Immacolata Concezione, la divina Madre e Regina di quel Paradiso sfavillante eternamente di angeli e di santi immersi nell’amore infinito di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Possiamo adesso concludere pregando anche noi: gloriosa figlia di Lourdes, santa Bernadette, prega per noi... poveri peccatori... grandi peccatori!


Che cosa avviene a Lourdes dopo le apparizioni?
Ancora prima della morte di santa Bernadette a Lourdes sono numerosissimi i pellegrinaggi di fedeli che arrivano da ogni parte del mondo e che si moltiplicano fino a raggiungere la media altissima di circa cinque milioni di pellegrini ogni anno, di cui più di mezzo milione sono ammalati. 
Il 28 luglio 1858 il vescovo di Tarbes, diocesi a cui appartiene Lourdes, avvia una commissione d’inchiesta sulle allora ancora presunte apparizioni della Madonna alla Grotta di Massabielle. Con l’intervento del vescovo, la cosa primaria da fare è rendersi conto dell’insieme delle tante cose, valutandole ordinatamente. Per questo viene nominata subito una commissione di nove persone competenti, che si mettono all’opera per constatare: 1. se le visioni di Bernadette siano vere, di carattere soprannaturale; 2. se con l’acqua della grotta si sono avute guarigioni naturali o da attribuire a causa soprannaturale; 3. se la fontana di acqua esisteva già prima della visione; 4. se i medici che visitano gli ammalati guariti dall’acqua, certificano le guarigioni miracolose avvenute.


Per questi e per molti altri dettagli delle cose avvenute o che avvengono a Lourdes, i componenti della commissione cercano di verificarne le cause naturali o soprannaturali.
Prima di tutto ciò, però, la cosa importantissima non può non essere l’ascolto di Bernadette – l’umile e candida veggente protagonista –, che deve comunicare la descrizione di tutto l’insieme delle visioni ed estasi avute nella contemplazione dell’Immacolata apparsa in quella santa nicchia della grotta di Massabielle.
Bernadette viene chiamata dalla commissione, e subito si mette a disposizione descrivendo ordinatamente, con tutta calma e serenità, l’insieme delle esperienze, visioni ed estasi avute negli incontri con l’Immacolata alla grotta, lasciando edificati e ammirati tutti i componenti della commissione, specialmente a riguardo dell’ultima apparizione alla grotta, con la gioiosa rivelazione del nome della Madonna: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Subito dopo, però, c’è da preoccuparsi del santuario, ossia della chiesa da costruire, secondo la richiesta affidata dalla Madonna a Bernadette. Il vescovo, infatti, a suo tempo, si preoccupa e organizza il necessario per arrivare alla costruzione di una vera e propria Basilica di Nostra Signora del Rosario, dove ancora oggi si fa ogni sera la processione “aux Flambeaux” durante la quale la folla di pellegrini canta lodi a Maria Santissima. 


Alla riapertura della grotta da parte delle autorità civili, cinque membri della commissione vescovile si recano a Lourdes per studiare sul posto la grotta, la sua struttura con le sue cavità, facendo anche la prova della possibilità di luci ingannevoli, ma con nessun risultato positivo. Ugualmente, a riguardo della presenza di quella nuova fontana d’acqua, risulta che essa non esisteva prima che Bernadette scavasse la terra su indicazione della Madonna.
Intanto, insieme alla grande moltitudine di uomini e donne che hanno riacquistato la fede e la pratica dei sacramenti, si parla molto, in più paesi e luoghi diversi, dei miracoli ottenuti grazie all’acqua della grotta, e la commissione, quindi, deve percorrere le diocesi di Tarbes, di Auch, di Bayonne, per prendere accurate informazioni, facendo raccontare ai singoli ammalati tutti i particolari della malattia, alla presenza dei rispettivi medici, insieme alle testimonianze di parenti e amici.
A riguardo dei miracoli, è necessario, ovviamente, arrivare alla conclusione che la guarigione risulta inspiegabile scientificamente, per attribuirla a causa soprannaturale, come nei casi, ad esempio, di malati gravi guariti istantaneamente a contatto con l’acqua della fontana sgorgata ai piedi della santa grotta. È importante, per questo, consultare l’ufficio medico di verificazione, a disposizione degli ammalati (visitato anche da centinaia e centinaia di medici). 


Quante grazie non bisogna rendere a Dio per il dono di questo splendido santuario mariano a noi concesso? Anche se è vero che in questi nostri tempi di rovine morali e spirituali orribili nella nostra stessa Chiesa, non possiamo non ringraziare e benedire Iddio per un dono così grande, animandoci a saper lottare e soffrire per recuperare quella ricchezza di grazie che il santuario mariano di Lourdes porta con sé e vuole donare a tutti gli uomini di buona volontà.
Animiamoci soprattutto con la fervente preghiera capace di ottenere tutte le grazie, che è la preghiera del santo Rosario, quella preghiera che apriva e chiudeva, di solito, le visioni e le estasi dell’angelica santa Bernadette Soubirous nei suoi sublimi incontri con l’Immacolata Concezione, con la Piena di Grazia, con la divina Mamma di Gesù e Mamma nostra, che vuole e aspetta tutti noi, suoi figli, in Paradiso, nella beatitudine eterna dell’amore infinito di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo!   
 

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