SPIRITUALITÀ
2 febbraio: La Candelora
dal numero 5 del 28 gennaio 2024
di Padre Stefano M. Manelli

La festa della Presentazione di Gesù al Tempio, chiamata popolarmente Candelora, è caratterizzata dalla benedizione delle candele, simbolo di Gesù, l’unica vera «luce per illuminare le genti». Alla benedizione delle candele è poi legata un’importante profezia...

La Candelora è una delle feste della Madonna. È una festa di antica data e di grande devozione popolare.
Perché si chiama “Candelora”? Perché in questo giorno nelle chiese cattoliche vengono benedette molte candele distribuite ai fedeli che le prendono molto volentieri.
Perché la benedizione delle candele? Per la celebrazione, appunto, della festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, che avvenne quaranta giorni dopo la sua nascita a Betlemme (cf Lc 2,22-39). 
Questa festa ebbe origine in Oriente. Il suo nome era “Hypapante”, termine greco che significa “incontro”, a ricordo, appunto, dell’incontro che avvenne fra il profeta Simeone con Maria, la Madre, e con Gesù Bambino, il quale era stato già annunciato come la «grande gioia» dagli angeli ai pastori di Betlemme (cf Lc 2,8-12), e rivelato dalla stella ai pagani rappresentati dai Magi (cf Mt 2,1-2).
La Presentazione di Gesù al Tempio, invece, vuole essere l’annuncio – come ha scritto l’evangelista san Luca – della grande sofferenza con cui verrà operata la Redenzione universale ad opera dell’immolazione sanguinosa di Gesù Cristo crocifisso sul monte Calvario, come descritta nei due capitoli del Vangelo di san Luca (22; 23).
Nell’incontro con Gesù Bambino c’era il santo vecchio Simeone, che san Luca presenta quale «uomo giusto e timorato di Dio» (Lc 2,25), al quale lo Spirito Santo aveva preannunziato la conoscenza del «Cristo del Signore» (Lc 2,26), e proprio Simeone, recatosi al Tempio, prese Gesù Bambino in braccio, benedicendo Dio con queste parole ispirate: «Ora, lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,29-32).
Mentre san Giuseppe e la Madonna restavano stupiti nel sentire queste parole riguardo a Gesù, Simeone si rivolse loro benedicendoli, e disse alla Vergine Santissima queste parole profetiche: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35); rivolgendosi poi direttamente alla Madonna disse: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35), unendo quindi Gesù e la sua Mamma – il Redentore e la Corredentrice – nell’opera della Redenzione universale dell’intera umanità.
Il rito della benedizione delle candele risale al sec. X, poiché la candela è simbolo di Gesù «luce per illuminare le genti» (Lc 2,32), come il profeta Simeone disse appunto di Gesù Bambino.


Le candele benedette
Le candele benedette saranno le uniche a far luce e saranno necessarie all’avverarsi della profezia orribile sui “tre giorni di buio” della beata Anna Maria Taigi. In quei terrificanti tre giorni, infatti, in un buio pesto, «tutti i nemici della Chiesa – visibili e sconosciuti – periranno sulla terra [...], eccettuati soltanto quei pochi che si convertiranno [possiamo pensare che questi “pochi che si convertiranno” siano il “pusillus grex” di cui parla Gesù in Lc 12,32?]. L’aria sarà infestata da demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme».
Per le notizie storiche riguardanti le profezie si veda il libro The Life of the Venerable Anna Maria Taigi: The Roman Matron di Edward Healy Thomson. Un altro attestato importante di questo avvenimento è il seguente: «Il direttore della venerabile Taigi disse al Generale dei Trinitari nella lettera del 30 agosto 1864: è vero che la venerabile serva di Dio ha annunciato il flagello dei tre giorni di oscurità diffusa su tutta la terra [...] e che l’oscurità sarà così fitta che nelle case faranno luce solo le candele benedette. Ha anche detto che in queste circostanze le finestre dovrebbero essere chiuse molto bene e si dovrebbe evitare di affacciarsi ad esse, e che era necessario recitare il Rosario e pregare».
Attenzione, dunque, all’importanza delle candele benedette, soprattutto quale simbolo gentile e delicato di Gesù Bambino, nostro Salvatore, che è sempre l’unica vera “luce per illuminare le genti”.   

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