SPIRITUALITÀ
San Luca evangelista | Lo scrittore della mansuetudine di Cristo
dal Numero 39 del 15 ottobre 2023
di Paolo Risso

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro (Lc 24,28-29).

Il principe dei traduttori della Sacra Scrittura e degli esegeti, san Girolamo, così scrive di san Luca, il terzo evangelista della santa tetrade dei Vangeli: «Luca, medico di Antiochia, fu, come lo danno a vedere i suoi scritti, buon conoscitore del greco. Fattosi discepolo dell’apostolo Paolo e compagno dei suoi viaggi, scrisse il Vangelo di cui lo stesso Paolo dice: “Inviamo il fratello celebre in tutte le Chiese per il suo Vangelo” (2Cor 8,18). Scrivendo ai Colossesi, Paolo dice di lui: “Vi saluta Luca, medico carissimo” (Col 4,14); e a Timoteo: “Soltanto Luca è con me” (2Tm 4,11). Luca pubblicò anche un altro volume intitolato Atti degli Apostoli. La cui storia si spinge fino al secondo anno della permanenza di Paolo, in Roma, vale a dire fino al quarto anno di Nerone. Dal che abbiamo modo di argomentare che il libro è stato scritto in Roma [...]. Alcuni pensano che ogni qualvolta Paolo usa la frase “secondo il mio Vangelo”, voglia alludere al libro di Luca. Il quale però apprese il Vangelo non solo dall’apostolo Paolo, che non visse con il Signore durante la sua vita terrena, ma anche dagli altri Apostoli, come egli stesso, in principio del suo Vangelo, dichiara con queste parole: “Come tramandarono a noi quelli che furono fin dal principio testimoni oculari e ministri della Parola” (Lc 1,1-4). Scrisse dunque il Vangelo come l’aveva appreso dalla narrazione altrui; mentre gli Atti degli Apostoli li compilò secondo quel che egli stesso aveva veduto».


Intervista al medico
Luca dunque viene dall’Ellenismo. Era nativo di Antiochia dove sentì parlare per la prima volta di Gesù dai cristiani della prima ora i quali erano fuggiti lì per scampare alla persecuzione scatenata dal sinedrio a Gerusalemme. Vi svolgeva la professione di medico e, secondo la tradizione, era pure pittore. Un uomo colto che conosceva e maneggiava assai bene il greco – come un artista. Il suo Vangelo, scritto in base a sicura e ampia documentazione storica, ha il carattere quasi di una biografia di Gesù, è un bellissimo profilo di Gesù. Gli Atti degli Apostoli fanno di lui il primo storico della Chiesa, della Chiesa nascente, cui seguirà Eusebio di Cesarea. Entrambi i suoi testi sono di straordinaria bellezza sia riguardo al contenuto – Gesù e la sua Chiesa – sia riguardo allo stile.
Viene dalla “grecità” dotta e raffinata, dalla “areté” greca, il nostro Luca, ma la sua cultura, affollata di filosofi e poeti illustri, non gli è bastata a saziarlo e a dargli pace. Così egli si è fatto credente e seguace del Maestro Gesù Crocifisso e Risorto, che gli si è rivelato essere la vera unica risposta ai problemi dell’uomo, al problema che è uomo. Nel 65 d.C. Vangelo e Atti non solo erano scritti, ma già si erano diffusi da Roma in Oriente e in Occidente innamorando di Gesù e convertendo a Lui tante anime e, come i Vangeli di san Matteo e di san Marco, erano letti nelle comunità cristiane, quando di domenica, giorno del Signore e signore dei giorni, si celebrava l’Eucaristia, la Santa Messa.
Per scrivere di san Luca evangelista come stiamo facendo, abbiamo letto testi di storici ed esegeti sicuri (ad esempio il Dizionario Biblico di F. Spadafora, Studium, Roma). Il suo Vangelo si focalizza particolarmente sulla bontà del nostro misericordioso Gesù, tanto che Dante lo chiamerà “scriba mansuetudinis Christi”, lo scrittore, appunto, della bontà di Gesù. 
Ho pensato pertanto di “inventarmi” un’intervista allo stesso Evangelista: ciò che Luca dice è storia autentica di Gesù e della sua Chiesa.

Dottor Luca, che cosa mi dici del tuo Vangelo?
«Sì, dopo aver fatto diligenti ricerche, mi sono deciso anch’io a metter per iscritto con ordine, una narrazione degli avvenimenti che si sono svolti tra noi. Una vita di Gesù, se volete chiamarla così, che si estende oltre il tempo propriamente detto che Gesù ha passato sulla terra. Una storia di Gesù, quella del tempo di Gesù (il Vangelo), ma necessariamente anche del tempo della Chiesa che prolunga Gesù... Ma non chiamarmi dottore, ché l’unico Dottore, l’unico Medico, l’unico Maestro è il nostro amatissimo Gesù! Capito?».

Hai conosciuto Gesù di persona?
«Io sono di famiglia pagana e vivevo in Antiochia. È là che, qualche tempo dopo l’Ascensione del Signore ho sentito parlare di Lui dai suoi apostoli, Pietro, Giovanni..., dai suoi seguaci che cominciavano ad essere detti “cristiani”. Ma io, poi ho fatto ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi della venuta di Gesù, e sulle sue opere, e ho deciso di scriverne un resoconto ordinato, in modo che colui che lo legge possa rendersi conto della solidità degli insegnamenti che vi trova. È nato così “il mio Vangelo”. L’ho dedicato al mio amico l’“illustrissimo Teofilo”, un egregio signore che ora vive per Gesù solo. Ma “teofilo”, cioè cercatore di Dio, amante di Dio, di Gesù Cristo, può esserlo ogni uomo, ogni cristiano».

Potresti citare qualcuno di questi testimoni?
«Una testimone oculare eccezionale, davvero unica, è Maria, la Madre di Gesù, che Egli ha dato come Madre, sì a Giovanni, il suo discepolo prediletto, ma anche a tutta la Chiesa. Gli Apostoli e i seguaci di Gesù hanno cominciato la nostra avventura pregando nel cenacolo “con Maria Madre di Gesù”. È evidente che quanto ho narrato di Maria e dell’infanzia di Gesù l’ho appreso direttamente da Maria. Ella lo aveva narrato già agli Apostoli, ma lo ha narrato anche a me, che andavo indagando su Gesù. Un’esperienza straordinaria ascoltare Maria che racconta di Gesù».

Ci vuoi aiutare a leggere il tuo Vangelo?
«Tutto si apre alla scuola di Maria con la narrazione storica dell’infanzia di Gesù, una prima presentazione del Personaggio, “un piccolo Vangelo” che contiene come in germe tutto il Vangelo... Quindi la storia di Gesù è presentata come un lungo viaggio da Nazareth a Gerusalemme, con la chiamata dei suoi amici, le opere, i miracoli di Gesù con le parabole, soprattutto quelle che solo io riporto – vedi quella del figlio prodigo –. A Gerusalemme c’è la Croce che attende Gesù, ma tutto ricomincia dalla sua morte offerta in Sacrificio di adorazione al Padre e di espiazione dei peccati del mondo, e dalla sua Risurrezione. Allora Gesù Risorto ci viene incontro sulla via, come ai discepoli di Emmaus, come un viandante misterioso che poi essi riconoscono quando Egli si ferma da loro e spezza il pane con loro».
L’oggi di Gesù

Luca, c’è una parola che ti distingue...
«È la parola “oggi”. Gesù la dice spesso: “Oggi questa Scrittura si è compiuta” (Lc 4,21); “Oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5); “oggi per questa casa è venuta la salvezza” (Lc 19,9); “oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43)... Gesù è l’uomo-Dio dell’oggi. Gesù non è mai ieri, non è un ricordo del passato. Gesù è vivo oggi ed è contemporaneo di ogni uomo e di ogni tempo. Gesù è qui, con noi, come il primo giorno. E tu puoi incontrarlo sulla strada come i suoi amici di Emmaus. Gesù oggi ti riscalda il cuore, quando ti spiega la Scrittura. Gesù oggi si svela a te, quando ti offre il Pane e il Vino che sono il suo Corpo sacrificato e il suo Sangue sparso. Sì, oggi, Gesù è sempre con noi, sino all’ultimo giorno».

Per questo, dottor Luca, sei anche lo storico della Chiesa in cui Gesù vive e opera oggi...
«Dopo la mia conversione, ho lasciato in parte la mia professione di medico e mi sono messo a seguire Paolo di Tarso, il grande apostolo delle genti, convertito da Gesù stesso sulla via di Damasco, che ha portato Gesù da Gerusalemme alla Grecia, a Roma, nei vertici dell’Impero romano, tra gli umili e i dotti, tra i potenti e gli ultimi. È stato sulle vie dell’Asia Minore e della Grecia che abbiamo percorso insieme, nelle nuove comunità che Gesù ha suscitato dovunque, nell’entusiasmo dei credenti, nella loro fede e nel loro amore a Gesù, nella loro pazienza tra le persecuzioni, innanzitutto nel mio maestro Paolo, che ho compreso la potenza di Gesù, la sua ineffabile bontà e il suo amore per gli uomini».

Hai tutto documentato, come hai fatto per il tuo Vangelo?
«Ho usato “documenti” diversi, una specie di diario dei viaggi con Paolo. Così ho preso nota dell’uscita allo scoperto di Pietro e degli Undici la mattina di Pentecoste, delle prime opere di Pietro e di Giovanni a Gerusalemme, ho visto e ho consultato la Chiesa di Antiochia, che si è aperta ai pagani, agli ellenisti; ho appuntato le cose del primo “concilio”... 
Tutto si può dire in poche parole: gli Apostoli, ma anche i loro piccoli o grandi collaboratori parlano di Gesù... e Gesù con il suo Spirito apre i cuori a sé. Non temere, siamo solo agli inizi, ma siamo già a Roma... e il mondo intero sarà di Gesù. Annuncia il Vangelo, rivivi oggi gli atti degli apostoli. Tutto comincia oggi».

Dopo il martirio di Paolo, Luca ha continuato la sua missione di evangelizzatore. Secondo gli antichi scrittori, è stato in Gallia, in Dalmazia, in Grecia, in Egitto..., spinto dallo Spirito Santo a far conoscere e amare Gesù. Per Lui è morto martire. Molti luoghi dicono di possedere i suoi resti, ma è assai probabile che riposi nella basilica di Santa Giustina a Padova.   

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits