SPIRITUALITÀ
La Vergine Maria e le anime serafiche di ieri e di oggi
dal Numero 39 del 15 ottobre 2023
di Padre Nazzareno M. Antonelli

Il francescano è chiamato a donarsi con amore ardente per la salvezza delle anime. È ciò che voleva il Serafico dai suoi frati ed è ciò che lo ha spinto a chiedere e ottenere il cosiddetto “Perdono di Assisi”.

Da quanto scritto finora risulta chiaro che la Madonna, gli angeli e l’Ordine Francescano siano stati uniti da Dio affinché compiano una missione comune: sconfiggere l’azione diabolica nel mondo, incendiare i cuori umani con il fuoco dell’amore divino e quindi condurre tutte le anime in Paradiso. Il Serafico Padre, mentre si trovava alla Porziuncola, disse ai frati: «Carissimi fratelli, consideriamo la nostra vocazione: Dio misericordioso non ci ha chiamato solo per noi stessi, ma anche per l’utilità e la salvezza di molti. Andiamo dunque per il mondo, esortando e ammaestrando uomini e donne con la parola e con l’esempio, affinché facciano penitenza dei loro peccati e si ricordino dei Comandamenti del Signore, che da lungo tempo hanno gettato in dimenticanza» (FF 1508). Quando il 2 agosto del 1216 annunciò per la prima volta ai fedeli il dono dell’indulgenza della Porziuncola, disse loro: «Io vi voglio mandare tutti in Paradiso» (Diploma di Teobaldo). 
Quest’ultima frase di san Francesco sintetizza in modo mirabile il fine dell’Ordine Serafico, concepito e nato proprio alla Porziuncola per grazia della Regina degli Angeli: salvare tutte le anime, mandare tutti in Paradiso. Come gli angeli sono posti al servizio della Madonna e sono da Ella inviati per attualizzare in ogni anima la Redenzione compiuta da Lei e da Gesù, così lo sono anche i francescani e le clarisse. La Madonna ha dunque voluto al suo servizio, oltre a san Michele e alle milizie angeliche, degli angeli in carne ed ossa affinché anch’essi combattano contro il diavolo e le sue milizie, per strappare dalle loro mani le anime che rischiano la dannazione eterna. Questi “angeli umani” sono i santi frati e suore dell’Ordine Serafico.
Questa precipua vocazione francescana la si evince anche dalla domanda che Gesù e la Madonna posero a san Francesco: «Dicci cosa desideri per la salvezza delle anime!». Ovviamente il Re e la Regina che domandavano ciò al loro servo fedelissimo, avevano già posto nel suo cuore la risposta migliore che egli potesse dare. Difatti san Francesco, uomo tutto plasmato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria, nell’eccesso del suo zelo per la salvezza delle anime chiese moltissimo, ma, come disse Gesù, san Francesco era degno di ottenere cose ancor più grandi.
Dal Serafico Padre in poi, c’è tutto un filone di grandissimi santi francescani innamorati della Madonna e devotissimi di san Francesco. Riportarli tutti sarebbe impossibile. Ma questo ci è sufficiente per dire che non fa meraviglia che nel XX secolo si sia avuto san Massimiliano M. Kolbe, fondatore della città dell’Immacolata Niepokalanów, che significa “proprietà dell’Immacolata”, e della Milizia dell’Immacolata. Egli descrisse così le finalità della Milizia: «I membri della Milizia si consacrano all’Immacolata senza alcuna restrizione, affinché Ella possa disporre completamente di essi quali strumenti per l’opera che Ella stessa compie, vale a dire per combattere satana e aiutare le anime nella loro santificazione» (SK 1330). 
Quali furono le circostanze storiche che indussero san Massimiliano a fondare quest’associazione? È lui stesso a spiegarlo: «L’occasione che portò alla sua fondazione furono le dimostrazioni sempre più provocatorie che la Massoneria italiana inscenava contro la Chiesa, nella stessa città di Roma: ad esempio inalberava le proprie bandiere davanti alla finestra del Vaticano, sventolava uno stendardo sul quale era raffigurato l’arcangelo Michele sotto i piedi di Lucifero [...]. Perciò, durante la prima riunione della Milizia, avvenuta a Roma nell’anno 1917, fu stabilito il seguente programma: impegnarsi, attraverso l’Immacolata, quali strumenti nella sua mano, nell’opera di conversione dei peccatori e di tutti coloro che ne hanno bisogno, e nell’opera di santificazione di tutti» (SK 1222). 
In un altro scritto aggiunge ancora un particolare: «Sotto le finestre del Vaticano furono issati gli “stracci” massonici; volantini distribuiti un po’ ovunque affermavano che la polizia italiana era in dovere di fare irruzione in Vaticano, mentre una mano maligna aveva scritto: “Il diavolo governerà in Vaticano e il Papa gli farà da guardia svizzera”» (SK 1277). Oltre a ciò, già dicemmo che la milizia di san Michele arcangelo è la stessa milizia dell’Immacolata, per cui è manifesto anche qui il legame tra l’Immacolata, san Michele e l’opera di san Massimiliano.

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