SPIRITUALITÀ
Fede e preghiera La famiglia Manelli, una famiglia cara a Dio
dal Numero 38 del 8 ottobre 2023
di Claudio Circelli /9

Torniamo ad ammirare i sublimi esempi dei servi di Dio Settimio Manelli e Licia Gualandris, con la loro numerosa famiglia benedetta da Dio. La loro arma segreta? La fede alimentata dalla preghiera, soprattutto dal santo Rosario.

La chiamata alla perfezione cristiana è stata ben compresa da coloro che si sono incamminati con serietà sulla strada della santità, fino ad arrivare ad affrontare e superare, grazie alla fede e alla preghiera, anche le prove più dure della vita. Chi vive di fede e di preghiera ottiene risposte pure al dolore più lacerante, come quando un figlio piccolo o una giovane donna devono cercare il senso della scomparsa del padre o del marito in giovane età. 
Così accadde al beato Luigi Tezza e alla sua mamma Caterina Nedwiedt. Quando morì Augusto Tezza, medico e papà del futuro Beato, il piccolo aveva poco più di 6 anni. Visse insieme alla mamma per altri otto, poi entrò tra i camilliani di Verona, mentre la madre chiese e ottenne l’ingresso nel monastero delle visitandine. La preghiera accompagnò la vita di mamma Caterina tanto seriamente che quando, ormai suora, seppe che Luigi sarebbe diventato diacono, pregò e fece pregare Dio dalle consorelle di «prendere con sé il figlio, piuttosto che lasciarlo deviare dalla perfezione religiosa». 
Certi slanci di eroismo sono propri di uomini e donne che vogliono vivere la vita santamente e solo la preghiera d’impetrazione può aiutare e sorreggere coloro che ancora devono terminare il loro cammino terreno in questa valle di lacrime. 
Anche i coniugi Manelli (i servi di Dio Papà Settimio e Mamma Licia) hanno fatto i conti con la morte precoce di alcuni dei loro figli e pure loro con la fede e la preghiera hanno superato i momenti di dolore nella convinzione che la morte non è la fine definitiva di ogni cosa, ma solo l’inizio di un nuovo cammino. 
Entrambi i coniugi Manelli hanno ricercato giorno dopo giorno la volontà di Dio e superato le varie prove della vita, traendo forza dalla preghiera, e in modo particolare dalla recita del santo Rosario. Durante il corso della loro vita hanno recitato tanti Rosari. Con questa bellissima e privilegiata preghiera mariana, insieme alla santa Eucaristia, alla meditazione delle Sacre Scritture, alla recita della liturgia delle Ore e alla partecipazione alla Messa quotidiana, i due sposi hanno intrecciato in modo inestricabile la loro unione e alimentato il loro spirito di fede, ma hanno anche intessuto un’amaca sulla quale hanno adagiato la loro anima fino al giorno cruciale del grande passaggio all’altra vita. 
Di sicuro, però, la fede non s’improvvisa, ma si prepara giorno dopo giorno attraverso la preghiera quotidiana. Una pratica quotidiana che si fa esercizio costante, tanto più meritorio quanto più sono gravosi gli impegni quotidiani di chi lo compie, come quello di una mamma che deve accudire molti figli, o di un marito che per far quadrare il bilancio familiare deve dedicare tanto tempo della sua giornata a svolgere lavori suppletivi oltre a quello principale. La fede, infatti, è qualcosa di molto concreto. Non è un’adesione a una tradizione e non si esaurisce con l’articolare formule verbali, ma è: «un’adesione della nostra vita e delle nostre opere alla volontà di Dio...».  
Con la preghiera possiamo tutti impetrare la grazia di appartenere sempre più profondamente al Signore, fino a trasformarci completamente in uomini nuovi, rigenerati, e fare già quaggiù esperienza di un riflesso della realtà divina che godremo pienamente solo in Paradiso. Essa ci prepara al passaggio verso la Vita eterna ed è il mezzo sicuro per vincere le tentazioni e le cattive inclinazioni della nostra natura.
La chiamata alla perfezione cristiana implica l’ingaggiare battaglie spirituali anche violente contro le proprie passioni e le proprie abitudini sbagliate. Abbiamo sempre tutti qualcosa da correggere. L’aspetto della lotta per conseguire un grado sempre più alto di vita spirituale lo ricaviamo anche dalla lettura dei pensieri annotati da papà Settimio. In essi si vede con chiarezza l’anelito del Servo di Dio a salire i gradini della vita di grazia, ed è del tutto impensabile che questa ascesa non sia stata supportata da una intensa preghiera personale. 
Licia, poi, essendo sopravvissuta al marito, ha vissuto la vedovanza in piena accettazione della volontà di Dio e l’ausilio della preghiera è diventato per lei come l’ossigeno per i polmoni. E se la preghiera ci avvicina al mistero di grazia, il vederla intenta ad essa, mentre tra le dita scorrevano i grani della corona che aveva tra le mani, poteva condurci già fuori dal tempo e farci pensare ad un’immagine che immortala in una foto, o in un dipinto, un tratto dell’eternità.

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits