Il centenario in corso della beatificazione di santa Teresa di Gesù Bambino ci offre l’occasione di dare inizio a una serie di articoli di meditazioni e di riflessioni sulla “Piccola via”, o “via dell’infanzia spirituale” di cui santa Teresina è maestra. Si tratta della via propria delle anime “piccole”, che, nel cammino di santificazione, non sanno andare troppo lontano da sole, ma hanno bisogno di una mano amica e materna che le accompagni e le diriga passo dopo passo. È la via, forse, per la maggior parte di noi, anime deboli ma ricche di energie e di potenzialità, per dare al Signore molto sulla via del ritorno a Lui. Santa Teresina sia per noi questa “mano amica”, con la quale correre a grandi passi, senza smarrirci tra scoraggiamenti e paure, liberi della libertà propria dei figli di Dio.
È il Signore a comandare: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Quel “come”, ossia quel termine di paragone, è sconvolgente. Essere perfetti come il Padre Eterno, come Dio. Eppure Gesù ce lo comanda e questo ideale di perfezione deve esserci costantemente presente.
Chi è Dio? L’“antico” catechismo di san Pio X – antico ma sempre attuale, semplice e chiaro nelle sue esposizioni... ciò di cui abbiamo bisogno oggi più che mai – afferma a chiare lettere: «Dio è l’essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra» (n. 2).
Egli dunque è l’Essere perfettissimo, e noi siamo chiamati a essere perfetti come Lui. Inutile dire che raggiungere l’esatta perfezione divina non è possibile a creatura umana, ma ciò non ci esime dal dovere di tendere costantemente a questa perfezione, per giungere alla più perfetta somiglianza possibile con Lui. Il Signore non ci chiede altro che la nostra buona volontà.
Non appena santa Teresina comprese di essere stata creata per un ideale più nobile, di essere cioè chiamata alla santità, come lo è ciascuno di noi secondo il proprio stato di vita, ella pose ogni cura per impedire che lo spirito del mondo prendesse piede nel suo cuore, che volle custodire tutto per Dio. La sua unica preoccupazione fu di rendere il suo cuore sempre libero per il Signore, per le cose del Cielo, impegnandosi a fare di ogni pensiero, di ogni azione e intenzione un dono a Gesù.
Spesso noi ci lasciamo attrarre e ingannare dai falsi splendori della terra, capaci di restringere il nostro cuore, di limitare gli slanci della nostra anima chiamata alle cose soprannaturali. Ci lasciamo irretire dalla bellezza e dalla bontà delle cose transitorie; dimentichiamo che le cose di questa terra, sì, hanno un essere, una bontà, una bellezza perché esistono, ma non sono l’essere, la bellezza, la bontà. Questo è proprio unicamente di Dio: Egli non solo ha creato e possiede tutte le cose, ma Egli è l’Essere, è la Bellezza, è la Bontà. Solo in Lui possiamo estinguere la nostra fame e sete di felicità e di perfezione, e ciò si realizzerà in pienezza solamente nell’eternità, quando lo avremo raggiunto nella Patria beata. Ma ora è necessario impiegare tutta la nostra buona volontà per non impigliarci fra i lacci del mondo, ma camminare costantemente su questa terra con gli occhi fissi a Lui, protesi alle «cose di lassù» (Col 3,1).
L’impresa non è semplice, ne siamo al corrente, ma Dio non ci comanda ciò che è insensato o impossibile, poiché sappiamo per fede che non può domandarci nulla che superi le nostre forze, ma Egli ci dona sempre la grazia di adempiere quanto ci domanda.
Di fronte al mistero della chiamata alla perfezione, santa Teresina afferma sapientemente: «Ecco il mistero della mia vocazione, di tutta intera la mia vita e soprattutto il mistero dei privilegi di Gesù per la mia anima... Egli non chiama quelli che ne sono degni, ma quelli che vuole o, come dice san Paolo, “Dio usa misericordia con chi vuole, e ha pietà di chi vuole averla. Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che usa misericordia” (cf Rm 9,15-16)».
Ciò non vuol dire che dobbiamo starcene inermi di fronte alla vita, alle tentazioni, alle prove o che possiamo fare tutto quel che vogliamo, “tanto Dio avrà misericordia”. Questo è il falso misericordismo degli odierni modernisti. La “Piccola via” è la via che facilita il percorso verso la perfezione in quanto non richiede opere straordinarie, le quali non possono riguardare tutte le anime. È la via non tanto delle opere esterne, eclatanti, grandiose, ma la via dell’interiorità, della fiducia, dell’abbandono, della confidenza, della buona volontà. E questo è veramente di tutti e nessuno può protestare di esserne incapace. Questo è ciò che il Signore vuole da noi, e nulla più; il resto (i risultati, gli effetti, i frutti esterni) sarà Lui a darcelo, se e quando vorrà.
Un tempo, santa Teresina si chiedeva perché, fra le anime, «il buon Dio avesse delle preferenze, perché non tutte le anime ricevessero grazie in ugual misura» (MA 4) [1]; illuminata dalla grazia, trovò risposta gettando uno sguardo sulla natura: «Ho capito che, se tutti i fiori piccoli volessero essere rose, la natura perderebbe il suo manto primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini... Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù. Egli ha voluto creare i grandi santi che possono essere paragonati al giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline o delle violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa verso terra: la perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere ciò che Egli vuole che noi siamo» (MA 5).
Esattamente queste sono le anime chiamate a percorrere la “Piccola via” della perfezione che santa Teresa di Gesù Bambino ha percorso, sulle orme di Gesù.
Se anche tu, come noi, ti trovi a tuo agio su questo percorso, siamo certi che troverai spunti di riflessione e piccoli aiuti dagli insegnamenti sublimi e sapienti che santa Teresina ha serbato anche per te.
Nota
1) Le sigle utilizzate in questo articolo sono le seguenti. MA: Manoscritto A, seguito dal numero corrispondente del manoscritto (non la pagina).