San Giuseppe era giovane o anziano al tempo in cui sposò la Madonna? Il loro è stato un vero matrimonio? E quale la sua ragione? Domande lecite e opportune, date le tante affermazioni odierne. Vediamo chi veramente è stato san Giuseppe e cos’è tutt’ora.
Chi mi parlava di san Giuseppe, quando ero ragazzo, aveva “il dono” di farmi inalberare: o diceva che era un vecchietto con la barba bianca – quindi, pensavo tra me, il nonno o il bisnonno della Vergine Maria sua Sposa –, o diceva che “lo Spirito Santo gli aveva segregata la Sposa” e che lui, suo malgrado, aveva dovuto obbedire.
In seguito, poiché non ho mai appeso il cervello al chiodo, ho scoperto che se Maria era 15-17enne?quando lo sposò, lui, Giuseppe di Nazareth, doveva avere al massimo 23-24 anni. Tutto secondo la normalità dei loro tempi. Se poi Maria aveva fato voto di perpetua verginità, come risulta dai Vangeli («Non conosco uomo», Lc 1,34, che significa dire “né ora né mai”) e come spiega il sommo teologo san Tommaso d’Aquino, allora Giuseppe di Nazareth, così giovane, da sempre doveva essere “una perla di ragazzo”, preparato da Dio per essere lo Sposo della Tutta Santa e il Padre putativo di Gesù, il Vergine per eccellenza, “Virginis Filius et virginum Sponsus [il Figlio della Vergine e lo Sposo delle vergini]”.
Chi ride di tutto questo, scherzandoci sopra, a volte anche nelle prediche, mi fa imbufalire assai: Dio – certamente – non ha cambiato le carte in mano a san Giuseppe, ma, agendo dal di dentro della sua volontà così come a Dio solo è possibile, lo ha preparato per la sua sublime missione.
Missione unica
Stando così le cose, è chiaro che, dopo la Santissima Vergine Maria, nessuno è più in alto nella gloria dei Cieli di san Giuseppe, perché dopo di Lei nessuno fu più vicino a Gesù. La santità straordinaria di san Giuseppe si misura dal carattere eccezionale della sua missione. Da tutta l’eternità egli è stato incluso nel progetto divino dell’Incarnazione del Figlio di Dio, predestinato da sempre ad essere lo Sposo castissimo della Madre di Dio e il Padre verginale del Figlio di Dio.
Questo spiega la preminenza di san Giuseppe su ogni altro santo, ad eccezione della Santissima Vergine Maria. Una missione eccezionale richiede una santità proporzionata. Dio non si inganna: quando Egli sceglie i suoi servi immediatamente, direttamente, senza la mediazione di alcuna scelta umana per compiere una missione speciale, allora Egli dona loro la santità necessaria e proporzionata.
Sovente gli uomini scelgono, per esercitare una missione difficile, degli incapaci e dei mediocri... Sta qui il problema della democrazia che già facevano notare Platone e Aristotele: la democrazia è un regime politico che presuppone che il popolo, nello scegliere esso stesso i suoi rappresentanti, sia un popolo virtuoso, altrimenti sceglie dei pessimi rappresentanti e le nazioni precipitano nella rovina. Ma non è così per Dio: quando Dio, per sua elezione, sceglie qualcuno per compiere una missione elevata, gli dà tutti i doni necessari per questa missione. Ecco perché Giuseppe, questo artigiano 20enne di Nazareth, pur vivendo tra gente pagana della Galilea, doveva essere “una perla di ragazzo”, “un vero giardino fiorito”, “un angelo in carne” (non un puro spirito!), tra gli immancabili mascalzoni del suo tempo.
La missione di san Giuseppe fu duplice: essere lo Sposo verginale di Maria e il Padre putativo di Gesù. Da ciò la sua grandezza, la sua grazia, la sua santità e la sua gloria.
Vero matrimonio
Lo Sposalizio di Maria Santissima e di san Giuseppe fu un vero matrimonio? Come può essere considerato perfetto, se non è stato consumato, se non c’è l’unione carnale degli sposi?
Sì, fu un vero matrimonio. L’angelo stesso, apparendo in sogno a san Giuseppe, gli dice: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché ciò che è generato in lei viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20). Maria è davvero la Sposa di Giuseppe, e non solo Sposa dello Spirito Santo. Ma se il matrimonio di san Giuseppe e della Vergine Maria è un vero matrimonio, quale ne è l’oggetto? Se non si donano l’uno all’altro i loro corpi, in vista di porre gli atti idonei alla procreazione, che cosa si donano?
Scrive il grande vescovo francese Jacques B. Bossuet: «È il trionfo della purezza. Essi si donano reciprocamente la loro verginità, e su questa verginità essi scambiano un diritto naturale. Quale diritto? Di custodirsi la verginità l’un l’altro. Maria ha il diritto di custodire la verginità di Giuseppe e Giuseppe ha il diritto di custodire la verginità di Maria. Né l’una né l’altro ne può disporre, e tutta la fedeltà di questo matrimonio consiste nel custodire a vicenda la verginità, secondo le promesse (i voti!) che li uniscono; ecco il tratto d’unione che li lega».
Questo deve far comprendere in modo chiaro agli sposi cristiani che il matrimonio rimane e merita il suo nome anche quando di comune accordo si osserva la continenza. L’unione dei corpi non è il vertice dell’unione dei coniugi. L’unione degli spiriti in Dio è molto più importante dell’unione dei corpi. Quest’ultima – che dev’essere sempre orientata e aperta alla trasmissione della vita – è al servizio di quella e della generazione dei figli. Tutto ciò relativizza molto la dimensione sessuale all’interno del matrimonio cristiano. In questi nostri tempi di naturalismo, di edonismo, di erotismo è necessario proporre come modello ai fidanzati e agli sposi il matrimonio di san Giuseppe e della Vergine Maria.
Qual è la ragione di questo matrimonio, vero matrimonio? È per preservare l’onore e la verginità di Maria Santissima e per darle sostegno e protezione. Come sostengono molti Padri della Chiesa (si veda, per esempio, san Girolamo), san Giuseppe non ha mai dubitato della verginità della sua Sposa, neppure quando ha visto in Lei i primi segni della maternità (cf Mt 1,19-21). Per questo, egli pensa a “rimandarla in segreto”. Non dubitando mai della purezza e della santità di Maria e vedendo compiersi in Lei un mistero che lo supera infinitamente e che può venire solo da Dio, reagisce come il centurione: «O Signore, io non sono degno...» (Mt 8,8).
Olocausto di amore
Questo gesto di umiltà fu per san Giuseppe un grandissimo sacrificio, perché egli amava la Vergine sua Sposa, la Tutta Santa, di un amore tanto più forte in quanto era amore verginale, un amore infinitamente più grande degli amori più appassionati degli amanti della terra. Ora, così, dinanzi al silenzio di Dio e di Maria, san Giuseppe “spezza” il suo cuore e lo offre a Dio in olocausto: rinuncia a Maria. Allora gli appare un angelo in sogno. Dio non attendeva che questo atto di immolazione per donargli, più autenticamente, Maria Santissima e suo Figlio. Pare davvero che Dio ami chiederci il sacrificio di quanto Egli vuole profondamente donarci.
A questo punto, mi commuovo, come ho visto commuoversi davanti alla “vera storia” di san Giuseppe, fidanzati e sposi, giovani che cercano la loro via nella castità e nella santità del loro stato. Davvero, Giuseppe di Nazareth era “una perla di ragazzo”. Non un vecchio dalla barba bianca, più o meno simile a Babbo Natale. I Vangeli apparentemente dicono nulla sull’età di san Giuseppe, ma la missione che gli era affidata necessitava di un giovane vigoroso. Se no, come avrebbe potuto difendere l’onore di Maria? Gesù, il Figlio di Dio e di Maria, era considerato dai suoi contemporanei figlio di Giuseppe, così era necessario che avesse un’età giovane, adatta alla procreazione. Se fosse stato un vecchio decrepito, come sarebbe stato la consolazione e il sostegno della sua Santissima Sposa? Come avrebbe potuto essere il “nutrizio” del Bambino Gesù?
San Giuseppe ha amato la Santissima Vergine Maria con l’amore più puro, più devoto che ci sia, con un amore davvero teologale: egli l’amava in Dio e per Dio. Non poteva essere altrimenti: è impossibile amare diversamente l’Immacolata, perché l’Immacolata riflette la bellezza stessa di Dio. Possiamo appena immaginare con quale rispetto, con quale delicatezza, con quale amore san Giuseppe vegliasse sulla Vergine Santissima. Fu l’unione senza macchia, la più rispettosa che sia mai stata, con Maria, la creatura più perfetta che esista: per questa unione egli partecipa della straordinaria grandezza di Maria.
Mi sono sempre infuriato, al sentir raccontare “storielle” su questa “perla di ragazzo”. Di lui credo e penso ciò che insegna la Chiesa di sempre, a cominciare dalla prima generazione cristiana, non certamente “i nuovi teologi”. La bellezza dell’universo non è nulla a paragone dell’unione di questi Sposi, unione voluta e preparata da Dio ab æterno. Unione che rapisce gli angeli e fa gioire il Signore Gesù. L’amore verginale di Maria e Giuseppe è il modello di ogni amore davvero casto, secondo la Legge di Dio, che sia verginale o coniugale. Da moltissimi anni san Giuseppe è mio carissimo amico e... guai a chi me lo tocca.