Maria di Magdala occupa un posto di rilievo nelle scene della Passione e della Risurrezione del suo Maestro. Modello dell’anima purificata e quindi ammessa ai favori celesti: percorre la strada dell’ascetica cristiana, dal pentimento, alla sequela, alla morte mistica, fino a guadagnarsi un rapporto di grande intimità con lo Sposo celeste. Ne ripresentiamo la figura storica tradizionale, per distinguerla da quella immaginata da certa letteratura moderna.
«Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena», così scrive san Giovanni (19,25) e fu la Maddalena, nel primo giorno della settimana, insieme alle altre mirofore, ossia Salomé e Maria la madre di Giacomo il Minore (Mt 28,1 e Mc 16,1-2), a recarsi al Santo Sepolcro. «Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» (Gv 20,1-2). Pietro e Giovanni, allora, si recarono al sepolcro e non trovarono il corpo di Gesù. A questo punto san Giovanni scrive quella struggente pagina che descrive il mistico incontro fra la Maddalena e il suo Gesù: «Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’anno portato”. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico “Rabbunì!”» (Gv 20,11-16).
Prima della citazione evangelica, abbiamo parlato di “mistico incontro” e vogliamo sottolineare questa specificazione perché, da quando la Maddalena conobbe Gesù, il suo trasporto essenzialmente e totalmente spirituale per il Figlio di Dio fu mistico per eccellenza. Si potrebbe dire che la Maddalena è la prima santa mistica della Storia della Chiesa: non si tratta di una forzatura, ma di una realtà, attestata dai fatti raccontati dai Vangeli e dalla Tradizione.
Maria Maddalena è colei che si pente immediatamente dopo l’incontro con Gesù. È colei che lascia tutto e tutti per assisterLo, come altre pie donne, nel servizio a Lui e ai suoi apostoli. È colei che lo segue sulla Via Crucis fino a raggiungere il Golgota e a stare lì, sotto la Croce, fino a quando «il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti» (Mt 27,51-53). È colei che prega santamente davanti alla deposizione e partecipa con tutto l’ardore mistico allo Stabat Mater. È ancora lei ad andare al Santo Sepolcro per omaggiare e venerare con gli unguenti necessari il Corpo di Gesù: è quello che pensa essere l’ultimo atto in terra di misericordia per Colui che oramai rappresenta la salvezza totalizzante della sua anima.
Per essere stata sposa mistica fedele (quanti doni soprannaturali ha elargito Cristo alle sue spose mistiche lungo la Storia della Chiesa?), purificata dai suoi peccati e che ancora (come attesta la tradizione) continuerà fino alla fine della sua vita ad espiare per emendarsi, il Salvatore le offre il pegno più grande: la rende degna di essere la prima ad incontrarlo risorto e la rende degna di essere la prima testimone della Sua Resurrezione. «Maria!», «Rabbunì!»: solo i protagonisti, Gesù e la Maddalena, possono sapere il valore aureo di quell’incontro mistico.
Sulla figura di Maria Maddalena, nell’età contemporanea, si sono commesse profanazioni e dissacrazioni soprattutto di carattere letterario. Dal punto di vista teologico ed ecclesiastico c’è stata una scelta che rifiuta ciò che sempre aveva sostenuto la tradizione della Chiesa: l’identificazione di Maria Maddalena con Maria di Betania o con la peccatrice pentita è stata ridiscussa dalla Chiesa nel 1969, dopo il Concilio Vaticano II, attraverso una lettura esegetica moderna e storicistica.
L’appellativo di Maddalena deriva probabilmente dalla borgata di Magdala, oggi Magdal, sulla riva occidentale del lago di Gennesaret. Nei Vangeli ella è proprio una delle religiose donne che si trovavano al seguito di Gesù. Molti Padri latini, fra cui sant’Agostino, san Leone Magno e san Gregorio Magno, identificano questa Maria con Maria di Betania, che era sorella di san Lazzaro e di santa Marta e anche con l’anonima peccatrice ricordata in Luca (7,36-50); i Padri greci, invece, già con Origene, distinguono per lo più le tre donne l’una dall’altra. La questione fu assai dibattuta, in particolare nel XVI secolo in territorio francese, in ragione delle reliquie della Santa, la quale, secondo una tradizione molto radicata in Francia e che risale all’XI secolo, sarebbe giunta, intorno all’anno 45, in Provenza insieme ai fratelli Lazzaro e Marta e ad altri discepoli di Gesù.
Maria Maddalena, dalla quale «erano usciti sette demoni», è menzionata nel Vangelo secondo Luca (8,2-3), insieme a Susanna e Giovanna; perciò è una delle donne che «assistevano Gesù con i loro beni»; esse avevano abbracciato quella vita solo più dedita a seguire Cristo e la sua Chiesa, colme di devozione e di gratitudine per il Maestro che predicava la Verità del Regno di Dio.
Molto interessante rilevare che nel capitolo 7 del Vangelo di Luca si parli di una penitente senza identità, ma che i Padri latini riconducevano alla Maddalena: la scena si svolge a casa di un fariseo, non si sa di quale città, che aveva invitato Gesù a pasteggiare da lui. «Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato» (8,37-38). Gesù legge i malsani pensieri del fariseo, che si domanda come possa permettere «un profeta» di venire toccato da una peccatrice. E il Maestro lo fa ragionare, fino ad anteporre per meriti i servigi resi dalla donna nei suoi confronti rispetto all’ospitalità ricevuta dal padrone di casa, tanto da dichiarare la sentenza: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco», così, di fronte al fariseo e a tutti i commensali presenti, la donna viene perdonata di tutti i suoi peccati perché: «La tua fede ti ha salvata: va’ in pace!» (Lc 8,47-50). Subito dopo quest’ultimo versetto, l’Evangelista scrive: «In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni» (Lc 8,1-3). Ecco che può sorgere l’ipotesi che la penitente nella casa del fariseo sia la stessa Maria Maddalena, dalla quale, come attesta san Luca, uscirono sette demoni, ma ciò non significa, come alcuni studiosi sostengono, che fosse indemoniata, bensì che fosse una grande peccatrice.
È certo, quindi, che la Maddalena, da quando venne liberata dai peccati, iniziò a seguire Gesù Cristo, ad assisterlo con i suoi apostoli insieme alle donne che erano alla sequela del Salvatore. Così, santa Maria Maddalena, dal momento in cui si convertì fino al Calvario e al Santo Sepolcro ascoltò gli insegnamenti, le parabole, le esortazioni, gli ammonimenti del Figlio di Dio e vide i miracoli e i prodigi da Lui compiuti, fino a trovarsi ad essere la prima a rivedere Gesù vivo dopo la sua morte, caricandosi della gaudiosa responsabilità di essere la prima messaggera del miracolo, divenendo l’«apostola degli apostoli», titolo meraviglioso che le venne riconosciuto da san Tommaso d’Aquino.
Non dimentichiamo poi il passo evangelico di san Marco dove l’autore ricorda l’episodio che avvenne a Betania nella casa di Simone il lebbroso, quando giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino e di gran valore, ella ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul capo di Gesù, che la difende di fronte allo “spreco” denunciato da alcuni astanti con queste parole: «Ella ha fatto ciò ch’era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura» (Mc 14,8). Qui viene preannunciato da Nostro Signore ciò che saranno in seguito intenzionate a fare le mirofore, tre giorni dopo la sua morte alla terra, ma l’atto non avvenne, perciò l’unica concreta unzione si realizzò a Betania.
L’identificazione fra le tre persone, ovvero Maddalena – Maria di Betania – la peccatrice penitente, peraltro sostenuta anche dalle visioni della beata Anna Katharina Emmerick (1774-1824) e dalla devozione popolare che resiste, è rifiutata sia dal cardinale biblista Gianfranco Ravasi, che dai protestanti e dagli ortodossi.
Dalle visioni della Emmerick si evince che Maria Maddalena, dopo la Risurrezione di Gesù, viveva in caverne, offriva spiritualmente il Sangue del Salvatore per l’umanità e veniva comunicata dagli angeli. Visse ancora molte decine d’anni in un contesto eremitico, pregando, meditando, espiando per sé e gli altri. La beata afferma anche che la Maddalena ebbe il dono di poter stare alla scuola di Maria Santissima e godette di vari privilegi, quei privilegi di cui hanno conoscenza solo le mistiche cristiane, di cui lei fu la capostipite.