Molti sostengono che la Chiesa, finalmente libera da questioni di Stato e di politica, sia divenuta meno mondana e più spirituale… Ma un semplice sguardo alla Chiesa del 2013, con le discutibili posizioni prese da alcuni suoi Pastori, lascia intuire come lo spirito del mondo sia ancora presente in essa, in modi diversi e ben peggiori.
Spesso siamo come i fedeli di don Camillo nel racconto della processione col Crocifisso. Poiché i comunisti di Peppone minacciavano violenze a chiunque avesse preso parte alla cerimonia, i parrocchiani dissero che sarebbe stato più prudente chiedere la protezione dei carabinieri. «Giusto – osservò don Camillo –. Nel frattempo si potrebbe spiegare ai martiri della Religione che hanno fatto malissimo a comportarsi come si sono comportati e che, invece di andare a propagare il Cristianesimo quando era proibito, dovevano aspettare che arrivassero i carabinieri». È vero, a noi piace la vita comoda, non ci va di venir derisi per la nostra fede. Gli applausi sono sempre meglio dei fischi. Eppure Gesù ha detto: «Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi» (Lc 6,26). I martiri infatti non sono scesi a patti col mondo e le sue pompe.
Perché questa premessa? Semplice. Come sa chiunque non abbia occhi e orecchi foderati di prosciutto, da cinquant’anni a questa parte tra i cattolici si sottolinea che la Chiesa è meno mondana, meno collusa col potere e dunque più libera di quanto non lo fosse in passato e più disposta al sacrificio. È un mantra ripetuto in ogni luogo e in ogni occasione da coloro che simpatizzano per il modernismo e per lo “spirito del Concilio”. Eppure non pare che questi signori siano disposti a dire no all’imperatore di turno e a farsi sbranare dai leoni. Anzi, sembra proprio che voglia di martirio ce l’abbiano in pochi...
In realtà, infatti, quel che importa loro è attaccare la Chiesa “costantiniana” e “preconciliare”, accusandola di aver sostenuto regimi dittatoriali e di aver utilizzato la politica per perseguire i propri interessi. Così facendo si gettano nel fango circa millecinquecento anni di storia, concepiti ovviamente come antievangelici e contrari all’insegnamento e alla volontà di Cristo. La Chiesa avrebbe sempre e solo voluto il potere ad ogni costo e per tal motivo si sarebbe macchiata di gravi crimini come la predicazione delle crociate, l’istituzione dell’Inquisizione, la creazione dei ghetti, la persecuzione degli scienziati, il sostegno ai regimi fascisti e militari e così via. I Papi e i vescovi avrebbero cercato solo privilegi benedicendo quelle “mostruosità” imperdonabili come la società medioevale, lo Stato Pontificio, l’intransigentismo cattolico, l’anticomunismo e il franchismo. Tutto ciò, secondo i benpensanti attuali, sarebbe stato finalmente superato grazie al Concilio Vaticano II. In effetti, dagli anni Sessanta in poi, nessuno ha avuto più il coraggio di ricostruire la civiltà cristiana e lo Stato cattolico. Questo è un dato di fatto, non certo positivo.
Ma la Chiesa si è davvero de-mondanizzata? Si può sostenere, oggi, nel 2013, che vescovi e sacerdoti siano liberi dal potere e dallo spirito del mondo? A ben vedere, sembrerebbe proprio di no. Infatti, sebbene non si trovino più alti prelati nei parlamenti o a capo di feudi e contee, il mondo è prepotentemente entrato nella Chiesa ben più che in altri tempi. I casi di corruzione e malaffare ci sono ancora e forse più di prima, perché spesso avvengono subdolamente: questo però fa parte della natura umana e non deve scandalizzare più di tanto. Sappiamo bene infatti che il Corpo mistico di Cristo è composto di uomini, con tutte le loro debolezze e i loro peccati. Quel che più inquieta è il voler a tutti i costi stare al passo coi tempi, mettendo tra parentesi la Verità e addolcendo il Vangelo per farlo sembrare meno scomodo e più divertente. Quante volte abbiamo sentito i nostri Pastori sposare più o meno apertamente le posizioni del femminismo, della laicità, del pacifismo, del politicamente e teologicamente corretto, del terzomondismo e della tolleranza ad ogni costo? Quante volte abbiamo visto uomini di Dio indulgenti non verso il peccatore, il che è cosa buona e giusta, ma verso il peccato e il peccato più grave, come l’empietà, l’aborto e l’omosessualità praticata? Quante volte abbiamo udito sacerdoti e vescovi che, per essere alla moda, si sono scagliati contro il Papa, il Magistero e la Tradizione sui giornali o in Tv? Tutto ciò è gravissimo e non sembrano esservi rimedi.
Perché ad esempio si condannano le prese di posizione giustamente antifemministe (non misogine!) di un don Corsi e si lascia impunito un prete eretico come don Gallo? Perché certi vescovi spalleggiano leader politici chiaramente filomassonici? Perché difendono a oltranza una visione del mondo di stampo laico? Perché molti cattolici smaniano nell’essere applauditi dai mass-media e dagli anticlericali? Perché invadono i talk-show pur sapendo che lì si fa solo disinformazione pilotata ad arte per infangare la Chiesa? E perché le autorità che dovrebbero curare la disciplina e custodire il Dogma tacciono di fronte all’errore che imperversa? Perché tutta questa diplomazia e tutto questo insistere sui diritti umani e mai sui diritti di Dio? Se non si mette al primo posto Dio e la divinità di Gesù, tutto il resto diventa vuoto e inutile. Lasciamo l’antropocentrismo e l’elogio della democrazia ai massoni; dalla Chiesa ci si aspetterebbe di più e ben altro!
Il giorno dell’Epifania Benedetto XVI ha spiegato molto bene le qualità che dovrebbe avere un vescovo e qualsiasi pastore d’anime. Il Papa ha affermato che oggi «l’umiltà della fede, del credere insieme con la fede della Chiesa di tutti i tempi, si troverà ripetutamente in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che apparentemente è sicuro. Chi vive e annuncia la fede della Chiesa, in molti punti non è conforme alle opinioni dominanti proprie anche nel nostro tempo. L’agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri. Perciò, il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un Vescovo. Egli dev’essere valoroso [...]. Il coraggio di restare fermamente con la Verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi. [...] Il timore di Dio libera dal timore degli uomini. Rende liberi!». In quanti possono sentirsi con la coscienza pulita ascoltando le parole del Santo Padre?
E, preso atto della profonda mondanizzazione avvenuta in casa cattolica, è ancora ammissibile ritenere che oggi la situazione sia migliore rispetto al passato? Era meglio il binomio trono-altare, in cui anche Cesare obbediva a Dio, oppure dovremmo preferire il binomio poltrona-tavola calda, in cui praticamente il sacro è fagocitato dai poteri mondani atei, massonici e luciferini?