FEDE E SCIENZA
I viaggi nel tempo. Riflessioni tra scienza e fede
dal Numero 16 del 25 aprile 2021
di Antonio Farina

Einstein diceva che il tempo non esiste, che è un’ostinata illusione della nostra psiche poco razionale. Ma sbagliava. La scienza dimostra che il tempo esiste e fluisce ineluttabilmente dal passato, al presente, al futuro. Impossibile un ritorno al passato, tanto quanto una “eterna vita terrena”. San Paolo direbbe: tutta la creazione è sottoposta alla “schiavitù della corruzione”.

Viaggiare nel tempo è sempre stato un desiderio, un’utopia, un’ambizione, un sogno del genere umano. E non soltanto viaggiare a ritroso nel tempo per raggiungere epoche passate, mitiche, perdute nei millenni, ma anche per proiettarsi nel futuro più futuribile, in un’era di progresso, di cose fantastiche, di missioni spaziali, di colonizzazione di altri mondi più belli, più paradisiaci, più vivibili di questa terra soffocata come dicono da “virus letali, da guerre e inquinamento”...

La letteratura fantasy, la fantascienza, la cinematografia, la filosofia perfino accarezzano da sempre questa aspirazione irrefrenabile dell’animo umano e l’hanno declinata in mille modi, l’hanno condita in mille salse, l’hanno proposta come possibile, anzi sicura, sfidando incuranti i paradossi spazio-temporali, i principi di causa e di effetto, le difficoltà intrinseche di spostare materia ed energia da un universo all’altro... Niente, dinanzi al fascino di una macchina del tempo non c’è ostacolo che tenga, non c’è impedimento che sia insormontabile, non c’è realismo che possa riportare coi piedi per terra la fantasia esuberante e fervida degli autori e dei cineasti.

Ma c’è anche qualcosa di più elevato, di più profondo, di meno banale e velleitario di un semplice balzo tra le date del calendario: il desiderio di rivedere una persona cara che non c’è più, di riabbracciare chi abbiamo perduto, di poter dire quella parola che era sul labbro ma non abbiamo avuto modo di dire, di rimediare a un errore, di spegnere un rimorso mai sopito, di rivivere l’attimo fatale di una scelta definitiva. Sì, tutto questo è legittimo, è comprensibile, è umanamente giustificabile, ma si scontra con la dura realtà dei fatti: il passato non torna più, il presente ci sfugge di mano mentre ancora parliamo, il futuro è avvolto nelle nebbie impenetrabili dell’indeterminazione.

Ma possibile che Einstein si sbagliava quando diceva che il tempo non esiste, che è una ostinata illusione della nostra psiche poco razionale, un’apparenza dura da sradicare? Le equazioni fondamentali che descrivono sia la struttura del macrocosmo come del più recondito microcosmo subnucleare godono tutte di una proprietà sconcertante: sono invarianti rispetto all’inversione temporale. Questo significa che se si sostituisce alla variabile indipendente “t” la variabile “-t” le equazioni rimangono perfettamente valide. Ci sono alcuni casi abbastanza “velleitari” come l’equazione di Wheeler-DeWitt che (teoricamente) rappresenta la “funzione d’onda dell’universo” nella quale addirittura il tempo non compare esplicitamente, come se fosse un “ingrediente” secondario della creazione. Che vuol dire questo? Che una futura tecnologia raffinata fondata sulle ultime scoperte scientifiche ci possa consentire di viaggiare nel passato, di tornare giovani e quindi, per reiterazione, di non morire mai?  Spiace dirlo, ma non è affatto così.

Ed è proprio la scienza (non la fanta-scienza) a confermare l’impossibilità del ritorno al passato.

Cominciamo con l’osservare che noi viaggiamo di fatto nel tempo: la vita umana è percepita come un viaggio dal passato, al presente, al futuro. Non c’è che dire: è esperienza comune, e non soltanto degli esseri umani ma anche di tutta la realtà creaturale, che si può avere una certa memoria degli eventi passati, una conoscenza (imperfetta per il Principio di Heisenberg) di quelli presenti, e una totale disconoscenza degli eventi futuri. Si potrebbe ironizzare sull’imprecisione dei nostri migliori tentativi di prevedere il futuro: le previsioni del tempo. Purtroppo le equazioni caotiche della dinamica dell’atmosfera sono intrinsecamente incerte e dotate di soluzioni che si “divaricano” alla minima inesattezza delle condizioni al contorno. Anche la “logica” del linguaggio corrente è influenzata ed affetta dall’ignoranza degli eventi futuri. Per esempio se diciamo: “Domani sorgerà il sole” affermiamo non una cosa che adesso è vera ma che sarà vera solo domani. Per assurdo (speriamo di no) stanotte un asteroide potrebbe colpire la terra e non ci sarebbe nessuna alba. Gli accadimenti nel futuro possono solo essere ipotizzati con una probabilità che non è mai certezza. Al contrario ci sembrano certissimi e con probabilità uguale a 1 quelli passati: “Cristoforo Colombo è esistito...”, nessuno metterebbe in dubbio questo assunto anche se i nostri sensi non possono confermare direttamente questa affermazione a meno di non andare a riesumare le spoglie mortali dell’eroe del “nuovo mondo”.

Gli scienziati etichettano questo comune “sentimento” del fluire degli eventi come “la freccia psicologica del tempo”. Ma ci sono notizie peggiori: esistono almeno altre due “frecce del tempo” che smorzano gli entusiasmi degli aspiranti Crono-nauti:
- la freccia cosmologica
- la freccia termodinamica
Da notare che entrambe puntano nella stessa direzione: dal passato al futuro.


La prima è quella di più recente scoperta, visto che risale agli anni ’30 dello scorso secolo: Einstein aveva elaborato nel 1915 delle (siamo sinceri) complicatissime equazioni del Campo gravitazionale che descrivono con molta accuratezza anche lo spazio-tempo-energia universale, soltanto che, con grande disappunto dello scienziato tedesco, queste rappresentavano un universo instabile. Cioè, così com’erano, le relazioni matematiche affermavano che l’universo o doveva subito “collassare” in un’immane “implosione” e tornare in una singolarità, oppure doveva rapidamente “evaporare” disperdendo la materia cosmica nell’abissale vuoto di una espansione irreversibile (detta “morte termica generalizzata”). Ma i fatti sbugiardavano queste previsioni: lo spazio era lì, con le sue stelle, i pianeti, le galassie, apparentemente immobili ed in equilibrio di densità di materia. Fu così che il genio di Ulm introdusse nelle sue equazioni di Campo la cosiddetta “Costante cosmologica”, un artificio matematico che non corrispondeva (almeno così sembrava) a niente di fisico ma che serviva semplicemente a rendere stazionarie le soluzioni. Ebbe poi a dire che quello fu “il più grande errore della sua vita”. 

Quale fu la sorpresa quando nel 1929 Edwin Hubble – un eccentrico e scontroso astronomo statunitense – scoprì con la misurazione del red-shift cosmologico delle galassie che effettivamente l’Universo si sta espandendo: tutto si allontana da tutto. Avevano ragione Alexander Friedman e Georges Lemaitre, i quali risolvendo il sistema di Einstein per uno spazio-tempo omogeneo ne avevano previsto l’espansione. Oggi sappiamo che addirittura questa espansione sta inspiegabilmente accelerando e che in un lontanissimo futuro l’uomo non vedrà più in cielo le galassie ma un immenso vuoto siderale buio e freddissimo. Qualcuno ipotizza che ciò stia succedendo per colpa di una fantomatica “energia oscura”, ma i cosmologi navigano in un ginepraio: la realtà è che non sappiamo perché tutto questo stia effettivamente accadendo.

D’altro canto c’è una seconda, ineludibile, conseguenza dei “calcoli relativistici” applicati al cosmo: oggi gli scienziati affermano che circa 13,8 miliardi di anni fa si sarebbe verificata la “nascita” in senso fisico dello spazio-tempo! Prima di quell’istante “t=0” non esistevano né lo spazio (cioè il contenitore di tutto quello che vediamo) né il tempo. Come aveva acutamente intuito sant’Agostino 1700 anni fa, non ha senso parlare di “prima” di quell’istante che gli scienziati di oggi chiamano Big Bang. 

Allora in cosa consiste la freccia cosmologica del tempo? Appunto nel fatto che da uno stato di densità di energia “infinita” iniziale, l’universo nel suo complesso evolve verso uno stato di densità tendente a zero. Questo orienta in modo ineluttabile il flusso del tempo separando il passato dal presente e dal futuro.

Qualche bontempone in vena di fantasticherie ha avanzato l’ipotesi che in prossimità di un buco nero super massivo (un oggetto cosmico esotico previsto da Karl Schwarzchild), sia possibile sfruttare l’estrema curvatura del continuo spazio-temporale per ritornare indietro nel tempo. Altri scienziati hanno dimostrato invece che se anche una sola particella microscopica riuscisse a fare marcia indietro nella maniera proposta, si verificherebbe un’esplosione di potenza infinita. Figuriamoci cosa accadrebbe ad un essere umano che pesa 70 kg! Rassegniamoci: la cosmologia e la fisica dell’infinitamente grande proibiscono i viaggi nel passato!

Infine sussiste un altro e non trascurabile fenomeno descritto dalla Termodinamica dei sistemi che bandisce in modo categorico la possibilità di far tornare indietro le lancette dell’orologio.
 
In termini tecnici si afferma che “l’entropia dei sistemi isolati non diminuisce mai”. In modo più comprensibile si potrebbe asserire che il “disordine” dell’universo tende sempre globalmente a crescere. Però se vogliamo avere un esempio intuitivo di quanto detto immaginiamo una persona che fuma una sigaretta: il fumo si disperde nell’aria in mille volute e la sigaretta si consuma. Non si è mai visto che il fumo sparpagliato nella stanza ritorni spontaneamente nella sigaretta ardente che ricresce e si spegne.

Analogamente se una tazzina di caffè cade dal tavolo essa si rompe in mille pezzi e non si è mai visto il fenomeno opposto e cioè che i frammenti di ceramica si avvicinino spontaneamente l’uno all’altro e, riuniti, saltino sul tavolo ricostruendo una bella tazzina di caffè! Eppure in linea di principio ciò non sarebbe vietato dalle leggi della fisica!

Un grande scienziato austriaco vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento – Ludwig Boltzmann, fondatore della teoria cinetica dei gas e della meccanica statistica – fu il primo a comprendere come in realtà non c’è contraddizione tra le leggi della dinamica e il comportamento degli oggetti. Egli dimostrò che se, in un istante qualsiasi, noi potessimo invertire esattamente le velocità delle miliardi di molecole che costituiscono il fumo (ma anche dell’aria nella stanza) esso tornerebbe verso la sigaretta. La probabilità che ciò accada “spontaneamente” è pressoché nulla. Occorrerebbero una conoscenza perfetta e l’onnipotenza di Dio per riportare il sistema allo stato iniziale. Tutti i fenomeni naturali sono irreversibili e il “disordine” delle cose aumenta ineluttabilmente. San Paolo direbbe che tutto è soggetto alla «schiavitù della corruzione». E il nostro stesso corpo è corruttibile. Boltzmann riuscì anche a fornire una “misura” matematica del disordine e l’equazione S = K log(W) troneggia scolpita sulla sua tomba nel cimitero di Vienna ricordandoci ad imperitura memoria che nella creazione sono stati inseriti dallo stesso Autore delle sue perfezioni dei vincoli e dei limiti invalicabili. Uno di questi è l’impossibilità di ritornare nel passato. Ancora san Paolo: «La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta– nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,20-21).

In conclusione, le nostre conoscenze scientifiche confermano che l’inversione della freccia del tempo, e dei suoi effetti sulla materia, non è possibile per la nostra natura biologica e materiale. Ma ciò che è impossibile all’uomo non è (e non sarà) impossibile alla mente e all’onnipotenza di Dio. La Sacra Scrittura ce ne descrive un esempio mirabile. Nel libro di Ezechiele sta scritto: «La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare tutt’intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?”. Io risposi: “Signore Dio, tu lo sai”. Egli mi replicò: “Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore”. Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro. Egli aggiunse: “Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell’uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano”. Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato» (Ez 37,1).

L’inversione temporale è un fenomeno talmente innaturale ed estraneo all’esperienza, che lo stesso Creatore lo pone come “prova” della sua onnipotenza. Un’altra rivelazione si prospetta poi in questo scritto profetico così sconvolgente per i paradigmi scientifici odierni: se anche potessimo (in via del tutto ipotetica) riguadagnare col corpo l’esistenza perduta e riemergere in un istante del passato, senza il soffio della vita (ruah) saremmo dei bambocci di carne inanimati. Solo lo Spirito divino dà sostanza alla vita. Ed è uno Spirito immortale ed incorruttibile.

Seguendo la scia di tali considerazioni, mi si permetta un’ultima postilla. Come dimenticare quel che avviene durante il Sacrificio Eucaristico? Sappiamo che durante la Santa Messa avviene la riattualizzazione, la ripresentazione hic et nunc, del Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo sul Calvario.

Qualcosa di storico, un evento cruciale, che è avvenuto oltre duemila anni fa in Palestina si realizza effettivamente sull’Altare sotto i nostri occhi. Un Mistero grandissimo: spazio e tempo che si annullano lasciando posto alla Realtà mistica di un Evento Eterno: l’Onnipotente che è al di fuori delle categorie naturali e create opera in maniera sublime e ci proietta nella dimensione del soprannaturale: una scintilla del “Kairos” che irrompe nel fiume inarrestabile del “Kronos” per la nostra Salvezza.

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