Comincia il nostro viaggio nella “preghiera cristiana”, da intraprendere non solo come lettori interessati ma come attori coinvolti in un’avventura divina, alla portata di tutti e portatrice di quell’intima felicità che tutti cercano ma pochi realmente trovano.
«Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia». Con queste parole, tratte dai manoscritti autobiografici di santa Teresa di Gesù Bambino, si apre la quarta parte del Catechismo della Chiesa Cattolica dedicata al fondamentale e basilare tema della preghiera cristiana, che è il cuore della vita della Chiesa e di ogni fedele. La vita cristiana di una persona, infatti, vale tanto quanto è vivo il suo spirito di preghiera, che non si esaurisce nella semplice recita di alcune preghiere precostituite o nel rivolgere a Dio suppliche e domande, ma nell’immergersi nel suo mondo, farsi avvolgere dalla sua luce, farsi proteggere dalla sua forza, guidare dalla sua sapiente volontà, farsi difendere dalla sua potenza. La preghiera – oltre che innanzitutto dono di Dio nonché attitudine intrinseca e nativa dei battezzati (che proprio in forza del Battesimo possono e devono chiamare Dio “Padre”) – è arte che si impara, cammino da intraprendere e poi percorrere con costanza e perseveranza, senza fermarsi e senza voltarsi indietro ma, soprattutto, vita di comunione con Dio da conoscere, gustare e vivere – per quanto possibile – fin da questo mondo.
Quest’ampia e conclusiva parte del Catechismo della Chiesa Cattolica dedicata alla preghiera cristiana è distinta in due grandi sezioni: la prima dedicata al ruolo della preghiera nella vita cristiana (nn. 2559-2758), la seconda al commento ed approfondimento della preghiera vocale cristiana per antonomasia che è il Padre Nostro (nn. 2759-2865).
Nella prima sezione, dopo una breve introduzione dedicata ad illustrare cosa è anzitutto la preghiera in se stessa, si passano in rassegna le testimonianze bibliche dell’Antico e del Nuovo Testamento, evidentemente con una particolare importanza alla preghiera fatta da Gesù stesso e ai suoi insegnamenti sulla preghiera, per chiudere con un grazioso (quanto doveroso) riferimento alla preghiera della Beatissima Vergine Maria. Successivamente si illustrano le varie forme di preghiera cristiana, per poi andare alle fonti di essa e mostrare come sia un cammino che ha bisogno di guide e testimoni. Nel terzo ed ultimo capitolo di questa sezione si passano in rassegna le espressioni della preghiera cristiana, ricordando infine come essa sia un combattimento che richiede umiltà, vigilanza, confidenza e perseveranza.
Nella seconda sezione si ricorda anzitutto come il Padre nostro sia «la sintesi di tutto il Vangelo» in quanto in esso è concentrata “in nuce” la quintessenza della Rivelazione ed è la preghiera «del Signore e della Chiesa». Il secondo articolo – dedicato alla contemplazione e alla comprensione del grande dono di poter chiamare Dio “Padre” – sembra costituire una sorta di doveroso omaggio al grande san Francesco di Assisi che, come si legge nel celebre fioretto, avendo proposto di trascorrere con frate Leone una notte intera dedicata alla recita del Padre Nostro, la mattina seguente confessò di non averne in realtà recitato nemmeno uno, tale e tanta era stata la sua commozione estasiata al solo pronunciare la parola “Padre”, unitamente alla gioia indicibile di poter intessere con l’Onnipotente un rapporto di vera e autentica filiazione. L’ultima parte di questa sezione è dedicata ad un’attenta esegesi delle sette petizioni del Padre Nostro, che rappresentano la norma della preghiera cristiana. Come amava dire sant’Agostino, infatti, possiamo rivolgerci a Dio anche usando altre parole, ma non per chiedere altre cose. Le sette domande del Padre Nostro sono guida per imparare a non chiedere a Dio ciò che non si deve e ciò che non si può, così come ciò che fosse inutile o anche semplicemente sconveniente.
Guidati dalla Chiesa cominciamo il nostro viaggio nella preghiera cristiana, un viaggio da percorrere non semplicemente come turisti interessati o spettatori, ma come attori protagonisti e coinvolti in un’avventura avvincente e divina, aperta a tutti e foriera di quel vero benessere interiore che molti cercano, ma quasi nessuno trova. Perché non si conoscono e vivono le inestimabili bellezze e ricchezze della preghiera cristiana.