Donald Calloway era un ragazzo come tanti: noia di vivere, ragazze, alcool, droga... finché non ha incontrato la Vergine Maria nelle pagine di un libro e tutto è cambiato....
Non aveva neanche 15 anni quando fu arrestato. Fu un’operazione congiunta tra le forze dell’ordine americane e giapponesi. Bisognava coglierlo, come si suol dire, “con le mani nel sacco” e da tempo la polizia dei due Paesi stava cercando di catturarlo. L’occasione si presentò quando un membro della banda accettò di fare da esca e lo fece arrestare.
Donald Calloway, questo il nome del ragazzo, si trasferì con la famiglia in Giappone. Il padre lavorava presso una base militare americana. La sua vita fu presto schiavizzata dall’uso di sostanze, dall’alcool e dalla pornografia, praticamente fin da subito, da quando aveva solo 13 anni. Nello Stato insulare dell’estremo Oriente, scappò di casa e per sopravvivere si diede al borseggio e a furti di cassa, fino ad essere ingaggiato in una vera e propria banda locale. Da allora cominciò a rubare automobili e, di notte, nei negozi. Più che essere invischiato in una gang, era impantanato nella dipendenza da sostanze, passando da quelle impropriamente dette leggere all’eroina, fino a quelle lisergiche. L’uso l’aveva letteralmente abbrutito e ridotto a men che un animale. Faceva una vita d’inferno in cui aveva sviluppato una forte intolleranza nei confronti dei genitori e non solo. Donald odiava la sua stessa vita. Questo è il tipico paradosso del peccato. Un uomo fa di tutto per procurarsi piaceri illeciti che alla fine non soddisfano, al contrario spingono solo a provare disgusto per la vita che si conduce.
Quando fu arrestato con un’operazione rocambolesca, fu estradato in America, dove anche la sua famiglia fu obbligata a ritornare per evitargli conseguenze giuridiche estreme e tentare qualche operazione di recupero sociale. Qui fu sottoposto a vari tentativi di riabilitazione, ma inutilmente. Continuava a consumare droga. Furti e arresti si alternavano sistematicamente. Si era trovato nel bisogno di sniffare la cocaina caduta sul pavimento infestato da scarafaggi e vermi, in ambienti di consumatori abituali. Niente poteva esserci di più lurido.
Una sera si ritrovò tra le mani un libro della madre che parlava della Madonna. Lo lesse tutto d’un fiato, rubando le ore al sonno. Il giorno dopo corse in chiesa, si confessò e quando tornò a casa riempì sei borsoni del suo passato: materiale pornografico, droga, dischi di metal rock e altre sporcizie che inquinano l’anima e, di lì a poco, iniziò un cammino di conversione. Oggi, padre Donald Calloway, è un sacerdote della Congregazione dei Mariani dell’Immacolata e ha scritto alcuni libri tra cui uno intitolato: Il Santo Rosario. Arma spirituale per il secolo XXI.
Il 10 maggio scorso, questo libro è stato oggetto di una conferenza nella parrocchia di San Tommaso d’Aquino, in San Pietro a Patierno (Napoli), dove si è svolto un incontro sull’importanza del Santo Rosario, tenuto da Maurizio Brunetti, docente universitario di matematica alla Federico II. La chiesa di San Tommaso d’Aquino ricade sotto la cura pastorale di don Francesco Cirino, per l’occasione anche organizzatore dell’evento.
Nel corso dell’iniziativa, il professor Brunetti ha accennato alle origini storiche del Santo Rosario, coordinandole con un’apertura alla storia dell’arte e all’apologetica, citando il venerabile Fulton Sheen e mostrando un’immagine della scultura anonima, del XV secolo, situata a Cambridge, in cui è raffigurato san Michele che pesa le anime prima che sia emanato il giudizio divino (psicostàsi). Il professore ha evidenziato la funzione del Rosario come arma da combattimento del cristiano, ricordando l’emblematico episodio della battaglia di Lepanto, in cui la flotta cristiana, inferiore numericamente a quella musulmana, fu sconfitta proprio grazie alla preghiera del Santo Rosario. Il professore ha chiuso l’incontro facendo sua la domanda di padre Calloway: «Chi impugnerà la spada del santo Rosario? Forse tu?».
Siamo ancora in maggio, nel mese dedicato alla Vergine Madre, e non potevamo non raccontare la biografia dell’autore di questo libro dedicato alla Madonna, sottolineando soprattutto la splendida conversione dello scrittore, per dare modo di testimoniare che, per quanto possa essere disperata la condizione di un uomo, la vera disperazione consiste nel non ricorrere all’aiuto di Colei che è la più sublime delle mamme: l’Immacolata Concezione.