Spett.le Redazione, tempo fa mi è capitata tra le mani una rivista cattolica nella quale ho letto un articolo intitolato Maria ed il celibato di Gesù. Sono rimasto a bocca aperta leggendo che, a parer dell’autrice, la scelta celibataria di Gesù fu per Maria una «scelta inspiegabile» dal momento che – si legge – «la mentalità ebrea è così lontana dal fatto che uno non si sposi da non contemplare, anche nel linguaggio della Scrittura, i termini “celibe” e “nubile”». L’articolo continua dicendo che «Maria è ben conscia di tutto questo. Suo figlio ha ormai raggiunto i trent’anni e non dimostra, stranamente, il minimo interesse per la vita matrimoniale. Perché questo? Da madre discreta rispetta la sua decisione, ma il suo cuore è lacerato dal dubbio. Perché suo figlio, così zelante nel vivere ed osservare la Torah, si sottrae ai desideri di Yahweh a riguardo del matrimonio?». Poi Maria prova ad indagare ma deve presto prendere atto dell’intenzione irremovibile di Gesù; «inutile ricordargli le mogli e i figli di Mosè... Abramo... Giacobbe... Davide... Salomone»... Tutto ciò «gela il cuore di Maria. Che suo figlio sia maledetto? Ne soffre da morire. I dialoghi col figlio non portano a nulla. Gesù stesso ne soffre. Nessuno lo può comprendere. Anche Maria deve ancora maturare la fede al riguardo. Anche per questo Gesù decide di allontanarsi scendendo verso Cafarnao e lasciandosi dietro le spalle il suo villaggio, la madre, gli amici...». Questi sono alcuni stralci dell’articolo (che allego)... ne ho discusso con un mio compagno di facoltà (frequentiamo Teologia) e lui sosteneva che tutto ciò è ben possibile perché prima di Gesù la verginità non aveva nessun valore, ma io non riesco nemmeno a pensare che la Santissima Vergine, che prima di tutti ha scelto per sé la verginità, non comprendesse il motivo e il valore della scelta del Figlio divino! Ammettere tutto ciò non significherebbe dire che Maria non aveva capito niente della missione del Figlio di Dio e nemmeno della sua? (Tommaso R.)
Caro Tommaso, è proprio così. L’articolo in oggetto contiene molte proposizioni ripugnanti alla vera devozione mariana del Popolo di Dio, basata sul fondamento della Sacra Scrittura e della Tradizione. Parte da un presupposto errato, implicito ma evidente: se Maria non comprendeva la scelta verginale di Cristo, significa che Lei stessa non aveva fatto quella scelta e, perciò, non viveva una vita di consacrazione verginale. Ora, questo presupposto è gravemente erroneo. Al contrario, dobbiamo dire che la Verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto, è una verità di Fede irreformabile, infallibilmente definita da san Martino I, nel 649, e ribadita da vari Concili Ecumenici. Se, dunque, sin dalla giovinezza, Maria aveva consacrato a Dio la sua verginità, poteva ben comprendere la scelta verginale del suo Figlio, senza alcuna cervellotica elucubrazione. Quanto ai condizionamenti culturali e ambientali, sentiamo, a tal riguardo, la voce autorevole di san Giovanni Paolo II: «La straordinaria vicenda della Vergine di Nazareth non deve però farci cadere nell’errore di legare completamente le sue disposizioni intime alla mentalità dell’ambiente, svuotando l’unicità del mistero avvenuto in Lei. In particolare, non dobbiamo dimenticare che Maria aveva ricevuto, dall’inizio della sua vita, una grazia sorprendente riconosciutale dall’angelo al momento dell’Annunciazione. “Piena di grazia” (Lc 1,28), Maria fu arricchita di una perfezione di santità che, secondo l’interpretazione della Chiesa, risale al primo momento della sua esistenza: il privilegio unico dell’Immacolata Concezione ha esercitato un influsso su tutto lo sviluppo della vita spirituale della giovane donna di Nazareth.
Si deve dunque ritenere che a guidare Maria verso l’ideale della verginità è stata un’ispirazione eccezionale di quello stesso Spirito Santo che, nel corso della storia della Chiesa, spingerà tante donne sulla via della consacrazione verginale.
La presenza singolare della grazia nella vita di Maria porta a concludere per un impegno della giovane nella verginità. Colma di doni eccezionali del Signore dall’inizio della sua esistenza, Ella è orientata ad una dedizione di tutta se stessa – anima e corpo – a Dio nell’offerta verginale» (Catechesi del 24 luglio 1996).