Se ne “Il Padrone del mondo” Benson vede e descrive con straordinario occhio profetico un mondo futuro ostile al Cristianesimo, ne “L’alba di tutto”, romanzo speculare al primo, immagina invece una società in cui Cristo e la sua Chiesa sono trionfanti.
Il Padrone del mondo e la sua attualità
È palese, è sotto gli occhi di tutti la presenza di una crisi epocale che non ha avuto precedenti in altre epoche storiche. Quello che stiamo vivendo a partire dalla Rivoluzione francese nella nostra Europa – e più in generale in tutto il mondo – e che trova la sua apoteosi nel nostro tempo, nei nostri anni, nella nostra società mondiale ed ecclesiale, è quanto Robert Hugh Benson († 1914), noto scrittore inglese anglicano convertito al Cattolicesimo, definì nel suo romanzo-capolavoro sull’Anticristo Il Padrone del mondo (1907) con l’espressione «religione umanitaria», ovvero l’umanità che adora se stessa al posto di Dio.
Su questa, di certo, il Cuore Immacolato dovrà trionfare, soppiantando definitivamente e perentoriamente questa struttura diabolica che si è andata gradualmente a costituire sulla terra nel corso dei secoli, soprattutto durante gli ultimi due.
Benson sembra aver davvero indovinato parlando, sotto la finzione letteraria, della nuova «religione umanitaria» che sarebbe invalsa sui vecchi principi morali e spirituali del Continente europeo. Ma di cosa si tratta?
«L’intuizione più geniale di R. H. Benson è senza dubbio quella di aver visto con molto anticipo l’affermarsi in Occidente di un nuovo paganesimo, il cui “credo” fondamentale è la proclamazione della divinità dell’uomo. Tutto ciò che gli uomini hanno attribuito a Dio e che la Chiesa ha attribuito a Gesù Cristo, in realtà va attribuito all’umanità in quanto tale. Non è Dio che ha creato l’uomo, ma è l’uomo che ha creato Dio, pensando che fosse qualcuno superiore a lui e al di sopra di lui. Ora è giunto il tempo in cui gli uomini scoprano che non c’è nulla e nessuno dal quale essi dipendono. Essi sono i padroni del mondo e il loro destino sta completamente nelle loro mani [...]. La “religione umanitaria”, formulata dal pensiero europeo nel diciannovesimo secolo e divenuta religione di massa nel secolo ventesimo, è la più perfetta e coerente incarnazione dello spirito anticristico, in quanto l’uomo “si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio” (2Ts 2,4). Dietro questa follia non è difficile scorgere il sibilo dell’antico serpente che illuse i progenitori di diventare “come Dio” (Gen 3,6)» (1).
Leggere oggi Il Padrone del mondo fa venire i brividi:
- comunicazioni istantanee in tutto il mondo;
- autostrade a quattro corsie;
- trasporti aerei e sotterranei;
- luce solare artificiale;
- eutanasia legalizzata e assistita;
- un Parlamento europeo;
- attentati a catena, con attentatori kamikaze;
- il crollo del colosso russo;
- la minaccia (sventata) di una guerra mondiale con scontri tra America, Russia e Cina;
- un papa di nome Giovanni dopo cinque secoli;
- la crisi delle religioni, sotto l’avanzare di una nuova religione universale stile New Age;
- preti che lasciano il ministero;
- la minaccia di un “Grande Fratello” destinato a governare su scala mondiale.
Tutto questo è descritto nel romanzo!
«Benson è particolarmente acuto quando osserva che nella società anticristica non viene abolita la religione. Al contrario, l’umanitarismo diviene una religione vera e propria con riti e forme di culto raffinate. Molti sacerdoti, che hanno tradito la Fede Cattolica, entreranno a fare da supporto alla nuova religione dell’umanità. In essa finiscono per confluire tutte le altre religioni, compreso l’islam. Solo il Cattolicesimo, sia pure ridotto a un pugno di seguaci, resisterà saldo nel suo riferimento alla trascendenza» (2).
In un passaggio molto significativo del suo libro, Benson presenta il “proclama” della nuova religione umanitaria la quale, all’apparenza, si presenta accattivante e risolutrice di ogni problema dell’uomo, mentre in realtà nasconde la menzogna satanica e il delirio di onnipotenza con cui essa si impone e afferma a livello planetario come la grande arbitra del mondo.
«Cristo disse: “Non la pace, ma la spada!”. E le sue parole furono terribilmente vere! “Non la spada, ma la pace!”, possono finalmente rispondere tutti coloro che hanno rinunziato alle pretese di Cristo o non le hanno mai volute accettare. I princìpi dell’amore e della solidarietà, timidamente preannunziati nell’ultimo secolo in Occidente, sono stati raccolti dall’Oriente. Non si farà più appello alle armi, ma alla giustizia. Non dovremo più rivolgerci a un dio che resta nascosto, ma all’uomo, perché egli ha appreso la propria divinità. È morto, in parole brevi, il soprannaturale o, meglio, noi sappiamo che esso non è mai esistito. E ora dobbiamo solo mettere in pratica la buona lezione e lasciar perdere ogni tergiversazione, affidando ogni pensiero, ogni parola e ogni opera al tribunale dell’amore e della giustizia» (3).
Quando Benson, all’inizio del secolo scorso, scrisse il suo romanzo non si erano ancora manifestati i “messianismi terreni”, quali furono il Comunismo e il Nazismo, con moltitudini di battezzati, apostati dalla Fede, che inneggiavano ai salvatori terreni. Tuttavia il “nuovo totalitarismo” contemporaneo, che si è affermato dopo la caduta di quelle ideologie del male, realizza in un modo ancora più radicale e crudele la società anticristica. L’eliminazione di ogni dimensione soprannaturale, l’attacco non solo alla Chiesa ma al Cristianesimo in quanto tale, non risparmiando la persona stessa di Gesù Cristo, sono in effetti tratti emergenti delle società occidentali.
«La descrizione della società anticristica che ci offre la profezia di Benson è centrata sull’intuizione di fondo che l’uomo contemporaneo intende liberarsi dal Cristianesimo perché ormai ha preso coscienza della propria capacità di salvare se stesso. Questo radicale cambiamento interiore si è reso possibile a causa del dissolvimento della fede soprannaturale. Qui Benson dimostra di aver compreso con molto anticipo il vero dramma dell’Occidente, in particolare quello della cultura di area europea. Si tratta di una vera e propria catastrofe spirituale che si consuma con la perdita della fede. In questo senso la società occidentale ha ceduto, nel corso degli ultimi tre secoli, alla seduzione del serpente descritta dalla Genesi, con la caduta e la cacciata dal paradiso terrestre dei progenitori [...].
La svolta anticristica nell’Occidente cristiano è dunque incominciata con la demolizione della fede, prima da parte di minoranze intellettuali, quindi intossicando i vari strati sociali attraverso una contro-evangelizzazione capillare. C’è tuttavia da rilevare che la situazione oggi è assai più critica che all’inizio del secolo ventesimo, quando Benson concepiva il suo romanzo. Egli coglieva allora quei germi dell’impostura anticristica che oggi sono divenuti i modi di concepire il mondo e la vita da parte della cultura dominante» (4).
L’Alba di tutto: speranza che sorge...
Senza dubbio la perspicacia intellettuale e lo spirito profetico emergono, in Robert Hugh Benson, con una forza tutta particolare nel suo romanzo-capolavoro Il Padrone del mondo. Ma il suo genio letterario e la sua profondità spirituale e profetica non si esauriscono in esso.
Ne Il Padrone del mondo l’Autore è riuscito a presentare la società mondiale ed ecclesiale del futuro se avesse proseguito sulla scia devastante della Rivoluzione anticristiana e se avesse sviluppato quei germi di male da essa seminati nelle varie tappe del suo dispiegamento storico. Ebbene, solo quattro anni dopo, nel 1911, lo stesso Autore realizzò un altro romanzo “speculare” – per così dire – rispetto al primo, intitolato L’alba di tutto. Lo stesso Benson spiegò che, mentre Il Padrone del mondo tratteggiava gli sviluppi conseguenti al pensiero moderno, L’alba di tutto rappresenta, invece, quel che potrebbe avvenire se si innescasse il processo inverso e l’umanità seguisse il pensiero antico (5). Occorre, tuttavia, rilevare che il secondo romanzo non fu scritto puramente per riparazione o “su commissione”, quasi per porre rimedio allo sconcerto del primo. Benson utilizza il nuovo spunto creativo per esplicitare la propria visione di una società ideale basata sul Cristianesimo.
L’Alba di tutto ha un aspetto di grande interesse perché se è vero che la storia registra che l’umanità ha preso la “via A” (quella della Rivoluzione), quella delineata ne Il Padrone del mondo con le conseguenze che ne sono poi derivate, la “via B” (quella della Controrivoluzione), se non potrà più essere il frutto di una libera scelta dell’uomo alternativa alla prima, potrà però essere – anzi sarà di certo – la via della restaurazione che risulterà da un diretto intervento di Dio nella storia con cui, alla fine, realizzerà la sua promessa relativa all’instaurazione del regno del Cuore Immacolato. Si tenga presente: non si tratta di “utopia cristiana” ma di “speranza cristiana” che avrà la sua realizzazione nel prossimo futuro.
Benson, ne L’alba di tutto, si assume senz’altro un’impresa gigantesca: delineare le caratteristiche di un impero cristiano nel XX secolo, un mondo in cui Cristo trionfa (come recita il sottotitolo dell’edizione italiana del romanzo) dopo Umanesimo, Riforma protestante, Illuminismo, Agnosticismo di massa. Un trionfo della Chiesa Cattolica! Si tratta di una vittoria della ragione che accoglie il Cattolicesimo come la modalità più perfetta di vita, la più adeguata all’umanità: «Si riconobbe che la Chiesa era stata eternamente nel giusto in ogni campo. Non c’era niente di estraneo a Dio». Questo principio diventa creatore di una struttura sociale unitaria, dove la Chiesa non è più un settore della società, ma il centro e il cuore di tutto.
Padre Jervis, la “guida spirituale” del protagonista Masterman, nel nuovo mondo cristiano – il monsignore segretario del Primate d’Inghilterra e dietro cui si cela retoricamente lo stesso Scrittore –, spiega al disorientato prelato: «Se avesse potuto capire che i dogmi della Chiesa erano i dogmi dell’universo; e non solo questo, ma che anche il mondo l’aveva capito con convinzione – beh allora, il fatto che la civiltà di oggi fosse davvero modellata su questo non l’avrebbe più sconvolto» (6).
In questo nuovo ordine mondiale viene plasticamente rappresentata l’armonia tra Cesare e Pietro: tutti i principi della terra (si è tornati dappertutto alla monarchia) rendono omaggio al Papa: «“Beh! – il monsignore fece una pausa – È semplicemente medievalismo di ritorno, mi pare”. “Esattamente! – disse l’altro – Ci siete arrivato finalmente. È medievalismo, cioè a dire, natura umana con fede e reverenza e senza ipocrisia”» (7). È il Medioevo il periodo in cui tutto il mondo occidentale era cristiano, anche se i rapporti tra papato e impero erano stati spesso burrascosi. “Se è successo una volta – pare chiedersi Benson – perché non può succedere ancora?”.
In realtà il nuovo ordine mondiale che si avrà nella sesta epoca della Chiesa sarà ben di più di un semplice ritorno dell’era medievale, come sembra riconoscere lo stesso Autore: «Cesare aveva imparato che Dio era la sua definitiva ratifica: e Chiesa e nazione, ora forse per la prima volta, stavano insieme come anima e corpo, riunite in una sola personalità» (8). Nel mondo ideale tratteggiato da Benson, inoltre, Fede e Scienza sono totalmente in armonia: «La Scienza ammetteva i misteri della Fede; la Fede riconosceva le conquiste della Scienza. Ognuna garantiva che l’altra possedesse una sfera d’azione perfettamente legittima [...]. Nessuno dei due aveva necessità di attestare la sua posizione attaccando quella dell’altro [...]. Lo scienziato ripeteva: “Credo in Dio”; e il teologo: “Riconosco la natura”» (9).
NOTE
1) Padre Livio Fanzaga, Profezie sull’Anticristo. Verrà nella potenza di Satana, Edizioni Sugarco, Milano 2007, p. 167.
2) Ibidem.
3) R. H. Benson, Il Padrone del mondo, Jaca Book, Milano 1989, p. 109.
4) Padre Livio Fanzaga, Profezie sull’Anticristo. Verrà nella potenza di Satana, pp. 169-172.
5) Cf. P. Pegoraro, L’alba di tutto, in La nuova Bussola Quotidiana, 26.02.2011.
6) R. H. Benson, L’alba di tutto, Fede & Cultura, Verona 2010, p. 82 (The Dawn of All, 1911).
7) Ivi, p. 86.
8) Ivi, p. 158.
9) Ivi, p. 136.