[...]. Ho notato che il mio parroco per la Messa non usa il vino puro ma quello normale che si può acquistare nelle botteghe. Non so se questo sia secondo la legge comune della Chiesa, visto che in molti altri posti ho visto vini che esplicitamente recavano l’etichetta “vino per la santa Messa”. Forse è difficoltoso, specie in città, procurarsi del vino puro, anche perché non si conserva a lungo come gli altri ma se questa è una scelta sistematica, allora mi sembra che ci sia una certa malizia o, quanto meno, inopportunità... (Maurizio G.)
Caro Maurizio, non dobbiamo presumere la mala fede dei pastori. Magari il vino che lei ha visto si trova in una bottiglia diversa da quella di cui è indicato il contenuto.
In ogni caso può far presente al parroco, se è proprio certo del difetto, ciò che è stato scritto dal card. Arinze nella istruzione Redemptionis Sacramentum del 2004 su “alcune cose che si debbono osservare o evitare circa la Santissima Eucaristia”: «Il vino utilizzato nella celebrazione del Santo Sacrificio Eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee. Nella stessa celebrazione della Messa va mescolata ad esso una modica quantità di acqua. Con la massima cura si badi che il vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti. Non si ammetta, poi, nessun pretesto a favore di altre bevande di qualsiasi genere, che non costituiscono materia valida» (n. 50). Lo stesso insegna il Diritto canonico e le norme generali del Messale (cf. Codice di Diritto Canonico, can. 924, nn. 1, 3; Missale Romanum, Institutio Generalis, n. 322).
Detto questo, ciò non toglie che in stato di grave necessità si possa anche usare un vino che non sia proprio conforme a norme (per esempio in tempi di persecuzione. Si pensi ai sacerdoti che si trovarono a celebrare clandestinamente la Messa nei campi di concentramento nazisti...), purché sia vino e non aceto come spiega l’istruzione. Certamente per mancanza della materia verrebbe meno la validità del Sacramento. Ovvero non vi sarebbe la transustanziazione.
Senza di essa il Sacrificio non avverrebbe e non ci sarebbe la redenzione dei fedeli.