[...] era dottrina di sempre, nella Chiesa, che la confessione dei peccati si deve fare sempre al Sacerdote per essere da lui assolti. Come mai, però, aumentano sempre più coloro che dicono di confessarsi direttamente con Dio e ritengono di essere da lui perdonati?... Esistono, in realtà, alcune possibilità di questo genere? Chiedo questo, perché, ormai, è molto frequente non trovare nessun confessore nelle Chiese, e non si sa come fare per ricevere l’assoluzione dei peccati, soprattutto dei peccati mortali... (Franco M.)
Purtroppo, è vero, non sono affatto pochi coloro che oggi dicono di confessarsi direttamente con Dio per essere assolti dai loro peccati. Contro di essi però c’è sempre la parola divina di Gesù che dice agli Apostoli (ossia ai Sacerdoti): «Ricevete lo Spirito Santo; a chi voi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,23). Questi tali che si confessano soltanto con Dio, perciò, sono eretici o illusi.
Anche il papa san Giovanni Paolo II, nel documento Reconciliatio et Paenitentia, ha parlato con chiarezza contro la «mentalità talora diffusa che si possa ottenere direttamente il perdono da Dio anche in maniera ordinaria, senza accostarsi al Sacramento della Riconciliazione» (n. 30).
Certo, lo stesso papa san Giovanni Paolo II ha anche detto che Dio, volendo, può sempre, per sua volontà, «operare al di fuori e al di sopra dei sacramenti», e si può essere anche assolti da Lui, perciò, ma sempre secondo quanto ha stabilito il Catechismo della Chiesa Cattolica che spiega molto bene come avviene la cosa: «Il dolore dell’anima e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più, quando provengono dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, ottengono il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla Confessione sacramentale» (n. 1452).
Per essere perdonati dai peccati, con il pentimento e il proposito di non peccare più, quindi, è necessaria anche «la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla Confessione sacramentale», ossia alla Confessione con il sacerdote. E anche san Tommaso d’Aquino, il sommo teologo della Chiesa, insegna che «non ci può essere vera contrizione [o pentimento] senza l’intenzione, almeno implicita, di confessarsi dal sacerdote».
Noi sappiamo che anche padre Pio da Pietrelcina diceva una sua particolarissima convinzione e certezza, affermando che «noi abbiamo una Fuorilegge per eccellenza, una Contrabbandiera di queste assoluzioni celesti senza assoluzioni sacramentali: la Madonna. Basta saper ricorrere a Lei, chiamandola solo per nome o con qualche lacrima negli occhi». Ma è proprio la Madonna che dal penitente esige anzitutto la contrizione dei peccati con il proposito fermo di non peccare più e con la risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla Confessione sacramentale con il sacerdote.