Il Padre De Condren fu uno dei più illustri rappresentanti della scuola “francese”, discepolo del card. De Bérulle e maestro del venerabile Olier. San Giovanni Eudes diceva di lui: «Dopo gli Apostoli, non è forse apparso un uomo che abbia avuto sui più sublimi misteri della religione delle conoscenze più vaste e profonde». Meditiamo con lui sul mistero della Risurrezione di Cristo.
La nostra devozione verso Gesù Cristo deve essere differente secondo la diversità dei suoi stati e dei suoi misteri, i quali sono fecondi di molti effetti di grazia e di misericordia sopra di noi. Orbene, tra questi stati, due sono particolarmente notevoli: il suo stato di patimento nella sua Passione, e il suo stato di gloria nella sua Risurrezione.
Il mistero della Risurrezione è così ripieno di meraviglie che sarebbe più conveniente adorarlo ed ammirarlo in silenzio, che spiegarne qualche particolarità, dal momento che è un mistero del Cielo e non della terra. Gesù Cristo rimane ancora sulla terra per qualche tempo dopo la sua Risurrezione, conversa coi suoi discepoli e fa molte cose proprie degli abitanti della terra; ma tutto in un modo pienamente divino; non più come sottoposto alle miserie umane, ma in conformità col suo stato glorioso e con la sua vita nuova e immortale, e pertanto in una maniera contraria alla nostra bassezza ed indegnità.
Per disporci a rendere omaggio a Gesù risorto, dobbiamo unirci al rifiuto che Gesù oppose a santa Maddalena quando questa, in un’estasi ed in un eccesso d’amore, voleva baciargli i piedi, e persuaderci che l’attacco a noi stessi ed alle cose della terra è il principale ostacolo alla grazia della Risurrezione.
Ad esempio della Santissima Vergine, dei discepoli, e delle pie donne che cercano Gesù, ritiriamoci nel silenzio, lontano dal rumore e dagli interessi mondani, e affinché possiamo per questo silenzio rendere omaggio a Gesù Cristo risorto, riflettiamo che il tempo dalla Pasqua all’Ascensione ci vien dato come una grazia speciale, affinché onoriamo tre grandezze del Figlio di Dio.
La prima è la sua vita nuova, la quale ci meritò una nuova grazia ed una vita nuova, non più secondo i difetti della vita primitiva che ricevemmo da Adamo, ma secondo l’esempio che Gesù Cristo, il quale è la nostra vita, ci diede durante la sua vita sulla terra. Per la Risurrezione ci vengono applicate tutte le grazie ch’Egli ci meritò nella sua vita mortale, perciò dobbiamo adorare la vita nuova di Gesù Cristo, la quale gli dà il potere di vivere non solo in se stesso, ma pure in noi che siamo i suoi membri. Aspiriamo a questa vita e ripudiamo l’altra; abbandoniamoci a questo potere di Gesù risuscitato.
La seconda è lo stato di trionfo di Gesù Cristo; perché quanto più gli obbrobri, le umiliazioni, le calunnie e le ignominie erano sconvenienti per la sua grandezza, santità e sovranità, tanto più Egli compare vittorioso (non già per Lui, ma per noi) del mondo, del peccato, della morte, del demonio e dell’inferno. Adoriamo questa potenza in Gesù risorto e abbandoniamoci ad essa; preghiamolo affinché per questa potenza, Egli trionfi in noi di tutto quanto vi trovi che si opponga al suo trionfo ed alla sua vittoria.
La terza grandezza ed eccellenza di Gesù Cristo risorto è questa, che Egli deve essere riconosciuto come Re. Benché, fin dal principio del mondo, per la sua divinità, Egli sia stato riconosciuto come tale da tutte le creature e che gli sia stato dato il titolo di Re anche durante la sua vita e persino sulla croce, Gesù prende possesso del suo regno soltanto nella Risurrezione; allora il Padre lo immette nella pienezza della sua regalità; allora Gesù riconosce come il Padre gli conceda questo favore, e gli assoggetti il cielo, la terra e l’inferno, perché regni sopra tutte le cose.
Adoriamo Gesù risorto, nella sua qualità di Re; animiamoci dal desiderio che tutto sia sottoposto al suo regno, e preghiamolo in particolare di distruggere in noi il regno del peccato, onde stabilirvi il suo regno, secondo quella domanda che Lui stesso ci ispira: «Adveniat regnum tuum!» (Venga il tuo regno!)
In tutti i giorni della Pasqua fino all’Ascensione si può dedicare qualche po’ di tempo ad onorare questi tre titoli del Figlio di Dio nella sua Risurrezione. Ma siccome questo mistero comprende in abbondanza misteri e circostanze notevoli, sarà bene fissare per ogni giorno della settimana qualche particolarità nella quale adoriamo le azioni, la vita, le parole ed i divini stati di Gesù risorto; appunto a questo fine la Chiesa, diretta dallo Spirito Santo, ci propone una successione di settimane e di giorni per glorificare Gesù nella sua Risurrezione; e noi dobbiamo assoggettarci a questo ordine che Dio medesimo osservò fin dalla creazione del mondo, poiché volle dedicarvi sei giorni, mentre avrebbe potuto creare tutto in un momento. Osserviamo, di passaggio, che in cielo gli eletti adorano Dio, i suoi misteri e le loro dipendenze, in un medesimo momento e con un solo atto di amore e di godimento; e questo atto tanto più sarà puro e semplice quanto più l’anima sulla terra sarà stata fedele a rendere a Dio i suoi omaggi per vie diverse.
Per la Domenica di Pasqua. In questo giorno adoreremo la Santissima Trinità mentre opera questo mistero: nel Padre adoreremo la potenza e il disegno eterno di risuscitare il suo benamato Figlio. In Gesù Cristo, adoreremo il gran desiderio che il suo corpo e l’anima sua vengano riuniti per la Risurrezione; perché se i nostri corpi e le nostre anime, i quali sono uniti per un vincolo così fragile e così facile a rompersi, tanto sentono e paventano la loro separazione, quanto più doveva Gesù Cristo ricercare la riunione della sua anima e del suo corpo, i quali erano uniti assieme per un vincolo così divino che durerà eternamente, atteso principalmente che in Lui non v’era nessuna causa di disunione? Adoriamo pure l’opera dello Spirito Santo in questa unione e rendiamo omaggio in modo particolare a ciò che avviene nel momento di questa riunione.
Preghiamo il Padre che risuscita il Figlio suo, che lo glorifichi per mezzo della Risurrezione; domandiamo a Gesù Cristo, per la riunione dell’anima sua col suo corpo, che ci riunisca e ci incorpori a Lui; supplichiamo lo Spirito Santo che rinnovi in noi la grazia di questo mistero, che ci spogli dello spirito di Adamo, dello spirito del mondo e del nostro spirito proprio, per rivestirci di Gesù Cristo risorto. Rivolgiamoci alla Santissima Vergine Madre di Dio, desiderando ed implorando con Lei questa nostra unione con Gesù. Preghiamola che faccia vivere Gesù Cristo in noi, perché è questo il suo disegno, e ci assoggetti alla potenza di Gesù risorto.
Per il Lunedì. Adoriamo Gesù risorto, nella sua vita tutta nuova; rendiamo i nostri omaggi a questa vita conveniente alla sua grandezza, libera dalle bassezze della sua vita mortale, eppure fondata sugli abbassamenti di questa sua vita passibile e mortale, poiché Gesù non sarebbe risuscitato se non fosse morto, non avrebbe avuto la gloria del trionfo se non fosse stato schiacciato dalla rabbia dei suoi nemici; né ci darebbe grazia e forza nelle nostre tentazioni e nelle nostre tribolazioni se non le avesse sperimentate. Non sarebbe coronato di gloria se non fosse stato coronato di spine, né sarebbe esaltato alla destra del Padre suo, se non fosse stato ignominiosamente inchiodato sulla croce; per mezzo della croce Egli sale al Cielo, ma nella croce acquista la potenza di farci ascendere anche noi lassù, dopo di Lui. Adoriamo la gloriosa sua umanità non più soggetta agli obbrobri ed alle ignominie, ma potente per tutta l’eternità e in possesso di tutti i privilegi che le sono dovuti in virtù della sua unione con la divinità; quanto più di questi privilegi ha sopportato una privazione oltremodo penosa e rigorosa, tanto maggiore è l’abbondanza con cui li riceve, non solamente per sé, ma per farne parte anche ai suoi eletti.
Per il Martedì. In questo giorno adoreremo le apparizioni e manifestazioni di Gesù risorto, onde renderci forti nella fede nella realtà della sua Risurrezione. La Risurrezione è il fondamento di tutte le grazie che Gesù ci comunica per tutto quello che ci meritò durante trentatré anni. Infatti, se Gesù non fosse risuscitato, la nostra speranza sarebbe vana. Possiamo dunque adorare dapprima l’amore e la carità di Gesù Cristo, il quale si manifesta a molti che durante la sua Passione si erano nascosti, l’avevano abbandonato ed avevano dubitato. Egli li previene, li consola, li illumina, li rianima, li infiamma e li conferma nelle fede, parla loro parecchie volte in vari incontri e sotto varie apparenze, e vuole che lo guardino, lo osservino e lo tocchino; mangia persino in loro presenza e dimostra che è proprio Lui stesso. Infine li costituisce testimoni di questo gran mistero e affida loro la dispensazione dei suoi tesori e delle sue grazie.
Per il Mercoledì. Questo giorno sarà dedicato ad onorare la vita nascosta di Gesù durante quaranta giorni; benché questa vita non sia penosa per Lui, è però una vita di privazione, poiché Egli non è ancora in possesso di quella pienezza di gloria che deve ricevere dal Padre suo quando lo farà sedere sul suo proprio trono. Dobbiamo dunque adorare Gesù risorto, mentre si assoggetta a questa dilazione; poteva istruire i suoi Apostoli in un momento, eppure ha voluto impiegarvi quaranta giorni. Adoreremo tutti gli atti di Gesù verso il Padre suo durante questo tempo e in questa giornata ci raccoglieremo ogni tanto, per onorare il divino ritiro del Figlio di Dio in questo nuovo stato.
Per il Giovedì. Onoriamo, in questo giorno, i viaggi di Gesù Cristo, e particolarmente quello che fece coi suoi discepoli di Emmaus. Adoriamo le sante istruzioni di Gesù Cristo mentre si accosta a loro, li interroga e risponde alle loro domande, manifesta loro le sue verità, dispone i loro cuori ad accogliere la manifestazione della sua Risurrezione e infine si fa conoscere, dando loro, secondo l’opinione più comune, il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del Pane da Lui consacrato. Adoriamo il Figlio di Dio nella sua qualità di Sacerdote e doniamoci a Lui in questo suo stato; umiliamoci davanti a Lui per la nostra mancanza di disposizioni quando ci accostiamo al Santissimo Sacramento; preghiamolo che operi in noi quell’effetto che operò nel cuore di quei due discepoli, cioè una fede viva, un amore perfetto e una gran diligenza nel ricercare la sua gloria e nel manifestare agli altri la verità della sua Risurrezione.
Per il Venerdì. Adoreremo Gesù Cristo nel suo nuovo regno: renderemo omaggio ai segni della sua regalità i quali, quanto più gli hanno attirato disprezzo e umiliazioni, tanto più ora lo innalzano e tanto più esaltano il suo trionfo. Adoriamo le piaghe di Gesù che sono i segni del nostro riscatto; per queste piaghe e per il suo sangue Egli ha ottenuto grazia per noi. Adoriamo queste piaghe che sono il terrore dell’inferno e la condanna dei cattivi. Domandiamo a Gesù Cristo che queste sacre piaghe ora siano i canali delle sue grazie sopra di noi, preghiamolo che le imprima in noi, guarisca le nostre piaghe per mezzo delle sue e per l’apertura di queste sue sacratissime piaghe ci introduca nella Beatitudine eterna.