Abituata fin dalla mia fanciullezza a sentire i predicatori e confessori che raccomandavano la Confessione settimanale per vivere una vita cristiana impegnata nell’acquisto delle sante virtù, mi chiedo adesso (da ottantenne) dove è andato a finire quell’insegnamento sentendo i predicatori e confessori che, invece, parlano della Confessione una volta al mese, senza rendersi affatto conto dell’invasione ormai mondiale di tutti i peccati più brutti e più infami (si pensi ai molti milioni di aborti ogni anno... e quanti ogni giorno?... siamo tutti assassini) [...]. (Laura M.)
Non per nulla l’Italia, nel secolo scorso, ha avuto i due più grandi Confessori Santi nella storia della Chiesa: san Leopoldo Mandic’ e san Pio da Pietrelcina, ambedue santi cappuccini. San Leopoldo morì nel 1942. San Pio da Pietrelcina morì nel 1968, e il loro insegnamento era appunto quello della necessità della Confessione settimanale per vivere una vita cristiana santa.
Quale sfacelo della vita morale sia successo in questi ultimi cinquant’anni, dovrebbero saperlo tutti, ovviamente, e invece, sembra che non lo sappia quasi nessuno, perché si avanza nello sfacelo orami a rotta di collo, con una incoscienza e cecità tenebrosa che impongono, si deve dire, il peccato mortale pressoché ad ogni passo... fino quasi all’inesistenza ormai del peccato mortale. Dov’è, allora, la necessità della Confessione?...
Nell’inferno, esiste forse la Confessione, e addirittura la Confessione settimanale?... Assurdo: esiste sicuramente il progetto della distruzione totale della Confessione nella Chiesa. Perciò, la perdita della Confessione sacramentale segna precisamente l’avanzata del regno di Satana sulla terra, regno di tenebre e di peccati, regno di errori e di misfatti.
Ricordiamo, invece, l’insegnamento di san Pio da Pietrelcina (fino al 1968) sulla necessità della Confessione settimanale. A San Giovanni Rotondo c’era un figlio spirituale di Padre Pio, Piero Cugino, chiamato da tutti Pietruccio il cieco, che spesso si fermava nel convento di San Giovanni Rotondo.
Proprio lui affermava e ripeteva: «Padre Pio voleva che mi confessassi ogni otto giorni. Se qualche volta io non andavo da lui, era lui a venirmi a cercare. E un giorno mi trovò in cucina mentre aiutavo il frate cuciniere. Mi chiamò e, prendendomi per mano, mi condusse in un angoletto del corridoio del chiostro, ove mi confessò.
In un’altra occasione simile io gli feci presente che non avevo molto da dire, e lui: “Hai visto una donna di casa che ha un bel mobile? Lo spolvera tutte le mattine, perché lei ci nota sempre un po’ di polvere. Così dobbiamo fare noi con la nostra anima, dove si accumulano sempre delle imperfezioni”.
In casi come questo, Padre Pio faceva lui l’esame di coscienza; ma non si limitava a porre solo delle domande, aggiungeva anche delle brevi considerazioni sui peccati e sulle varie virtù».