Niente può opprimere interiormente più dell’ossessione dei peccati commessi con tale malizia consapevole da ritenersi ormai impossibilitato ad ottenere il perdono da Dio. Al riguardo, ho parlato e discusso con persone qualificate, e mi pare che l’appello alla misericordia del perdono da parte di Dio non può che cedere di fronte all’ostinazione che afferra il cuore dell’uomo diventato una sorta di demonio o di Giuda Iscariota che finì nella disperazione, quale «figlio della perdizione» (Gv 17,12) [...]. (Aniello A.)
Il suo appellarsi all’esempio tragico del «figlio della perdizione» mi sembra che basti per rassicurarlo sulla certezza che chiunque, per quanto peccatore infame, se è veramente umiliato e pentito dei peccati commessi, e deciso nel proposito fermo di ravvedersi e cambiare vita – come dimostra la splendida vicenda del «Figliuol prodigo» (cf. Lc 15,11-32) – può ottenere da Dio infinitamente misericordioso il perdono di tutti i suoi peccati, per quanto grandi.
Il suo appello al «figlio della perdizione», infatti, si trova nell’insegnamento del corso di Esercizi spirituali che un grande Maestro di vita spirituale spiegava così ai suoi attenti uditori: «Facciamo una supposizione: se Giuda, invece di disperarsi e finire impiccato, si fosse presentato più tardi da san Pietro, e gli avesse detto: “Vuoi tu ricevere la mia confessione dei peccati?”... Pietro gli avrebbe risposto: “Sì, inginocchiati lì, e incomincia l’accusa”.
“Oh, me infelice, o Pietro, che ho venduto e tradito il Maestro!...”: è l’accusa di Giuda.
E san Pietro gli avrebbe detto: “Tu non hai fatto che questo?... Io sono ben più colpevole di te, avendo rinnegato Gesù per tre volte... Fa’ dunque il tuo atto di contrizione, e io ti assolverò del tuo tradimento!...”».
Ciò che è mancato a Giuda è l’umile ravvedimento unito alla decisione di cambiare vita, come fece appunto san Pietro che pianse umilmente lacrime sul suo triplice rinnegamento di Gesù; come fece il figliuol prodigo che, umile e pentito, si recò dal padre e gli disse: «Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te...» (Lc 15,18).
Nessun peccatore umiliato e pentito può mai dubitare della misericordia infinita di Dio Padre. Questa è la “buona novella” del Vangelo. Perciò possiamo tutti salvarci con il pentimento sincero e fermo.