Con la sua Morte e Risurrezione Gesù Cristo ha ricreato l’Universo, aprendo a chi l’accoglie il mondo della Grazia. Ogni cristiano è così chiamato a ripresentare e prolungare sulla terra il mistero della sua Croce e della sua Gloria.
Tu, fratello, bambino o adulto, giovane o anziano che sia, senti dentro di te un profondo desiderio di vivere. Vuoi la vita, l’amore, la gioia, la pienezza del tuo essere.
Di fronte alla morte – questa beffa sui nostri sogni – tu ti ribelli e protesti con tutte le tue fibre. Non vuoi morire, vuoi vivere, crescere, dilatarti, anzi vuoi ringiovanire.
Dovunque tu vada, cerchi la vita, sempre la vita. Vuoi vivere meglio, vuoi vivere più a lungo, vuoi gioire, gustare, continuare la vita... ti senti, ci sentiamo, fatti per vivere e non morire.
“Gesù è stato appeso alla croce” (cf. At 10,39)
C’è un Uomo, uguale a te, fuorché nel peccato, che ha provato la fatica e la povertà; ha sentito la fame, la sete, la solitudine e la nostalgia. È stato oppresso dalla paura e dall’angoscia. Ha gustato la morte più infame, quella del crocifisso.
Ha un nome: Gesù di Nazareth, il Cristo. È il Figlio di Dio fatto uomo.
Questo Uomo, giovane e forte, innocente e purissimo, si è sacrificato per noi: «Mi ha amato ed è morto per me» (Gal 2,20). “Non c’è amore più grande di chi sacrifica la vita per i suoi amici” (cf. Gv 15,13). È stato un “folle”, folle d’amore.
Contemplo Gesù Crocifisso e comprendo quanto mi ha amato: ha pagato Lui, perché io fossi felice. È morto Lui per me, perché io avessi la vita. È passato attraverso la morte, perché la mia vita e la mia morte avessero un senso e io non disperassi di me.
“Gesù è risorto” (cf. At 10,40)
Questo Gesù di Nazareth, questo Profeta dell’amore a Dio e agli uomini, questo Amico, questo Uomo pacifico e dirompente, tenace contestatore del peccato e ribelle al mondo per amore, non ha subìto la corruzione del sepolcro.
È risorto, sì è risorto, è uscito vivo dalla tomba, si è presentato ai suoi amici e a “più di cinquecento fratelli in una sola volta” (cf. 1Cor 15,6): essi lo hanno visto e toccato, hanno mangiato e bevuto con Lui dopo la sua Risurrezione. Lui ha detto con autorità somma: «Io sono con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Non è un’illusione di poveri ingenui, non è un mito o un fantasma per celare la nostra sete di vita, i suoi testimoni, gli Apostoli, hanno pagato con il sangue questa inaudita testimonianza.
Oggi dopo più di duemila anni di storia, il suo messaggio è giunto sino a noi e ci sono milioni di uomini che credono in Lui. Ancora oggi, ci sono giovani e adulti che sacrificano la vita per Lui, o sono pronti a sacrificarla, se Lui lo chiede.
Un Uomo crocifisso, la cui vita terrena si fosse esaurita nella tomba, non averebbe avuto tanto successo, tanta attrazione, anche oggi, in questo tempo buio, in cui la fede in Lui è irrisa e combattuta in modo subdolo e impertinente, con tecniche da prevaricatori.
Gesù, il Cristo, proprio perché è risorto, proprio perché è il Figlio di Dio, il Vivente in eterno, ha saputo e sa costruire, senza potere politico o militare, senza armi, solo con la forza della Verità e dell’amore, della sua divina vitalità e della sua sublime Dottrina, una Comunità – la sua Chiesa – che dopo duemila anni non tramonta ed è, nonostante le persecuzioni e gli attacchi esterni e interni più subdoli, più viva che mai!
Proprio là dove il Cristo è deriso, calpestato e ucciso nei suoi Martiri, è il Vivente, che in questo nostro crudo inverno, fa tuttavia credere con fondamento che per mezzo suo, «la primavera verrà» (Ven. Pio XII, 19 marzo 1958).
“I discepoli gioirono al vedere il Signore” (cf. Gv 20,20)
Dunque, ce l’ha fatta il Nazareno, è vivo, è con noi, è qui, è qui come il primo giorno. Possiamo vederlo e parlargli, sentirlo vicino, palpitante di vita, mentre ci rassicura: “Via la paura, via la solitudine, la pace sia con voi!”.
La pace di chi ha incontrato Uno così potente e buono che riempie tutti i vuoti del nostro cuore, il Vivente che mette in fuga la morte, il Santissimo di Dio che spezza le catene del peccato.
C’è solo il posto per la gioia, quella vera, non facile ma completa e duratura, che il mondo sazio di piaceri e disperato per la morte, può anche disprezzare, ma che non può rapire.
Oggi, nel clima di psicologismo e sociologismo, “maestro del sospetto”, c’è chi sostiene che la fede è figlia della paura o del terrore, come già diceva il vecchio Epicuro. Nulla di più sbagliato.Gli uomini di fede, possono essere tribolati, ma sono lieti; i Santi sono felici da stupire, e rendono felici gli altri, pur trovandosi in un letto di dolore. La Fede cattolica è la negazione della paura e della morte; è l’esaltazione più alta dell’amore, della comunione, della vita e della vera felicità dell’uomo.
Sì, il cammino della fede non è facile ma è possibile. È un rischio ma un rischio che merita correre sino in fondo. Da dove può venire il Cristianesimo con la sua Dottrina e la sua Legge così alta e così nuova, con i suoi Sacramenti, primo tra tutti l’Eucaristia, così semplici e così grandi, con la sua vitalità inesauribile nella storia, se non dal Cristo, Figlio di Dio e Vincitore della morte?
Da dove può venire la Chiesa, con i suoi Santi, con la sua capacità di superare crisi, ribellioni, battaglie, persecuzioni e morte, se non dal Cristo vivente?
“Gesù ci ha ordinato di annunziare...” (cf. At 10,42)
Noi, che come i suoi amici Pietro, Giovanni, Giacomo, Paolo... e tutti gli altri, abbiamo creduto e continuiamo a credere in Lui, noi che siamo i suoi prolungamenti di umanità, nei secoli e oggi, non possiamo tacere. Abbiamo sentore che in molti vorrebbero chiuderci la bocca e farci tacere il lieto annunzio della Morte e della Risurrezione di Gesù, ma nessuno ci riuscirà.
A te che vuoi costruire un mondo davvero nuovo, “nuovi cieli e nuova terra”, noi annunciamo che Gesù risorto è il promotore di un mondo nuovo – veramente nuovo, dal di dentro – costruito sulla Verità, la giustizia, la dignità dell’uomo, a immagine di Dio.
A te, che sei giovane, a te adulto che non vuoi invecchiare, annunciamo che Gesù è la Vita divina che non muore, che vive in te per dilatarsi sino alla sua statura di uomo perfetto, divinizzato sino all’eternità che non tramonta, la Vita che dura per sempre.
E auguriamo e preghiamo che tu possa scoprire – o riscoprire – in Lui, l’Amico, il Compagno di viaggio, il Pilota dell’esistenza e della storia, l’Uomo davvero nuovo, l’unico nuovo, il Figlio di Dio vivente, il Datore della vita vera, la Gioia, la vera Gioia dell’uomo e del mondo, in questo tempo e nell’eternità.