Che fosse un Mistico e un Santo straordinario era noto a tutti. Eppure Padre Pio, dal canto suo, ha sempre mostrato d’essere una creatura “umana”, capace di ridere e scherzare. Era, anzi, “l’anima” delle ricreazioni, mettendo tutti a loro agio con la sua contagiosa allegria.
Il Padre seppe nascondere i carismi di Dio con il suo comportamento faceto e gioviale – il suo humour servì a nascondere la sua innata umiltà. Tra umorismo e profetismo si parlò di canonizzazione nel lontano 1918.
È stato scritto che la gioia è il grande segreto del cristiano! Ed è vero! È il segreto però del cristiano vero, autentico, pieno di fede, di amore e di speranza.
Leggendo un paio di lettere indirizzate dal caro Padre al suo amico e confratello, Padre Basilio da Mirabello Sannitico, di due anni più giovane di lui, ho riso ed ho riso di cuore nell’immaginare la figura sorniona e sorridente del Padre a scrivere queste missive; contemporaneamente sono stato colpito dalla profonda umiltà del beato Padre e dal modo in cui sapeva stornare e deviare l’interesse, l’attenzione e gli argomenti dei confratelli come pure di altre persone che lo avvicinavano, quando questi riguardavano la sua persona.
Chi pensa che i Santi siano persone melanconiche e tristi, si sbaglia di grosso. Il caro Padre si è sforzato durante tutta la sua vita di essere la persona più normale e naturale di questo mondo senza minimamente creare attorno a sé alcun alone speciale e tanto meno quello della santità. Per raggiungere il suo scopo non ha rinunciato a imparare, inventare e produrre un repertorio inesauribile di battute, barzellette ed aneddoti per trattenere in piacevole relax i figli spirituali che lo andavano a visitare.
Dalle testimonianze raccolte tra coloro che vissero vicino al Padre si può tracciare un quadro piuttosto completo del suo aspetto umoristico.
Padre Pio era un mimo di professione ed un attore consumato, bastava guardarlo ed ascoltarlo quando raccontava gli aneddoti e le barzellette: ogni parola ed ogni gesto erano indirizzati a creare l’atmosfera adatta per lo scoppio di un’allegra risata.
Il Padre sapeva utilizzare tutti i piccoli ritagli di tempo che il ministero e la preghiera gli lasciavano liberi per rilassarsi e rilassare, raccontando quasi sempre barzellette a sfondo didattico e morale. Era capace di condire, direi, con il giusto pizzico di sale ogni sua uscita spiritosa senza stonare o annoiare mai. Era sempre vivace e brillante, quando intratteneva i confratelli in giardino o sulla veranda dinanzi alla sua celletta. Sapeva diffondere gioia ed allegria intorno a sé. La sua arguzia ed ilarità contagiavano coloro che lo attorniavano. Era impossibile sottrarsi a quella gioia semplice e spontanea.
Molte foto ci mostrano il suo volto e il suo sorriso sincero, buono, aperto alla gioia. In genere una persona mostra sul volto e negli occhi come nel gesto ciò che racchiude nel suo cuore. Gli occhi del Padre sapevano sprigionare una luce ed una vivacità uniche, segni manifesti della gioia divina che racchiudeva nel suo cuore. E non dimentichiamo le sue molteplici sofferenze morali, spirituali e fisiche, in modo particolare, le stimmate che gli procuravano dolori lancinanti ad ogni movimento.
Non siamo in possesso delle lettere inviate da Padre Basilio a Padre Pio, ma dal contesto di quelle del Padre possiamo facilmente intuire che in una il Padre Basilio gli aveva descritto un sogno fatto da lui nel quale aveva visto, come in un filmato, la canonizzazione del Padre stesso o forse gli aveva fatto l’augurio di vederlo un domani sugli altari. Quest’ultimo è un augurio che si porge ben volentieri a tutti, ma in particolare ai Sacerdoti.
Padre Basilio conosceva il caro Padre e intuiva la sua alta levatura morale e spirituale. Forse il povero amico si aspettava un ringraziamento; sta il fatto che il Padre volge tutto il complimento sul piano del ridicolo.
Ma passiamo al testo della lettera. Scrive il beato Padre nel lontano 8 febbraio 1918: «Sai, Basilio, che il tuo sogno mi ha fatto questa bella impressione? Essendo tu Pontifex in temporibus illis sul processo della mia beatificazione non potranno aver luogo le molte difficoltà essendo a te note virtù e miracoli. Viene pure assodata la questione della musica, non è vero? Godo e sempre più godo nel considerare il nome che prenderai» (Epistolario IV, p. 249).
Il Padre sa scherzare e prendere in giro con fine delicatezza il suo caro confratello creandolo addirittura Papa della sua canonizzazione, così dice, si eviteranno le lungaggini per il processo e sapeste quante se ne volevano creare. Inoltre poiché il Padre Basilio sapeva suonare molto bene, si eviterà di conseguenza anche di trovare un suonatore per la solennità della cerimonia.
Gioisce poi per il nome che assumerà da Papa. È una irrealtà che piace e che fa ridere: un Papa che presiede e che suona all’organo (sic). [...].
Il caro Padre ritorna sull’argomento nella lettera successiva dell’8 giugno dello stesso anno, quando si lamenta di non essere mai visitato da Padre Basilio cui dice con sorniona bonarietà: «Ti compatisco, però, perché è proprio del filosofo parlar molto, ma sentir poco. La filosofia raramente ha creato dei veri amatori, e non mi sbaglio se in genere dico che gli appassionati della filosofia non saranno mai ascetici e molto meno mistici. Mi sbaglio? Giudicalo tu con la sottigliezza della tua mente, e se erro, non me ne fare un capo di accusa allorquando ti troverai d’iniziare processi di beatificazione e canonizzazione!» (Ivi, p. 255).
Non se l’abbiano a male gli amici filosofi, anche perché il Padre sa inserire un “in genere” volendo, in pratica, limitare quello che sta per dire al solo Padre Basilio. È sempre una battuta che, questa volta, serve come invito al confratello, laureato in Filosofia, a tenere i piedi per terra e a non fantasticare troppo.
Qui la sua facezia raggiunge l’apice considerando con quanto spirito sa parlare al filosofo e con quanta furbizia sa rivolgere la domanda di perdono.
Come si nota l’umorismo nelle mani di Padre Pio diventa frizzante ed effervescente, mezzo utilissimo per distrarre il Padre Basilio in modo tale da nascondergli i doni di cui Dio lo aveva colmato. Credo che anche voi, cari amici, abbiate riso di cuore a queste battute del Padre. Del resto gli era facile strappare il riso anche a persone serie o che lo avvicinavano con tanta compunzione.
Da Studi su Padre Pio, vol. 1/2004