PADRE PIO
Padre Pio benefattore di San Giovanni Rotondo
dal Numero 37 del 25 settembre 2016
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

La presenza benefica di San Pio ha giovato a San Giovanni Rotondo non soltanto dal punto di vista strettamente spirituale ma, partendo da questo, si è estesa anche al lato sociale e materiale, come comprovano i seguenti fatti e testimonianze.

L’immensa carità di Padre Pio, che ha abbracciato il mondo intero, si è riversata in maniera speciale sul paese che lo ha ospitato per 52 anni e nel quale una certa indigenza della popolazione richiedeva un’attenzione particolare. Abbiamo già visto come egli si adoperò per la costruzione di un piccolo ospedale, seguito poi dalla poderosa opera della Casa Sollievo della Sofferenza. Il suo impegno fu diretto non solo agli ammalati ma anche ai poveri e a ogni altro genere di necessità.
C’è una interessante “relazione”, inviata dal Comune di San Giovanni Rotondo al Prefetto di Foggia risalente all’anno 1923, redatta per illustrare tutta l’attività caritativa di Padre Pio; era il periodo in cui questi era bersagliato da accuse e calunnie volte a screditarlo presso il Sant’Uffizio e a far credere che fosse un truffatore e un mistificatore. Si tratta di un lungo elenco, anche se non esaustivo, perché tutta la carità che ha fatto il Santo la conosce solo Dio: «Novantamila lire per l’erigendo ospedale in paese, l’aiuto incessante alla Congrega della Carità, i continui sussidi al ricreatorio degli orfani di guerra. Aiuti materiali (medicine, vitto, vestiario, fitto di casa) ai poveri del paese, collocamento in istituti religiosi di una ventina di giovanette sole e abbandonate, ricovero in orfanotrofio di dieci orfani di guerra e di parecchie bambine povere, corredi a varie giovanette disonorate; collocamento al lavoro di giovani disoccupati, la pace, la concordia, l’amore a tante famiglie tribolate». Inoltre nella relazione si legge: «Ci preme far notare a vostra signoria illustrissima che il reverendissimo Padre Pio, mostrandosi estraneo alla politica, ha incoraggiato ed aiutato le organizzazioni cittadine, ha contribuito alla tutela e all’ordine pubblico, inculcato nell’animo dei cittadini, che innumerevoli vanno a confessarsi, l’amore e il rispetto alle leggi» (1).
Si deve allo zelo di Padre Pio anche la presenza di diverse scuole dell’infanzia a San Giovanni Rotondo, gestite dalle Suore. Innanzitutto Padre Pio si interessò alla costruzione di una chiesa nella zona di Santa Croce, che era alquanto abbandonata dal punto di vista del servizio pastorale, in quanto lontana sia dalla Parrocchia, sia dal Convento. A questa chiesa volle annessa una scuola materna dedicata a Maria Santissima delle Grazie e un centro di addestramento professionale femminile. Fu Padre Pio stesso a benedire la prima pietra dei locali e a inaugurarli ufficialmente, alla presenza delle massime autorità della Provincia, il 17 dicembre 1957. La gestione dei due centri formativi fu affidata alle Suore Francescane Adoratrici che ben rispondevano alle aspettative di Padre Pio. La costruzione della chiesa invece terminò nel 1960; essa divenne Parrocchia nel 1988, fu intitolata a San Francesco d’Assisi e affidata alla cura pastorale dei Frati Cappuccini.
La presenza di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e il grande risveglio spirituale che si ebbe mise in azione anche i protestanti, che si organizzarono per contrastare in qualche modo il grande affluire del popolo al Convento di Padre Pio e per riguadagnare terreno. Questi progettarono di costruire una chiesa evangelica nella zona del Convento, ma non vi riuscirono perché fu loro impedito, «dopo una battaglia corpo a corpo». Riuscirono però ad aprire una cappella e una scuola d’infanzia alla periferia del paese, sia per condurre un’opera di “rievangelizzazione” della popolazione, sia per gettare in qualche modo ombre sull’operato di Padre Pio. Leggiamo il racconto di Padre Carmelo da Sessano, allora Superiore del Convento: «Padre Pio era preoccupato. Una mattina, dopo le Confessioni, con tono e volto sofferenti, chiese: “Dimmi un po’, non sai niente di quello che sta succedendo alla periferia di San Giovanni, nella zona di Sant’Onofrio?”. “No, Padre!”. “Non sai che i protestanti hanno aperto un asilo infantile... Che quei bambini, quando escono di là, dicono delle bestemmie orrende contro la Madonna?...”. Poi con le lacrime agli occhi, aggiunse: “Fa’ qualche cosa!... è urgente!... Bambini che bestemmiano la Madonna”. Si commosse e tacque, ma aveva il volto straziato dalla pena. Anche io davvero sentii un fremito in me, ma purtroppo mi chiusi in un mutismo imperdonabile... Abbozzai appena: “Ma, Padre, che ci posso fare io!... Mi dispiace, ma...” e tacqui. Ed egli fissandomi con due occhi meravigliati, rimarcò: “Ma come mai? Sempre hai fatto quello che ho detto ed ora!... Che ti si fatto protestante pure tu?”» (2). Padre Carmelo gli fece presente che in quella zona non poteva intervenire perché il Clero locale avrebbe considerato ciò una ingerenza non gradita e, di conseguenza, ci sarebbe stato lo “scatenamento della lotta”, in una situazione che era già molto tesa. Ma Padre Pio di rimando: «A te interessa più l’amicizia degli uomini o il bene di anime innocenti?... Vai, a nome mio, dall’arcivescovo e fatti autorizzare ad aprire un asilo infantile vicino a quello dei protestanti. E non aver paura!... Coraggio e la Mamma celeste ti accompagni». Dinanzi ad una tale determinazione, Padre Carmelo non esitò più e si mise all’opera per eseguire quanto Padre Pio gli aveva detto. Il Vescovo era Mons. Cesarano, grande estimatore di Padre Pio, il quale dopo aver ascoltato Padre Carmelo «scrisse ipso facto l’autorizzazione ad aprire al più presto una scuola materna nella zona di Sant’Onofrio. In seguito furono chiamate le Suore Terziarie Cappuccine del Sacro Cuore dalla Sicilia per la bonifica di tutta la zona. [...]. Mediante il loro apostolato capillare e comunitario, poliedrico e vulcanico, la zona di Sant’Onofrio divenne, in breve tempo, la zona “pilota” di San Giovanni Rotondo» (3).
La scuola protestante dovette chiudere per mancanza di iscritti, ma i “fratelli” protestanti non se la diedero per vinta, anzi la loro reazione fu «violenta ed implacabile». Abbandonata la periferia est, si spostarono verso la periferia sud, ma anche qui la loro attività fu bloccata dall’apertura di una terza scuola materna “francescana” denominata “Pace e bene”, gestita dalle Suore Immacolatine. Fu sempre Padre Carmelo, nel mese di giugno 1957, ad andare ad invitare la Madre generale da parte di Padre Pio il quale ancora una volta lanciava il grido che lo muoveva a questa nuova iniziativa: «I bambini si devono salvare!». Le difficoltà e i sacrifici che queste Suore dovettero affrontare all’inizio furono senza numero, ma furono coronati dall’apertura, nel 1958, della scuola materna e del laboratorio per le ragazze. Successivamente esse ottennero un finanziamento dalla Provincia per la costruzione ex novo della scuola materna, orfanotrofio e abitazione delle Suore: agli umili e difficili inizi ha fatto seguito il fiorire di numerose opere di educazione e di assistenza. Non senza accento profetico, alle prime due Suore arrivate a San Giovanni Rotondo Padre Pio aveva detto: «Finalmente!... Rimanete e consolidatevi».
Con Padre Carmelo da Sessano, dunque, possiamo concludere affermando che grazie allo zelo e all’opera del Santo: «In breve, oltre cinquecento bambini dalla strada passano alle cure amorose e materne di numerose figlie di san Francesco, infervorate e guidate dalla parola illuminata del padre spirituale, Padre Pio» (4).  

Note
1) Cf. A. P. Cascavilla, Padre Pio benefattore di San Giovanni Rotondo, manoscritto, p. 13.
2) Padre Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina, Foggia 1974, p. 766.
3) Cf. ivi, p. 767.
4) Cf. Carmelo da Sessano del Molise, Brevi cenni sulle opere sociali di Padre Pio, dattiloscritto.

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