Oggi come ieri i “razionalisti” vorrebbero negare la Risurrezione gloriosa di Cristo. Con grande incoerenza non tengono conto dei dati storici – quanto mai “scientifici” – che garantiscono la veridicità di un evento tanto grandioso quanto reale. Persino i nemici di Gesù non dubitarono un istante all’annuncio immortale: “è davvero risorto!”.
Razionalisti. Quelli che con la ragione umana vogliono saperla più lunga di Dio. E osano dire che la ragione umana spiega tutto. Negatori del Cristo Figlio di Dio. Negatori della Risurrezione di Lui. Alfred Loisy (1857-1840) scrisse che «il lavoro interiore dell’anima entusiasta dei dodici Discepoli di Gesù suggerì loro la visione della sua risurrezione». Goguel, un altro razionalista, dice che «la fede messianica degli apostoli è stata rimessa in sesto, ma non solo: è stata esaltata. Hanno confuso la risurrezione della loro fede con quella di Gesù medesimo». Charles Guignebert aggiunge: «La loro tensione di desiderio e di fede, nella mente e nel cuore di uomini rozzi e mistici come loro, esaltati nell’ansiosa attesa ha avuto uno sfogo nella visione».
Tutti soggettivisti. Insomma, hanno creduto di vedere Gesù Risorto, ma Lui è rimasto nella tomba. Allucinati. Esaltati. Visionari. Sono tutti professori costoro, si può pensare, di un passato ormai passato, nel secolo scorso. Ma ci sono “teologi” di oggi che non insegnano molto diversamente, professori universitari, illustri accademici. Non si vuole mancare di rispetto a personaggi così altolocati di titoli, ma la loro concezione degli uomini e la loro esperienza di vita vissuta si rivelano quanto di più puerile possa esistere.
Un esempio della storia d’oggi. Interi popoli attendevano e desideravano il crollo del muro di Berlino. Ma nessuno si è sognato di dire che il muro è crollato per esempio nel 1979. Hanno detto e diffuso nel mondo che è crollato, solo dopo il 9 novembre 1989! La Risurrezione di Gesù – un morto crocifisso, macellato, svenato – è infinitamente più grande del crollo del muro di Berlino. Nessuna attesa, nessun desiderio, nessuna fabulazione di esaltati poteva inventarla e farla credere, se non è davvero avvenuta.
Fatto storico
Se contro la storicità – la verità dei Vangeli – i razionalisti non hanno che queste idiozie, è meglio che tacciano. Ovviamente anche i razionalisti di oggi, che sono ancora legione. Ma non dicono nulla di davvero razionale.
- La Risurrezione di Gesù è innanzi tutto un fatto storico. Non è un fatto leggendario o mitologico o semplicemente “mistico e religioso”. È un fatto storico la cui autenticità, come quella di qualsiasi fatto storico, ci è provata dalle testimonianze e dal vaglio critico delle medesime. Oltre che fatto storico accertato in modo irrefutabile, la Risurrezione di Gesù è un fatto prodigioso, del tutto inspiegabile con l’intervento di forze naturali.
- È un fatto assolutamente unico fino ad oggi e sempre. Vi sono stati morti risuscitati da Gesù, come narrano i Vangeli, o da Santi per il potere di Gesù, ma i risuscitati – come Lazzaro – sono di nuovo morti. La Risurrezione di Gesù ha un carattere del tutto diverso. È un cambiamento di stato e di condizione. Con essa Gesù è entrato con il suo Corpo – vero Corpo – nell’Eternità e così ha aperto per sempre la porta dell’Eternità all’uomo, corpo e anima. La sua Risurrezione è una promozione irreversibile: Gesù Risorto non muore più, ma è il Vivente!
- Gesù Risorto ha un significato e conseguenze irreversibili e universali. Come la creazione del mondo, come il peccato di Adamo, infinitamente di più che l’invenzione del fuoco o della ruota o la liberazione dell’energia atomica. Gesù Risorto impegna l’umanità intera in una solidarietà universale ed è il nuovo centro di gravità attorno al quale gira l’Universo umano tutto intero, e corregge e cambia tutti i movimenti di tutti i destini umani, si voglia o non si voglia.
Il fatto storico unico è raccontato dagli Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni che si completano a vicenda. Essi si preoccupano non tanto dei dettagli, quanto di stabilire la loro testimonianza sul fatto essenziale. Qual è questo essenziale? La morte sacrificale di Gesù in croce, il suo seppellimento nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea come prova della sua morte, le sue apparizioni corporali che provano la sua Risurrezione da morte.
È lo stesso Gesù che fu seppellito, Colui che tre giorni dopo apparve ai suoi Discepoli, invitandoli a toccare il suo corpo vivo e a mangiare pane e pesce arrostito con Lui. Non è solo una visione mentale, ma testimonianza di uomini concreti che hanno mangiato e bevuto con Lui dopo la sua Risurrezione dai morti (cf. At 10,41; Gv 21,9-14; Lc 24,38-42).
I suoi nemici credettero!
L’Evangelista Matteo – che era uno dei 12 Apostoli di Gesù – scriveva in aramaico a Gerusalemme poco dopo l’Avvenimento ed è il solo che riporta l’episodio delle guardie messe davanti alla tomba del Maestro (cf. Mt 27,62-66). Questo episodio finisce nel ridicolo. Gesù, che in quel giorno, con la sua Risurrezione, era passato alla vita gloriosa, non doveva forse sentirsi alquanto divertito del fatto?! Divertito a spese di coloro che erano stati i suoi nemici e forse anche a spese di coloro che erano i suoi amici.
Il comportamento di un uomo è diverso quando si trova nel mezzo della battaglia e quando invece ha conseguito vittoria. E che vittoria per Gesù! Questa è la sua giornata. Nei giorni del più grande trionfo i grandi capitani conservano sempre una punta di umorismo. Risorto da morte, Gesù non smette di essere uomo, un grande uomo e un grande capitano!
Egli butta il ridicolo su quelli che lo hanno condannato a morte. Costoro erano ormai persuasi di aver vinto per sempre la partita contro quel Rabbi che dava troppo fastidio, di averlo finalmente in pugno e si sentivano ormai tranquilli. Gesù era morto, morto per davvero e se ne stava allungato su un tavolo di pietra all’oscuro del loculo di una tomba. Si chiuda bene la tomba, ci si mettano i sigilli del sommo sacerdote e per maggior sicurezza, si piazzi una scorta armata e delle sentinelle davanti al sepolcro.
Ma Matteo racconta imperterrito: «Ed ecco un gran terremoto. L’angelo del Signore, disceso dal cielo, si avvicinò, fece rotolare da un lato la pietra e vi si pose a sedere sopra. Era il suo aspetto come folgore e la sua veste candida come neve. Tremarono le guardie dal timore che ebbero di lui ed erano come morte...» (Mt 28,1-4).
I soldati furono terrorizzati, poi si tastarono per accertarsi che erano ancora vivi, contarono le loro membra, raccolsero a tastoni le loro armi, diedero un’occhiata circospetta all’interno della tomba – era loro dovere – e scoprirono con terrore che era vuota. Non capivano più nulla. Chinarono la testa e, incolonnati, se ne tornarono al centro di Gerusalemme per informare dell’accaduto – Gesù è risorto! – il sommo sacerdote, quella “barba unta” di Caifa, che si era stracciato le vesti al sentire Gesù che si proclamava Figlio di Dio!
Dovevano avere una bella faccia quei soldati che si erano lasciati scappare un morto... Già si vedevano deferiti al tribunale militare. Brutta faccenda! I sacerdoti li accolsero però in modo sorprendente. Non si arrabbiarono, non denunciarono quella scorta armata per abbandono del posto di guardia, ingoiarono la notizia – la Risurrezione di Gesù – con facilità da sbalordire. I sacerdoti non dubitarono nemmeno un istante: la Risurrezione era certamente un nuovo prodigio di Colui che essi chiamavano “il Seduttore” (“Seductor ille”, Mt 27,63). Essi, i nemici di Gesù, credettero all’istante al persistente potere di Gesù di far miracoli, e vi credettero più prontamente che la maggior parte dei suoi amici. Non erano riusciti a schiacciarlo e ora era più vivo che mai: il Vivente!
Ma che fare? Occorreva negarlo, anzi nasconderlo, non lasciare diffondere la notizia (la bella Notizia, cioè il Vangelo!). I sacerdoti decisero di comprare i soldati. Dall’inizio del mondo, si sa che con i soldi, si compra tutto. O quasi. Diedero allora una bella somma di denaro ai soldati e consigliarono loro di dire che mentre essi dormivano, i Discepoli di Gesù avevano portato via il suo corpo. Ma se dormivano, come hanno fatto a vedere il furto di quel Corpo? Ma quelli presero il denaro (e chi non lo prenderebbe?) e ripeterono in giro la lezione che era stata dettata loro dalle “barbe unte”.
«Quel discorso [da farabutti] – dice Matteo – si propagò tra gli ebrei fino a oggi» (Mt 28,11-15). Sono duemila anni che i nemici di Gesù propalano la fandonia. Ci sono dei nemici di Gesù che sanno che Egli è risorto ed è il Vivente, ma ciò non va detto, va negato, va combattuto. «Non vogliamo che Lui regni sopra di noi». E allora mobilitano i soldi, la cultura, la pubblicità, gli scritti, i discorsi, i video, tutto contro di Lui.
Ma Gesù Cristo è davvero risorto: lo hanno riconosciuto anche i suoi nemici che l’avevano mandato a morte. Non hanno dubbi su quanto hanno sentito e appreso dalle guardie che hanno visto Gesù uscire vivo dal sepolcro. Per colmo di ironia, invece di far imprigionare quelle guardie per abbandono del posto di guardia e inadempienza ai loro doveri militari, pagano loro da bere perché vadano in giro a raccontare a tutti la storia della loro imperdonabile negligenza. Quelli bevvero di certo in abbondanza alla salute del sommo sacerdote e anche di quel Morto favoloso che sapeva passare attraverso un muro di pietra!
Dunque, il nostro Gesù è davvero risorto. Oggi è vivo, lo capite? Il Vivente in eterno e il suo Cuore di carne oggi palpita di amore caldissimo per noi, come se ognuno di noi fosse il solo ad essere amato. Niente paura, niente soggezione, nessun complesso di inferiorità, ma l’orgoglio santo di essere suoi, di Gesù, il Vivente, Vincitore perché vittima sulla croce, di dilatare il suo Regno, che non avrà fine!