RISPOSTA AI LETTORI

A proposito di San Francesco
dal Numero 32 del 16 agosto 2015

Cara Redazione, vi scrivo per avere risposta ad una mia perplessità. Mia moglie ed io ci siamo molto legati a Padre Pio e, attraverso di lui, all’ideale francescano. Ogni anno ci rechiamo in pellegrinaggio ad Assisi e quando posso, cerco di leggere le più note biografie del Santo e anche le riviste di studi francescani... Non sono certo un esperto, ma un vero appassionato! Ciò che vedo e soprattutto ciò che leggo di san Francesco e della vita francescana spesso non mi sembra in sintonia con la vita e gli insegnamenti di Padre Pio e in generale con l’idea che io ho di san Francesco. Vorrei potermi orientare tra gli scritti sul Santo d’Assisi e capire se davvero tutto quel che si dice su di lui (“era uno spirito libero”, “che la Curia romana avrebbe distorto il suo ideale”, “che era un ecologista ante litteram”, addirittura “che le stimmate non erano di origine soprannaturale”, ecc.) corrisponde a verità... Come fare? (Francesco D.)

RISPOSTA AI LETTORI

Da cosa ci ha liberato Cristo?
dal Numero 33 del 23 agosto 2015

[...] Sento parlare sempre più spesso di “Teologia della liberazione”. Mi potete spiegare brevemente in che cosa consiste? Mario T.

RISPOSTA AI LETTORI

Vera vocazione o fuga dal mondo?
dal Numero 35 del 6 settembre 2015

[...] Mio figlio ha deciso di fare un’esperienza in un ordine religioso. Io e suo padre abbiamo cercato di distoglierlo perché, date tutte le attività e le proprietà che abbiamo (abbiamo uno studio di commercialista molto avviato e diversi terreni e case da gestire) la sua scelta ci sembra inappropriata e molto probabilmente un’evasione dalle sue responsabilità di figlio (unico) ed erede del nostro patrimonio familiare. Il religioso in fondo vive come in un limbo, estraneo ai problemi veri del mondo e si esenta dalle responsabilità della famiglia con le sue croci e le sue battaglie [...] Non credo che tutti i religiosi siano così, ma nel caso di mio figlio noto una grande disaffezione alla realtà della famiglia a cui appartiene che va corretta... (Giuseppina R.)

RISPOSTA AI LETTORI

L’ultima volta che mi sono confessato...
dal Numero 39 del 4 ottobre 2015

Buongiorno, la settimana scorsa il sacerdote che mi ha confessato non mi ha fatto recitare l’atto di dolore e non mi ha imposto la penitenza. Questo nonostante fossi in peccato mortale! Inoltre al mio desiderio di inginocchiarmi mi ha detto di stare pure seduto. Ora ho il dubbio che tale confessione sia valida e forte è il mio desiderio di potermi comunicare. Il mio è solo un eccesso di zelo o debbo ripetere la confessione? (Emanuele A.)

RISPOSTA AI LETTORI

Lo Stato più ricco del mondo?
dal Numero 40 del 11 ottobre 2015

La Chiesa, che è lo Stato più ricco del mondo, fondato sull’impero delle donazioni gratuite e dei patrimoni occulti esenti da qualsiasi controllo non guadagnati e sofferti con il lavoro e l’impresa, si permette di dare lezioni agli altri Stati sull’onestà nei rapporti commerciali e della gestione del denaro. [...]. Io credo che un po’ di umiltà da parte del Pontefice e dei Vescovi sarebbe opportuna e soprattutto essi dovrebbero rispettare il dovere di non immettersi in considerazioni politiche che i membri della Chiesa non possono fare essendo totalmente al di fuori di tutti i problemi veri delle contingenze economiche e sociali attuali. Con rispetto. (Un Cattolico praticante)

RISPOSTA AI LETTORI

Amore finito. Quali ragioni per continuare?
dal Numero 42 del 25 ottobre 2015

Cara Redazione, [...] sono sposata da tanti anni e ho due figli grandi che vanno all’università. Con mio marito le cose non vanno bene, né spiritualmente (non ha fede e non vuole frequentare i sacramenti) né materialmente (è disoccupato e grava sul mio lavoro e l’economia di tutta la famiglia). Non sento più alcuna attrazione per lui e ci sto insieme solo per non dare scandalo ai figli. La tentazione di lasciarlo però è forte e non mi sembra di trovare sempre ragioni sufficienti per non farlo. In fondo non viviamo più come marito e moglie e non condividiamo più né idee né sentimenti. Perché allora continuare a fingere davanti a tutti di poter mantenere un legame che non c’è? (Franca R.)

RISPOSTA AI LETTORI

La mia fidanzata pratica lo Yoga
dal Numero 44 del 8 novembre 2015

Salve, mi chiamo Paolo, ho 27 anni e vivo a Bologna. Sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica non solo nella teoria ma anche nella pratica e vorrei anch’io un giorno formare una famiglia in cui Dio e la Fede siano al centro di tutto l’agire, e non solo un fatto formale. La mia fidanzata è cattolica e condivide questo mio progetto, ma forse non con la mia stessa radicalità. Per esempio, da un po’ di tempo sta andando con un’amica a un Seminario di Yoga. Certamente, lo so, si vuol servire solo delle tecniche di rilassamento, anche se ora mi sembra molto presa da questi manuali e dice che l’aiutano anche nella vita spirituale e di preghiera. A me non piace questa cosa. Faccio bene a pensare che non sia compatibile con una vita autenticamente cristiana? (Paolo T.)

RISPOSTA AI LETTORI

In uno scorso numero ho letto...
dal Numero 45 del 15 novembre 2015

Carissimi, il sempre eccellente Prof. Gnerre, nel suo articolo su G. Thibon asserisce che «la modernità poggia su una chiara ma assurda pretesa di rendere l’uomo fondamento del reale, alfa e omega dell’esistente. Insomma, la modernità come espressione dell’antropocentrismo radicale». Questa sua giustissima affermazione mi ha fatto andare col pensiero ad un’altra affermazione che ho avuto modo di leggere in un giornalino che si presenta come cattolico (?). Cito l’autore dell’articolo, visto che lo pubblica firmandosi: Dario Pacifico, il quale così si esprime: «Sono convinto che il Vangelo non sia stato concepito solo per suscitare il desiderio di pregare, di accedere ai sacramenti e di credere alla resurrezione dei morti. La sua pretesa è molto più ampia. Esso mira a svelare l’uomo all’uomo, a fare chiarezza sul mistero della vita libera e cosciente». Nella mia pochezza, che forse non mi fa comprendere pienamente ciò che leggo, queste parole mi suonano proprio come il voler rendere l’uomo fondamento del reale; infatti stravolgono la verità dell’annuncio di Cristo che, a mio parere, consiste nello svelare non l’uomo all’uomo, ma Dio all’uomo. Sono in errore? Ho capito male? (Antonina S.)

RISPOSTA AI LETTORI

Sacerdoti e laici: c’è differenza
dal Numero 46 del 22 novembre 2015

In quali attività liturgiche il Sacerdote può essere sostituito dai laici? Sembra infatti che le cose che fanno i laici siano conformi o addirittura più importanti rispetto a quelle che fanno i Sacerdoti (letture, spiegazioni di testi sacri, distribuzione e reposizione della Santa Eucaristia, servizio all’altare anche senza paramenti). Esiste una norma concreta o tutto è lasciato alla libera interpretazione dei singoli responsabili? (Giulio M.)

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