ANNO DELLA VITA CONSACRATA
Noli me tangere
dal Numero 15 del 12 aprile 2015
di Padre Dominicus Re

L’episodio evangelico del “Noli me tangere” ha per la vita consacrata un significato profondo. Ogni consacrato, come Maria Maddalena, cerca il Signore spinto dal desiderio del contatto con Lui. Tale desiderio cresce con la ricerca di Lui nella preghiera e nell’attesa per poi venire appagato in modo nuovo, spirituale ma reale.

Santa Maria Maddalena è l’Apostola apostolorum: è lei, cioè, che annunzia la Risurrezione del Signore agli Apostoli, come racconta il Vangelo. Se nostro Signore si mostra risuscitato prima a Maria Maddalena e poi agli Apostoli, è certamente perché “plus amavit”, perché lei l’aveva amato di più.
       Questa scena famosissima del Noli me tangere è veramente commovente. Si capisce bene che abbia ispirato tanti artisti – pensiamo al beato Angelico. E questo Vangelo è di una ricchezza teologica immensa. Ci sarebbe tanto da dire!
      Un aspetto soltanto riterrà la mia attenzione. Maria Maddalena sgomenta che cerca il corpo del suo Signore appare veramente come un’anima dal desiderio ardente. Fa pensare alla sposa del Cantico dei cantici: «Lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia» (3,1-3). «L’amato mio se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa; l’ho cercato ma non l’ho trovato». Maria è veramente ferita d’amore. «Ardebat desiderio», scrive di lei san Gregorio Magno.
Anche i religiosi devono essere delle anime dal desiderio ardente. È questo desiderio di Dio che ci ha condotti qui, in questo giardino di delizie (è così che santa Caterina da Siena chiama la vita religiosa), come ha condotto la Maddalena sui passi di Gesù, fino al giardino del sepolcro che è diventato il giardino della Risurrezione.
Questo desiderio di Dio, che non è altro che la nostra tendenza alla perfezione, è veramente l’essenza (e come la molla) della nostra vita religiosa. San Benedetto ne fa il criterio per eccellenza di discernimento di una vocazione religiosa. Chiede ai monaci di cercare se il postulante cerca veramente Dio, «si revera Deum quaerit».
Per noi, questo desiderio è il criterio della verità della nostra vita religiosa e della fecondità della nostra vita apostolica. è come il termometro della nostra vita religiosa. Può essere l’occasione di un piccolo esame di coscienza: abbiamo ancora nel cuore il desiderio di quando eravamo novizi? Speriamo di no. Speriamo di averne uno molto più grande.
Questo desiderio si nutre soprattutto nella preghiera, nell’orazione, che è come una ginnastica del desiderio. Sant’Agostino dice: «il tuo desiderio è la tua preghiera. Se il tuo desiderio è continuo, continua è la tua preghiera. Se non vuoi interrompere la tua preghiera, non fermarti mai di desiderare» (Super Ps. 37, 14). L’orazione è il luogo, il momento concreto [non si tratta qui di sentimenti] dove passiamo dalla molteplicità dei nostri desideri inutili all’unico grande desiderio che valga la pena, al desiderio di Dio, e, così, la preghiera ci permette di mettere dell’ordine nella nostra vita. E, nella preghiera, il nostro vero desiderio, il nostro desiderio di Dio, è sempre esaudito. Dio ci offre la sua presenza. Talvolta, non lo troviamo, non lo riconosciamo, e siamo smarriti, come Maria Maddalena. Dio ci fa aspettare, qui su questa terra. Ma con l’attesa, Dio dilata il nostro desiderio. Se Gesù non si è manifestato subito a Maria Maddalena, è per dilatare il suo cuore e preparalo ad accogliere Lui, Gesù, in pienezza, alla perfezione.
Questo è anche il senso del Noli me tangere. Se Gesù impedisce a Maria Maddalena di toccarlo, non è soltanto perché non deve trattenerlo, mentre Lui deve salire al Padre: è per farle capire che adesso che è risorto, il contatto con Lui deve essere spirituale. Come dirà san Paolo: «Se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così» (2Cor 5,16). Adesso, Maria Maddalena dovrà capire che Gesù verrà a lei, come per noi, con il suo corpo sacramentale, nell’Eucaristia che ci dà la vita.
Cari consacrati, siate anche voi anime dal desiderio ardente, come Maria Maddalena. Questo desiderio di Dio deve sempre crescere e purificarsi: è la legge ordinaria della vita spirituale. Fate sì che questo vostro desiderio sia comunicativo; così diventerete anche voi, ancora di più, apostoli apostolorum.
Quindi preghiamo che il Signore colmi il nostro desiderio come ha colmato quello di santa Maria Maddalena, che chiami ciascuno di noi col nostro nome, ogni giorno di più nella nostra preghiera, ma soprattutto alla fine della nostra vita terrena. Poiché ci precede nella Galilea eterna che è il Regno di Dio, il Cielo di cui la nostra vita religiosa deve rimanere sempre l’annuncio e il segno!

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