Il distintivo di Maria, molto più di una medaglia: arma, scudo, programma dal Numero 43 del 21 novembre 2021
di di Suor Ostia del Cuore Immacolato

Colei che è stata concepita senza peccato schiaccia la testa del serpente impuro e apostata. Questa lotta riempie la Storia della salvezza: la Vergine e il serpente sono in lotta nella loro posterità. Anche oggi, soprattutto oggi!, questa lotta ci coinvolge. La Madonna lo sa e ci invita ad essere “Suoi”: in lotta contro il peccato e l’eresia.

Nella ricorrenza della festa della Beata Vergine della Medaglia miracolosa (27 novembre) è bene ricordarci del grande valore soprannaturale di questa piccola medaglina soprattutto «contro i principati e le potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6,12).

Quando san Massimiliano M. Kolbe fondò la Milizia dell’Immacolata (ottobre 1917) gli balenò nell’anima l’ispirazione di utilizzare, per il suo apostolato di controffensiva verso i poteri anticristiani, proprio questa medaglina, nello stile biblico dei “mezzi umili” e della “grande fede”, quello per esempio del giovane Davide che abbatté il gigante Golia con poche piccole pietre e una fionda. La Medaglia miracolosa non va certo utilizzata come un talismano, è infatti la fede di chi la porta o la dona a qualcuno a sortire lo stesso effetto di Davide quando pregò Dio Onnipotente per sconfiggere il gigante armato che gli veniva incontro minaccioso. 

Così, per il Santo polacco, la Medaglia miracolosa si erge a “scudo” e a “insegna” dei veri Cavalieri dell’Immacolata; e sul campo di battaglia, nell’apostolato, a “proiettile” ben indirizzato per far breccia nei cuori più induriti. 

Caliamo ora tale ispirazione nel nostro tempo contemporaneo e ricordiamo come san Massimiliano intravedesse nella Medaglia un’arma puntata in particolare contro le trame nascoste e aberranti della massoneria. Purtroppo, nel giro del secolo trascorso, queste trame sono state portate avanti abilmente, mietendo molte vittime spirituali e non restando poi così occulte come un tempo. 

La Medaglia miracolosa può considerarsi il distintivo di coloro che appartengono all’Immacolata, a Colei che, come viene rappresentata in questo “scudo soprannaturale d’appartenenza”, è la Donna che schiaccia la testa al serpente (Gen 3,15), la Donna vestita di sole dell’Apocalisse (Ap 12,1), coronata da dodici stelle. Essa rappresenta l’umiltà contro l’orgoglio, la purezza e la verginità contro il vizio e i disordini sensuali. «L’Immacolata è la più splendida e radicale affermazione di Dio, la massoneria la più chiara affermazione e adorazione del proprio io, che è pratica ed effettiva eliminazione di ogni “Dio” che non sia sfornato dalla propria fantasia». 

San Leonardo da Porto Maurizio domandava: «Chi è vero devoto di Maria?» e rispondeva: «Chi è nemico del peccato». Chi indossa o dona la Medaglia lo fa proprio perché «è nemico del peccato» e sa che è promessa un’effusione di grazia particolare attraverso quella piccola e “apparentemente insignificante” medaglina: «Ella infrange anche oggi le potenze dell’Inferno… Ella veglia sui suoi devoti perché non cadano in peccato...». Non a caso la giaculatoria incisa sulla Medaglia ed insegnata dalla Madonna stessa a santa Caterina Labouré è questa: «O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo», ossia supplichiamo La senza peccato di pregare per noi che ricorriamo a Lei, in quanto peccatori che si rivolgono alla loro Madre. 

Ma c’è di più: san Massimiliano comprese che tale giaculatoria doveva essere recitata e pregata con fede «per quanti a Lei non ricorrono» – in modo specifico – per neutralizzare l’opera della massoneria. E pose come mezzo indispensabile della sua Milizia la recita quotidiana dell’invocazione: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che a Voi ricorriamo, e per tutti quelli che a Voi non ricorrono, ed in special modo per i massoni». Come sappiamo, dopo la Seconda Guerra mondiale tale specificazione finale si perse, venendo sostituita da un più largo “per i nemici della santa Chiesa”, che include un po’ tutti. Dovremmo però domandarci: perché san Massimiliano non pensò ad una simile generica conclusione ma volle nominare esplicitamente “i massoni”? Eppure lui stesso fu a contatto diretto con i drammi del socialismo, del comunismo, nazismo, razionalismo, libertinismo, edonismo, ecc. Forse oggi, la risposta è più evidente di allora. Infatti al tempo presente possiamo constatare come dentro a tutte queste deviazioni ideologiche vi sia proprio il veleno malefico dell’astuto serpente che ha nella massoneria il suo attore principale. Essa ha come bandiera e programma il naturalismo assoluto: il peccato originale, il bisogno assoluto della redenzione e della grazia per salvarsi, sono per essa non solo assurdità ma ostacoli di cui liberarsi, è la ragione il vertice di tutto, ad essa spetta il provvedere e realizzare il più completo benessere e felicità dell’uomo sulla terra. Quintessenza del laicismo più radicale, la massoneria operando nel silenzio mira a penetrare – e di fatto è penetrata – in tutti i campi del sapere, della ricerca scientifica, della comunicazione, dei costumi sociali, e soprattutto della politica, cercando di impadronirsi dei posti chiave delle varie nazioni per manovrarne a piacimento le scelte politiche-sociali.

L’attualità presenta un quadro abbastanza eloquente del raggiungimento di questi obiettivi, ed è a tutti evidente che il “Folle dell’Immacolata” fu anche un vero “Profeta dell’Immacolata”. Se oggi potesse tornare a fare un “giro sulla terra”, non direbbe o farebbe altrimenti: inciterebbe i propri militi alla battaglia, all’offensiva, ricordandoci l’altissima missione del cristiano nel mondo: «Noi siamo per l’offensiva, difendere la religione è per noi troppo poco, ma si esce dalla fortezza e fiduciosi nella nostra Condottiera andiamo fra i nemici e facciamo la caccia ai cuori per conquistarli all’Immacolata … Ogni cuore che batte sulla terra e batterà fino alla fine del mondo deve essere preda dell’Immacolata: ecco il nostro scopo. E questo quanto più presto possibile».

La Medaglia miracolosa ha tutta la consistenza delle “cose da nulla” (cf. 1Cor 1,28), ma rappresenta l’umile strumento scelto da Dio per dare l’input ad una battaglia decisiva, consapevoli che non saranno le nostre capacità e la nostra bravura personale le armi della vittoria, ma la fiducia e l’appartenenza a Colei che ha già schiacciato la testa del serpente e che «distrugge il suo enorme corpo, composto dalle più svariate eresie dei vari tempi e luoghi… Ella è tanto potente e la sua vittoria è talmente efficace che i suoi nemici non possono avere alcuna speranza di vittoria».

 

Note

1) Padre Antonio M. Di Monda, Con l’Immacolata contro i massoni e “nemici” della Chiesa di Dio, Casa Mariana Editrice, p. 231.

2) Cf. SK 21.

3) Cf. SK 21.

4) SK 206.

5) SK 1330.

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