Portare con fede la Medaglia miracolosa dal Numero 45 del 22 novembre 2020
di di Suor Ostia del Cuore Immacolato

Nella Medaglia miracolosa l’Immacolata è raffigurata nell’atto di schiacciare la testa al serpente; si tratta della trasposizione iconografica della pagina biblica di Genesi 3,15 che annuncia la lotta aperta tra i figli di Dio e i figli delle tenebre. Una lotta che si combatte con armi spirituali e nella quale la Medaglia è strumento irrinunciabile.

Ai tempi di san Massimiliano M. Kolbe, una donna polacca di nome Marianna Popolewska, favorita di doni mistici, aveva indirizzato a papa Benedetto XIV una lettera nella quale rivelava che la Madonna voleva servirsi della Medaglia miracolosa per salvare il mondo, supplicandolo perciò di voler favorire la più larga diffusione di questo piccolo strumento (1). Nei suoi scritti san Massimiliano non ha mai menzionato gli appelli di questa sua connazionale, esiste però una traduzione in latino di questa lettera e la grafia è proprio quella del nostro Santo polacco; egli quindi conosceva e condivideva il contenuto di questo importantissimo appello per la diffusione della Medaglia miracolosa (2). 
Ma anche al di là di questa “rivelazione privata”, è facile costatare come tutta l’attività apostolica di san Massimiliano abbia seguito questa direzione, a livello planetario. Molti altri santi poi hanno seguito la medesima ispirazione: da padre Pio da Pietrelcina, che teneva sempre in tasca le preziose medagliette da distribuire ai suoi penitenti, a Madre Teresa di Calcutta che, pur nella sua estrema povertà, le voleva sempre con sé per distribuirle, tanto che potrebbe essere ricordata come “l’apostola della Medaglia miracolosa”.
Questa medaglia, infatti, non è una medaglia come le altre, e non solo perché si chiama “miracolosa”. È la Madonna stessa, in veste di Mediatrice di tutte le grazie, ad aver personalmente conferito una virtù specialissima a questo piccolo strumento e gli esempi da riportare si potrebbero moltiplicare.
Il rischio per noi, però, è quello di perdere lo sguardo di fede tipico dei santi, che fa la differenza. Sia coloro che indossano la medaglia in modo visibile e coraggioso, sia quelli che la portano più timidamente in modo nascosto, possono “abituarvisi” e non attribuirle più quel valore eccezionale che la Madonna stessa le ha dato, presentandola a santa Caterina Labouré e attraverso di lei al mondo.
Per esempio, facilmente ci si dimentica dell’efficacia delle parole che circondano la figura dell’Immacolata Mediatrice in forma di ovale: O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a voi!
È una giaculatoria, questa, che fa tremare l’Inferno, particolarmente odiata dal maligno. San Massimiliano, dal canto suo, l’amava moltissimo e voleva che essa fosse ripetuta con molta confidenza soprattutto per contrastare l’azione dei nemici della Fede e in particolare dei massoni.
Tale raccomandazione del Santo acquista ai nostri giorni un’urgenza maggiore. Se un secolo fa san Massimiliano poteva dire: «I nostri tempi sono eccezionalmente dominati da Satana. E la lotta con Satana non la può affrontare l’uomo, nemmeno il più geniale» (3), che cosa direbbe oggi? Egli aveva ben compreso che l’unica possibilità di vittoria su Satana poteva venire dall’Immacolata, dalla consacrazione e devozione speciale a Lei. Nel suo programma spirituale e apostolico, la giaculatoria: «O Maria Concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo, e per quanti a te non ricorrono, in particolare per i nemici della Santa Chiesa [leggi i massoni, n.d.a.] e per quelli che ti sono raccomandati» era importantissima.
Sapeva infatti che, come dice san Paolo, «la nostra battaglia non è con le creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6,12).
Un esempio molto pratico della potenza che tale giaculatoria possiede contro “gli spiriti del male che abitano le regioni celesti”, lo possiamo trovare nella vita della beata Edvige Carboni.
Questa mistica sarda veniva picchiata molto spesso e brutalmente dal maligno, che la lasciava legata alla ringhiera del suo letto con nodi così stretti che nessuno riusciva a sciogliere. Il solo modo per allontanare il nemico e permettere a coloro che erano venuti in suo soccorso di slegarla era pronunciare tale giaculatoria!
Tutto ciò spinge a riflettere sulle parole «O Maria concepita senza peccato...» che sconfiggono il maligno e permettono di «distruggere le opere di satana» (1Gv 3,8), anche le più aggrovigliate e apparentemente irrisolvibili.
Diffondere la Medaglia miracolosa, recitare con fede la giaculatoria insegnata dalla Madonna e vivere in modo impegnato e sempre più amoroso la nostra devozione e consacrazione all’Immacolata equivale, allora, a farci “Suoi strumenti”, nella ferma convinzione che, come diceva san Massimiliano, «l’unico mezzo di salvezza contro il dominio di Satana, che oggi va espandendosi nel mondo, è l’ardente devozione e imitazione dell’Immacolata». 


Note

1) G. Domanski, La genesi del pensiero mariano di San Massimiliano Kolbe, in Miles Immaculatae 20, 1984, p. 251.

2) P. Antonio Di Monda, Con l’Immacolata contro massoni e “nemici” della Chiesa di Dio, p. 170, nt. 38.

3) Positio super virtutibus. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Maximiliani M. Kolbe, Roma 1966.

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