Il Fiat dell’Immacolata: sommo atto di carità dal Numero 23 del 9 giugno 2019
di di Rosario Silesio

La seguente riflessione mariana, incentrata sul mistero della carità divina, può servire da valido appoggio per mostrare Maria Santissima nella sua profonda unione con lo Spirito Santo, esaminando in particolare il consenso che la Santa Vergine ha dato a Dio nell’Annunciazione.

Un personaggio controverso per una grande verità

Maria Santissima è la portatrice dello Spirito Santo, perciò viene chiamata in Oriente Pneumatofora: Ella è la fonte di ogni merito, di ogni grazia e di ogni virtù, non per suo merito ma per la grazia divina che l’ha investita fin dalla sua Immacolata Concezione.
Monsignor Brunero Gherardini – deceduto due anni or sono – era solito dire che il 99,9% della riflessione mariologica si trova tra gli autori francescani. Riflettendo sull’unione dell’Immacolata con lo Spirito Santo secondo il soprannominato titolo orientale, vorrei presentare il pensiero mariano di un francescano medioevale, Pietro di Giovanni Olivi (1248-1298). Personaggio senza dubbio tanto geniale, quanto controverso. Promotore di un radicale movimento pauperistico e spiritualista, accusato di errori ecclesiologici, poi riabilitato; fu protetto dal generale dell’Ordine francescano ed eccellente teologo, il cardinale Matteo d’Acquasparta. La sua feconda riflessione teologica influì abbondantemente su grandi personaggi dell’Ordine francescano come san Bernardino da Siena. Al di là delle controversie sulla persona di Pietro, dobbiamo sempre ritenere – come dice san Tommaso d’Aquino – che tutto ciò che è buono, sicuramente proviene dallo Spirito Santo. La sua riflessione mariana, incentrata sul mistero della carità divina, può essere fecondo appoggio per mostrare Maria nella sua profonda unione con lo Spirito Santo. Mostrarla come Pneumatofora, portatrice dello Spirito.


La carità divina

Il teologo francescano Pietro di Giovanni Olivi, nell’opera Quaestiones quatuor de Domina, in maniera geniale descrive come il consenso della Vergine Maria durante l’Annunciazione sia l’atto più meritorio compiuto da una persona umana. Per capire questo bisogna cominciare esaminando i quattro principi di questo atto.
Principio primo e fondamentale di esso fu la carità di Dio, che elesse Maria come Madre di suo Figlio. Dio annuncia attraverso l’Angelo l’elezione di Maria, cosa che però richiede in cambio il suo consenso. Da questa elezione fin dall’eternità di Maria alla Maternità divina si vede che simile grazia non poteva essere donata a nessun altra santa che non fosse Lei, l’Immacolata Concezione: difatti Dio nel momento in cui sceglie una persona a tale scopo altissimo e nobilissimo la investe anche totalmente con la sua carità, e in tal modo la influenza e la riempie della medesima carità divina. La carità elettiva di Dio spinge la persona tanto più fortemente quando più forte e grande è l’amore. Ora, siccome la Maternità divina per la quale la Vergine Santissima è stata eletta fu la missione più alta a cui poteva essere chiamata una creatura, ne segue che la carità di Dio, che fece in maniera irripetibile questa elezione, doveva prevenire, influire e preparare in maniera perfettissima il Cuore di Maria, perché essa fosse pronta all’accettazione della missione propostale. Da questo ragionamento si vede che Maria, già prima di consentire ad essere la Madre del Verbo incarnato, doveva essere piena dello Spirito Santo, che agiva nel suo Immacolato Cuore per prepararlo a compiere il sommo atto di carità.


Gli angeli e i santi a servizio della Madonna

Secondo principio di quest’atto furono la virtù e grazia della Vergine Maria. La grazia fu talmente grande, che tra tutte le donne solo di Maria è stato detto che è piena di grazia e benedetta. Solo ad essa è stato detto: «Il Signore è con te».
Il terzo principio – che s’identifica negli angeli – collaborò a questo atto come uno strumento nelle mani dell’Altissimo. Secondo Dionigi l’Areopagita in De coelesti Hierarchia, tutta la gerarchia celeste degli angeli presta il suo servizio affinché sia conservata tra di noi l’armonia spirituale. Tutta la preoccupazione degli angeli era finalizzata all’universale risanazione e salvezza degli eletti. Nel momento dell’Annunciazione gli angeli sapevano che, attraverso il consenso di Maria Santissima, Dio voleva formare il Capo e Principio della nostra salvezza. Per questo scopo da una parte la celeste gerarchia degli angeli supplicava Dio, facendo salire in alto la sua preghiera, e dall’altra parte gli stessi angeli influivano sulla Vergine – così come influiscono su ogni uomo – secondo i poteri specifici di ogni coro celeste. Questo sostegno angelico aiutava il Cuore Immacolato a compiere attraverso il suo consenso il sommo atto di amore.
Quarto principio fu l’intercessione di tutti i santi che fino ad allora avevano raggiunto lo stato di santità. Loro in modo nascosto o manifesto desideravano sopra ogni cosa di ricevere da Dio questo Salvatore, che doveva donargli la Vita eterna. Le intenzioni di tutti i santi, i loro desideri e meriti, erano tali che con tutta la loro forza invocavano la clemenza di Dio affinché donasse il Salvatore, implorando di conseguenza anche le grazie per arricchire l’anima della Vergine, che fu eletta a compiere il sommo atto di carità. Ogni grazia meritata lungo la storia da qualsiasi santo veniva deposta nel Cuore Immacolato, perché il Salvatore avesse la dimora più degna possibile. Iddio compiendo la sua opera vedeva tutti i meriti dei santi patriarchi, i quali sarebbero rimasti sterili se non avessero trovato la terra fertile nel corpo e nell’anima della Vergine fecondata dallo Spirito Santo. Il consenso della Vergine fu più meritorio di tutti gli atti meritori di tutti i santi, poiché tutti i loro meriti erano contenuti, e resi fecondi, in questo atto.


La Pneumatofora

Da questa prospettiva Maria è Pneumatofora in un’altra dimensione. Ha portato la grazia ai meriti che sarebbero stati sterili in se stessi: a che titolo infatti un atto umano – naturale e limitato – diviene meritorio, comportando una ricompensa soprannaturale da parte di Dio? Grazie a Lei lo Spirito Santo poteva così agire sugli atti umani, proprio là dove senza il suo consenso non avrebbe avuto accesso. Lei ha dato il consenso, affinché il Figlio di Dio diventasse suo Figlio vero e naturale, veramente passibile e mortale, destinato a morire per la salvezza del mondo ed espiare per i peccati degli uomini. Questo consenso non sarebbe stato possibile se Maria non avesse rivolto verso il Verbo divino la pienezza dell’amore del suo Cuore con tutti i suoi affetti e le sue forze. Non sarebbe stato possibile se Ella non fosse stata previamente riempita di tutti i doni dello Spirito Santo, per avere la Sapienza e il Consiglio per comprendere questo dono incomparabile. Lo Spirito Santo preparò la sua anima perché Ella accettasse degnamente l’abbassamento di Dio verso di Lei. Pietosa e timorata di Dio, poteva degnamente svolgere il suo compito di Madre di Dio, di sua educatrice e superiora. Ella dimenticando se stessa si sottomise pienamente al Verbo di Dio, volendo pienamente unirsi con Lui attraverso la carità, che è l’unione più perfetta. Riempita di carità, consentì ad essere consorte dei suoi venturi dolori redentivi. Consentì a essere partecipe alla sua crocifissione, a essere con Lui vittima espiatrice per i peccati del mondo. Grazie al consenso della Vergine il mondo purificato dal Sangue di Cristo e dalle sue lacrime fu capace di ricevere lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.

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