LA PEDAGOGISTA
Noi figli delle famiglie allargate e d’altro genere
dal Numero 36 del 13 settembre 2015
di Teresa Mancini

Un bambino reagisce sempre negativamente alla separazione dei genitori, anche quando questa è determinata da seri motivi. Il sentimento che lo contraddistingue oscilla tra la tristezza, l’ansia e l’aggressività, accompagnata da una perdita d’interesse per il mondo che lo circonda.

«Il male più grande che mi ha fatto Grazia, lasciandomi dopo 6 anni di matrimonio, è quello di avermi tolto la possibilità di avere una famiglia cristiana. Perché ho sempre creduto e continuo a credere dopo questa separazione che l’unica vera famiglia sia quella benedetta da Dio nel Sacramento» (Claudio). Non c’è dubbio che il coniuge più colpito e vulnerabile sia proprio il coniuge credente, che subisce il dolore più grande e le ferite più profonde, poiché attaccato anche nella fede e nei valori ritenuti intoccabili ed eterni. È importante per costui dare senso al proprio dolore, condividerlo con i propri fratelli in Cristo, trovare accoglienza, comprensione, solidarietà nelle braccia consolanti della Santa Madre Chiesa, intensificando e approfondendo il proprio percorso di preghiera e di fede. In genere è proprio questo genitore ad evitare la deriva spirituale e valoriale oltre che psicologica dei propri figli, che più di altri hanno bisogno di ritrovare e ricostruire le proprie sicurezze, i propri modelli, travolti dai fallimenti umani, nelle braccia materne della Sacra Famiglia di Nazareth.
Il coniuge separato credente ha un compito quanto mai vitale per i figli, per la loro educazione: quello di continuare a testimoniare che l’indissolubilità del Matrimonio è un Sacramento irrinunciabile, anche quando sperimentiamo il fallimento umano di questo. Il primo atteggiamento che si fa strada, infatti, nell’indole di un bambino figlio di divorziati è il pessimismo, la convinzione che si sia soli ad affrontare la vita, del resto non è facile essere ottimisti, quando crollano i pilastri della propria vita. In genere il bambino, soprattutto se ancora piccolo, sviluppa sensi di colpa, si convince inconsapevolmente e irrazionalmente di essere lui colpevole di qualcosa e di aver causato in qualche modo la rottura dei propri genitori; a questo sentimento fa seguito una duplice e opposta conseguenza: o diventa arrendevole e rinunciatario o aggressivo e arrabbiato.
Un bambino reagisce sempre negativamente alla separazione dei genitori, anche quando questa è determinata da seri e validi motivi; il sentimento che lo contraddistingue è la tristezza, in quanto quello che addolora il bambino è la perdita della vita in comune con i suoi genitori e le sue abitudini di vita. Ciò determina consequenzialmente, molto spesso, una perdita di interesse e di piacere nelle attività scolastiche ed anche extrascolastiche, per quanto gratificanti possano essere, una maggiore stanchezza e una generalizzata demotivazione, accompagnata a volte da ansie, tic, paure, balbuzie, incubi notturni. Spesso si registrano in questi bambini disturbi alimentari, quali la perdita di appetito o il rifugio nel cibo per colmare l’insoddisfazione e il senso di vuoto che li opprime: riempirsi di cibo è come ritrovare gli “oggetti perduti”.
In altri casi, la separazione dei genitori può determinare nei figli comportamenti di segno opposto, come una maturazione precoce che li induce ad essere maggiormente responsabilizzati e autonomi nella gestione del quotidiano. Sono bambini che, per esempio, prendono da soli l’autobus per spostarsi tra le case dei rispettivi genitori, programmano autonomamente le attività e i momenti della giornata, si occupano di risolvere problemi pratici che in genere sono di competenza di un adulto. Non sono per questo da considerare più fortunati, perché a questo tipo di bambino è stata strappata l’età della spensieratezza, l’età dell’infanzia: è uno che è costretto ad essere adulto, quando avrebbe diritto e bisogno di essere solo un bambino.

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits