La famiglia è messa a dura prova in questi tempi di nuove ideologie innaturali e inaccettabili. Esistono ancora, tuttavia, modelli attuali, retti e santi per i genitori di questi tempi. Ecco due mamme modello da imitare.
La famiglia moderna vive, oggi, una profonda crisi. La complementarietà sessuale dei genitori è sottoposta ad un duro attacco da parte della ideologia del gender. Si vuole negare l’insostituibile ruolo del padre e della madre nell’educazione dei figli, eppure esso è così essenziale per una crescita psicologica davvero equilibrata.
A ben interrogarci dovremmo chiederci quale modello educativo prediligere tra i tanti che la pedagogia offre. La risposta dovrebbe essere semplice se ci lasciamo guidare dal buon senso. Senza volere entrare nei vari paradigmi di pensiero, potremmo muovere le nostre considerazioni a partire dall’evidente principio di realtà. L’uomo non è un essere puramente carnale, ma è formato da un corpo e un’anima. È altrettanto evidente che quest’ultima fa riferimento ad una realtà trascendente il corpo. Ciò richiama il dibattito sull’esistenza di un Dio. Ora, scienziati del calibro di Zichichi hanno affermato che da un punto di vista strettamente scientifico è più facile concludere che Dio esiste, anziché dire il contrario. La Teologia dal canto suo e gli oltre 2000 anni di Storia e di Tradizione dimostrano che Gesù Cristo è Figlio dell’unico vero Dio.
Questo risultato, purtroppo, è però interpretato come uno dei possibili e non come l’unico. Abbiamo paura di dichiarare che la verità è una sola, di affermare la sua caratteristica di unicità. Portiamo il timore di riconoscerla in una sola Persona. Il nostro egoismo ci spinge a prendere le distanze da quelle situazioni che lo mettono in crisi e che lo sollecitano a rinnegarsi in nome della conquista di una dimensione superiore. La cultura dominante fa il resto; immerge un termine, nel mare del relativismo, che di per sé non è coniugabile al plurale se non per mezzo dell’uso dell’articolo. “Non esiste la verità, ma le verità”; ecco ciò che si strombazza a tutto spiano nei cervelli della gente.
La realtà, però, attesta il contrario di quanto il mondo dice. E là dove si trovano mamme che educano alle virtù cristiane i propri figli, c’è una possibilità maggiore di trovare la felicità del cuore, come scrive Fulton J. Sheen. Sono proprio questi genitori, con i loro esempi, che dovrebbero entrare nei trattati di pedagogia per offrire un modello educativo alle famiglie che cominciano il loro percorso di genitori. Vorrei citarne qui solo due. Licia Gualandris, più affettuosamente chiamata, da tanti che l’hanno conosciuta, mamma Licia e Ngò Dinh Thj Elizabeth, madre del Cardinale François Xavier Nguyen Van Thuân.
Mamma Licia, per la sua pietà cristiana e per lo spirito di sacrificio che la contraddistinse, ben meriterebbe di essere guardata come modello dalle giovani madri dei nostri giorni. Con 21 gravidanze, 16 figli, 13 viventi fu esempio di abnegazione totale per la famiglia; per essa s’immolò come martire. La mattina si alzava prestissimo per partecipare alla Santa Messa e subito dopo sbrigava le faccende della casa. La seconda uscita dal luogo della sua santificazione era per la spesa, poi si ritirava con i borsoni pieni di cibo da preparare. Possiamo immaginare il ritmo serrato che avessero le giornate di questa Serva di Dio, ancora più eroiche se consideriamo che in certi periodi le gravidanze si susseguivano una all’anno e, dunque, anche di notte bisognava provvedere alle poppate dei lattanti.
In Ngò Dinh Thj Elizabeth, lo spirito di sacrificio presenta altre caratteristiche. Quando il figlio Cardinale fu imprigionato con l’avvento del regime comunista, in Vietnam, per ben 13 lunghi anni, la donna gli faceva visita e lo esortava a pregare e restare fedele alla propria vocazione. Non lo faceva con la semplicità di chi detta, a parole, dei bei principi, ma poi, nei fatti, non è in grado di sostenere il peso che si vuole gli altri portino. Ella, infatti, visse il dramma dell’assassinio dei due suoi fratelli, uno dei quali Presidente del Vietnam. Perdonò e a volte incontrava gli uccisori dei fratelli, mostrando alte doti di virtù cristiana. Di lei scrive il figlio, ricordando quando la sera gli raccontava episodi della Bibbia o altri racconti patriottici, che certamente influirono sulla sua formazione di futuro Sacerdote.
E quanto debbano avergli giovato gli insegnamenti della mamma e le visite in carcere, solo Dio può dirlo. Certo è che il Cardinale celebrava la Messa con sole tre gocce di vino e una d’acqua e raccoglieva, ovunque potesse, pezzettini di carta su cui scrivere frasi della Sacra Scrittura, per poi poter ricorrere a questo rudimentale testo quando ne aveva bisogno.
Madri così, ognuna a modo proprio, sono esempi di straordinario esercizio delle virtù. Sono donne che sul Vangelo hanno costruito la vita. Potessero le giovani madri di oggi avere loro come modello da imitare. Quanti matrimoni si salverebbero o non si sarebbero mai fatti!