MARIA SS.
L’Immacolata, Ausiliatrice di Don Bosco
dal Numero 21 del 24 maggio 2015
di Rito Cascioli

Nell’anniversario della nascita di San Giovanni Bosco, grande Santo “dei giovani” e fondatore dell’Istituto salesiano, sarà interessante conoscere il suo “aspetto mariano”, in parte ispiratore e sostenitore del suo programma formativo a favore della gioventù.

Don Bosco nacque esattamente 200 anni fa, nel 1815, eppure è considerato tutt’oggi un punto di riferimento molto attuale, cui tutti, perfino non credenti, guardano con ammirazione per aver messo a punto, con speciale intuizione, un sistema educativo davvero valido e lodevole.
Quel che rischia di rimanere più in ombra è la spinta soprannaturale che animò questo suo progetto educativo, che è da individuare nel desiderio ardente della salvezza delle anime dei giovani: «Dammi le anime, prenditi il resto», diceva al Signore. Nell’ottica cristiana, la salvezza eterna dell’anima ha il primato su tutto, e il peccato è ciò che assolutamente dev’essere evitato per la crescita sana della persona. Questa sua visione pienamente cattolica della pedagogia, fatta propria dal Santo piemontese, fu illuminata da quella particolare luce che brillò al centro del secolo XIX e che fu proprio il dogma dell’Immacolata Concezione. Si può dire che l’Immacolata fu speciale ispiratrice e patrona dell’opera di san Giovanni Bosco e lui un abile traduttore di questa Verità mariana in prassi, per il bene delle anime.

Uno sguardo al Dogma

Il Dogma mariano aveva alle spalle una storia complessa e ricca di colpi di scena, durata molti secoli. Intessuta di brucianti dispute tra diverse Scuole teologiche (Francescani favorevoli, Domenicani contrari), Ordini religiosi in contesa fra loro, con vari santi dai pareri discordanti, addirittura sommosse popolari e sfide a duello, fino ad emettere pubblicamente, come avvenne in Spagna, “il voto del sangue” per difendere, con il sacrificio della vita se necessario, l’Immacolata Concezione di Maria.
Per il partito contrario, ammettere l’esistenza di una creatura esente dal peccato originale era come far torto, o quantomeno sminuire il potere salvifico di Cristo, un sottrarre qualcosa alla sua forza redentrice. Sappiamo che tale scoglio fu superato, nel corso dei secoli, soprattutto in ambito della Scuola francescana, che ha nel beato Giovanni Duns Scoto il suo capostipite, con la tesi della “perfettissima Redenzione”, per la quale la più perfetta Redenzione è quella non tanto della liberazione dal peccato originale, quanto piuttosto della preservazione dalla caduta in esso. Dunque Maria Santissima, fin dal primo istante della sua concezione preservata dalla macchia del peccato originale, è il frutto più riuscito e compiuto della Redenzione di Cristo, lungi dall’esserne in opposizione, è la lode più alta all’Opera redentrice del Figlio.
Le stesse parole della definizione dogmatica pronunciate da papa Pio IX riecheggiano tale tesi affermando: «Dichiariamo, pronunciamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria, sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale».

Dalla teoria alla pratica: il Sistema preventivo

Proprio al tempo di Don Bosco, dopo secoli di accesi dibattiti e duri confronti, tale dottrina aveva raggiunto finalmente la sua piena maturazione, era stata fissata per sempre nel firmamento delle verità cattoliche, e ora doveva riflettere la sua benefica luce su ogni campo dell’agire umano, come ha sostenuto in seguito il santo francescano Massimiliano M. Kolbe: si apriva la seconda pagina della storia del Dogma, vale a dire seminare questa verità nei cuori degli uomini. L’intuizione del Santo polacco comportava «una revisione globale di vita cattolica sotto una forma nuova, consistente nel legame con l’Immacolata, nostra Mediatrice universale presso Gesù» (dagli Scritti, n. 220).
Anche se in modo per lo più implicito, Don Bosco si è inserito fin da subito, quale promotore ante litteram, in tale progetto proprio con la sua opera educativa. Vediamo in quale misura.
Durante la sua lunga esperienza a contatto coi ragazzi di Torino, egli aveva ben osservato come la natura umana disponga di mezzi sufficienti per comprendere la Verità e scegliere il bene. Tuttavia, indebolita dagli effetti del peccato, se non viene tempestivamente e rettamente orientata, conduce a esperienze negative (di peccato) che portano al fallimento esistenziale. Vero “padre e maestro” della gioventù, si applicò in tutti i modi a preservare i suoi giovani da queste esperienze, mettendoli a contatto nel suo Oratorio con sacerdoti ed educatori propositivi e intelligenti che risvegliassero, purificassero e coltivassero le potenzialità di bene che ognuno porta con sé. Tale sistema si fondava principalmente sull’amore soprannaturale e sull’amorevolezza da mostrare ai giovani, in sintonia con il passo giovanneo: «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio...» (1Gv 4,10).
L’opera educativa era dunque per il Santo opera d’amore e soprattutto di amore che va incontro, previene. A quale modello guardare? Alla Vergine Immacolata. Come ebbe modo di spiegare don Pascual Chávez, nono successore di Don Bosco, in una conferenza dedicata al ruolo dell’Immacolata nel carisma salesiano, la Santa Vergine rappresenta l’incarnazione dell’amore preventivo di Dio. Non a caso l’intuizione pedagogica di Don Bosco era da lui chiamata “Sistema Preventivo”, proprio perché egli vedeva nella Madonna, specie come Immacolata, l’esempio e il frutto più perfetto del Sistema Preventivo di Dio. Dio ha mostrato in Lei il suo Piano originale per ogni creatura umana: «Essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo» (Ef 1,3ss). 
Nell’Immacolata si ha l’esempio più perfetto della valorizzazione della persona umana. Chi vuole assumere una personalità umana che sia conforme ai voleri di Dio, chi vuole aderire al proprio destino di creatura voluta e amata dall’eternità dal suo Creatore, chi infine vuol essere pienamente se stesso (come tanto si dice anche ai nostri giorni), non può che guardare a questo radioso modello, Maria, e conformarvisi. In questo sta la felicità.

“Ella vi farà da Madre”

Tra i consigli pratici che il Santo lasciò ai suoi ragazzi è caldamente raccomandata la devozione alla Madonna, con parole che vale la pena riportare fedelmente dal suo libretto intitolato Il giovane provveduto. In esse abbiamo il più bel ritratto in chiave mariana del Sistema Preventivo, volto all’allontanamento del peccato e alla promozione della virtù.
«Un sostegno indispensabile per te, o caro giovane, è la devozione a Maria Santissima. Se sarai devoto di Lei, Ella ti farà da Madre, ti coprirà col Suo Manto, ti colmerà di benedizioni in questo mondo e ti darà, alla fine, il Paradiso. Qualsiasi grazia Le domanderai, ti sarà concessa purché non sia cosa che torna a danno della tua anima. Io perciò ti raccomando di chiedere tre grazie speciali necessarie a tutti, ma specialmente a te che sei giovane. La prima grazia è che ti aiuti a non commettere mai peccato mortale per tutta la tua vita. Tu sai, infatti, cosa vuol dire cadere in peccato mortale? Vuol dire rinunciare ad essere figli di Dio per diventare schiavi di satana. Vuol dire perdere quella bellezza che ti rende come un angelo agli occhi di Dio, per diventare deforme come un demonio. Vuol dire perdere tutti i meriti già acquistati per la vita eterna. Vuol dire restare sospeso per un filo sottilissimo sopra la bocca dell’inferno. Vuol dire fare un’enorme ingiuria ad una Bontà infinita, e questo è il male più grande che si possa immaginare. Credimi, mio caro amico, qualsiasi grazia la Madonna dovesse concederti, sarebbe inutile senza quella di non cadere mai in peccato... La seconda grazia che ti raccomando di domandare alla Madonna è quella di poter conservare la preziosa virtù della purità. A Lei dovrai chiedere di aiutarti in modo speciale a custodire gli occhi, che sono le finestre per cui il peccato si fa strada nel nostro cuore e attraverso le quali il demonio viene a prendere possesso della nostra anima... La terza grazia che dovrai domandare alla Madonna, è di poter stare sempre lontano dai compagni cattivi, cioè da coloro che fanno discorsi che non si farebbero alla presenza dei genitori... Queste sono le tre grazie più importanti per la tua età, che otterrai se reciterai ogni giorno il Santo Rosario o almeno tre Ave e tre Gloria con la giaculatoria: “Cara Madre, Vergine Maria, fa che io salvi l’anima mia!”. Con queste tre grazie camminerai fin d’ora per la strada che ti renderà uomo onorato e con esse avrai la certezza di raggiungere l’eterna felicità».

Il volto nascosto dell’Ausiliatrice

Maria Ausiliatrice è il titolo più direttamente legato alla vita e all’opera di Don Bosco, il quale ha voluto la costruzione della famosa Chiesa a Lei dedicata nel rione di Valdocco a Torino. Ebbene, il suo volto nascosto è dunque l’Immacolata. Forse non tutti sanno che sulla cupola del famoso tempio si trova la bella statua dorata dell’Immacolata. L’Immacolata all’esterno e l’Ausiliatrice all’interno. Sono i due titoli con cui il “Padre della gioventù” ha voluto onorare la Madonna, perché entrambi hanno a che vedere con il suo carisma e la sua missione: la salvezza dei giovani (quindi dell’umanità) attraverso un’opera appassionata di formazione alla luce di Colei che sola, tra tutte le creature, può essere vera ausiliatrice nel salvare dalla rovina morale ed eterna, Lei che da ogni rovina è stata salvata preventivamente e interamente da Dio.

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