Il Rosario è il dono più prezioso fattoci dalla Mamma celeste, la più potente arma fra le nostre mani. Lei stessa l’ha affidato ai suoi figli perché, recitandolo, le siano sempre uniti. Eucaristia e Santo Rosario: un’unica promessa di santità.
La Madonna del Rosario è la Madonna più nostra, è davvero la Madonna di tutti. «Il Rosario è il testamento di Maria, come l’Eucaristia è il testamento di Gesù», ha scritto il padre Faber.
Nell’Eucaristia, infatti, noi troviamo tutto Gesù. Nel Rosario troviamo tutta Maria. Venendo in noi sotto le specie del Pane, Gesù ci possiede anima e corpo. Con la corona del Rosario, Maria ci lega interamente a sé.
L’Eucaristia è il centro del Cristianesimo. Il Rosario ne è l’irradiazione. L’Eucaristia è la sintesi della Teologia. Il Rosario è il «breviario del Vangelo». L’Eucaristia è la vita dell’anima. Il Rosario è il custode di quella vita.
Eucaristia e Rosario si attraggono e si ritrovano l’uno nell’altra: recitando il Rosario, l’anima viene spinta ad amare e a lasciarsi modellare da Maria, che le dona i suoi stessi sentimenti di amore a Gesù e ai fratelli. Con l’Eucaristia, l’anima ha in suo possesso e a sua disposizione i sentimenti d’amore dello stesso Gesù verso la sua dolce Madre. «L’Eucaristia e la Vergine Santissima – ha scritto G. Ferrero – sono così legati l’una all’altra che si ha quasi la sensazione che i palpiti del Cuore di Maria pulsino all’unisono coi palpiti vivi del Cuore di Gesù in fondo ai nostri tabernacoli». Perciò, ricevendo Gesù eucaristico nella Santa Comunione o recitando il Santo Rosario, quei «palpiti vivi» di Gesù eucaristico e di Maria noi possiamo mescolarli ai nostri e farli proprio nostri.
Orbene, se il mese di ottobre è consacrato in particolar modo alla Madonna del Rosario, non è detto che anche ogni altro mese dell’anno e tutto l’anno intero, anzi, non possa essere giornalmente santificato dalla preghiera del Santo Rosario. Cerchiamo di essere anche noi del numero di quelle anime che, per ogni giorno dell’anno, a costo di qualsiasi sacrificio, non omettono mai di recitare la Corona benedetta, consolando il Cuore di Maria e nutrendosi della verità rivelata contenuta in forma così semplice e bella nei venti misteri del Santo Rosario che costituiscono venti «quadri» della vita di Gesù e di Maria.
Se fosse tutta la Cristianità a scuotersi e a riprendere la Corona in mano! In quella santa Corona è racchiuso il tesoro della devozione mariana più genuina e integrale, garanzia sicura di continua assistenza materna per chicchessia, per qualunque problema e necessità, in ogni circostanza. La Madonna stessa, a Lourdes e a Fatima, ha esortato alla recita del Santo Rosario, perché esso è mezzo di grazia e di Salvezza per tutti.
Molti però, non hanno dato e non danno ascolto alla Madonna, e nemmeno all’esempio commovente dei tre pastorelli di Fatima, i beati Giacinta e Francesco con Suor Lucia, e nemmeno all’esempio straordinario di San Pio da Pietrelcina, che, letteralmente, si può dire si nutriva della preghiera del Rosario recitato durante il giorno e durante la notte, lasciando infine a tutti i suoi figli spirituali questo paterno testamento: «Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario».
E se non si recita ogni giorno il Rosario, la perdita è incalcolabile, perché il Rosario, nella sua semplicità, è preghiera tanto efficace da bastare da solo a darci in gran numero santi, convertiti, penitenti e anime oranti. «Il Rosario – ha scritto il venerabile mons. Fulton Sheen – sollecita le nostre dita, le nostre labbra, il nostro cuore in una vasta sinfonia di preghiere, e, per questo motivo, è la più grande preghiera che sia mai stata composta dall’uomo».
Amiamola quella «piccola corona del Rosario, sulla quale la Grazia scorre dalle mani di Maria fino a noi», ci esorta G. Ferrero. Serviamoci di essa per avvicinarci a Maria, farle compagnia e impetrare da Lei grazie e benedizioni sull’umanità e sulla Chiesa, sul nostro Santo Padre, sulla nostra Patria, sulle nostre famiglie e sulle nostre anime.
Purtroppo, è vero che molti cristiani hanno difficoltà a trovare un quarto d’ora per la recita di un Rosario, e magari perdono le serate intere alla televisione o al cinema, in letture cosiddette amene o in divertimenti buoni e poco buoni. Nessuno, però, dovrebbe mai dimenticare che è difficile, è impossibile essere un vero devoto di Maria senza amare la Corona benedetta. Così com’è impossibile credere alla dannazione di chi spesso stringe fra le mani il Rosario di Maria.