FEDE E SCIENZA
Il grande inganno dell’astrologia
dal Numero 50 del 21 dicembre 2014
di Antonio Farina

Niente di scientifico nell’astrologia: è la stessa scienza a dimostrarlo e diversi autori cristiani rivelano l’errore di seguire, e farsi schiavi di una simile superstizione. L’astrologia è solo idolatria, e lede altamente la «nostra dignità di uomini liberi» e ragionevoli!

L’uomo è stato creato da Dio a sua “immagine e somiglianza” e il suo destino finale è il Cielo, il Paradiso: siamo tutti chiamati alla contemplazione e al godimento eterno di Dio, con l’Immacolata, gli Angeli e i santi. Durante la vita terrena abbiamo modo di conoscere il Signore che si rivela sia attraverso la Creazione che attraverso la Sacra Scrittura, possiamo amarlo, seguendo la buona volontà, possiamo servirlo ed adorarlo finché ci resta tempo di vivere. Il nostro libero arbitrio può però portarci anche al rifiuto di Dio, ad ignorarlo, a respingere le sue profferte d’Amore verso di noi e a distruggere od ostacolare seriamente il suo disegno di Salvezza. Quando questa profonda Verità si offusca, si appanna, si confonde a causa del peccato, l’uomo brancola nel buio e non capisce più che cosa determina il suo destino finale e perfino da che cosa dipende il suo vivere quotidiano. Tutto si mescola nella mente in un turbinio di credenze, di mitologie e di vane speranze per cui fenomeni naturali che poco o niente hanno a che spartire con le realtà eterne vengono invece scambiati per regolatori e perfino per decisori, censori, della nostra felicità o della nostra rovina. Questa è la radice di ogni superstizione e a questa genesi si può far risalire anche l’astrologia.
Le origini dell’astrologia si perdono nella notte dei tempi e si confondono con quelle più nobili dell’astronomia che è una scienza che studia i movimenti astrali nel cielo. Già presso le antiche civiltà cinese, indiana, mesopotamica, egizia, mediterranea, e nell’America precolombiana, c’erano studiosi ed interpreti dei segni celesti. Si pensa che la nascita dell’astrologia, nella sua forma scritta, risalga almeno al 3000 a.C. in Mesopotamia presso l’antico popolo dei Caldei. Un popolo misterioso che ha lasciato tracce quasi indecifrabili e che credeva ad una fatalità legata in modo effettivo alla regolarità dei moti celesti e alla natura divina degli astri. I sacerdoti babilonesi pensavano infatti che tutta la vita degli uomini e del mondo fosse regolata e scandita dagli “astri-dei” e che nei loro movimenti fosse iscritto il destino dell’intero Universo. La “reggia” di tali divinità astrali era il cielo (proprio nel senso fisico del termine) e perciò esso fu suddiviso in porzioni o settori, occupati durante l’anno dal transito dei Pianeti, del Sole e della Luna. Al susseguirsi regolare delle loro combinazioni essi attribuivano gli influssi sulle sorti individuali o collettive. Dunque l’astrologia nasce come una disciplina “oracolare” nel senso che stabiliva un nesso causale tra le configurazioni del mondo fisico celeste e gli arcani dell’esistenza umana.
Per secoli la più accreditata sistematizzazione della disciplina fu ritenuta quella espressa nel celebre libro Tetrabiblos di Claudio Tolomeo[1], l’astronomo greco che aveva ipotizzato una struttura del Sistema solare con al centro la Terra (geocentrico), con la Luna, il Sole e i Pianeti rotanti entro orbite circolari in un complicato sistema di epicicli. Quindi, paradossalmente, fu proprio un astronomo cioè uno scienziato e non un ciarlatano a fondare la teoria seguita e propagata poi dai più acerrimi nemici degli astronomi: gli astrologi.
Secondo il sistema astrologico tolemaico il cielo è ripartito in 12 “case” o fusi di 30 gradi. Orbene il Sole nel suo procedere annuale percorre una linea immaginaria nella volta celeste detta eclittica (perché su di essa avvengono le eclissi). Sullo sfondo dell’eclittica l’immaginazione fervida e creativa degli antichi individuava delle “costellazioni” o asterismi contenute nella fascia detta dello Zodiaco. Vedevano nel cielo Giganti come Orione, animali come caprette, serpenti, pesci, tori, arieti, oppure personaggi della vita comune come pastori, acquari, lanciatori di frecce, ecc., che sembravano popolare il cielo notturno alla stregua di quanto avveniva di giorno sulla terra. L’oroscopo, cioè il pronostico del destino di una nascita o di un avvenimento, veniva stilato studiando e calcolando, anche in modo complesso, il combinarsi di molteplici elementi relativi al momento astronomico in cui l’evento si svolgeva: l’esatta posizione del Sole che transita ogni 30 giorni dall’uno all’altro dei segni zodiacali, della Luna, dei Pianeti e così via.
Proprio a causa di questa commistione o comune origine tra scienza astronomica e superstizione, nella scuola matematica d’Alessandria (in Grecia) si innalzò l’astrologia fino alla dignità di disciplina esatta.
Le cose andarono avanti così per secoli sia in Oriente che in Occidente fino all’evento che avrebbe cambiato radicalmente la visione del divino in tutto il mondo allora conosciuto: la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo. I cristiani dei primi secoli denunciarono subito l’astrologia e la magia come invenzioni diaboliche. «Sant’Agostino si scagliò con forza e ripudiò con fermezza l’a­strologia, accusandola di voler sostituire il determinismo naturale alla volontà di Dio. Colpita dall’anatema agostiniano, l’astrologia quasi scomparve in Occidente per circa 8 secoli»[2].
Dal 1300 alla fine del 1400 circa l’astrologia andò permeando sia la cultura di base sia gli ordinamenti universitari, ma anche la letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura ed influenzò perfino i progettisti di giardini e parchi. Soltanto nel 1496 Pico della Mirandola nelle sue Disputationes adversus astrologiam divinatricem ricondusse «qualsivoglia influsso astrale alla sola comunicazione di moto, luce e calore vanificando altre occulte influenze». La sua opera aprì un intenso dibattito in Europa sui fondamenti scientifici dell’astrologia che si protrasse per tutto il XVI secolo e oltre»[3]. Aveva ragione Pico della Mirandola? C’è qualcosa di fisico e materiale che giustifichi le affermazioni degli astrologi e le loro oscure predizioni? No. L’astrologia è una bufala totale sia sotto il profilo scientifico che (ancor più grave) sotto quello spirituale.
Il professor Aller, docente di Astronomia all’Università della California, nel 1975 fece sottoscrivere a 185 scienziati (e sottoscrisse egli stesso) una dichiarazione molto perentoria sulla validità dell’astrologia iniziando con queste parole: «Coloro che vogliono credere nell’astrologia devono sapere che essa non ha alcuna validità scientifica. Oggi possiamo renderci conto di quanto siano infinitesimali gli effetti gravitazionali o di altra natura prodotti su di noi dai pianeti e dalle stelle. È semplicemente un errore credere che le forze esercitate dai pianeti e dalle stelle al momento della nascita possano in qualche modo influenzare il nostro futuro, o possano favorire certe compatibilità o incompatibilità tra gli individui, o possano rendere certi giorni più “favorevoli” di altri». In un’intervista rilasciata qualche tempo dopo egli precisò: «Questo perché l’effetto di attrazione diminuisce con il quadrato della distanza. Cioè se la distanza di un oggetto aumenta di quattro volte, la sua attrazione diminuisce di 16 volte; quando è 100 volte più lontano la sua attrazione diminuisce di 10.000 volte e così via. Se un astro è molto distante l’effetto è praticamente inesistente. In altre parole, una locomotiva che passa nelle vicinanze ha più influenza di un pianeta in orbita. [...] Si è calcolato che su un neonato ha più influenza gravitazionale il medico, l’infermiera o i mobili che si trovano in sala parto più che un astro o un pianeta!». Tra l’altro al momento della nascita il bambino è già formato quindi casomai si dovrebbe fare l’oroscopo del momento del concepimento... Questo ed altro fanno capire che di scientifico nell’astrologia non c’è proprio niente. Se vogliamo la situazione è ancor più grave, anzi ancor più offensiva verso Dio, se si esamina la questione sotto l’aspetto spirituale.
L’astrologia è idolatria. Nel Libro della Sapienza si legge: «Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere. Ma o il fuoco o il vento o l’aria sottile o la volta stellata o l’acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. Se sono colpiti dalla loro potenza e attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati» (13,1).
Oggi l’oroscopo è una iattura quasi inevitabile: lo propinano tra un telegiornale e le previsioni del tempo. Non c’è fascia oraria che tenga, dall’alba al tramonto è tutto un susseguirsi di scorpioni, acquari, gemelli e sagittari che non si capisce niente. Influssi, ascendenti, congiunzioni e opposizioni di Pianeti, di Saturno della Luna nera, dovrebbero convincere la gente a rimanere a casa per non incappare in qualcosa di estremamente spiacevole... E c’è qualcuno che ci crede ciecamente! Si sottopone a rituali stranissimi (e costosissimi) pur di aggraziarsi le stelle e garantirsi un futuro favorevole. C’è addirittura chi “progetta” le nascite dei propri figli per far in modo di aver un nascituro nato sotto un certo segno zodiacale piuttosto che un altro. Che umiliazione per l’uomo credere nell’astrologia, nel potere occulto e luciferino di cose inanimate tanto remote e lontane! È la stessa cosa che portare indosso amuleti o fare gli scongiuri, o non passare sotto le scale o fuggire i gatti neri: sono tutte superstizioni assurde che offendono la Divina Provvidenza e la nostra dignità di Uomini Liberi. Lasciamo che la Luna e il Sole governino le maree e le stagioni e che Venere annunci l’arrivo dell’Aurora, liberiamo da sinistri influssi la nostra mente e la nostra anima immortale.

[1] Claudio Tolomeo. Astronomo, matematico e geografo (100-170 d.C.), vissuto ad Alessandria. La sua opera principale è il Trattato Μαϑηματικ? σ?νταξις, noto abitualmente con il nome di Almagesto, nel quale egli fornisce i mezzi matematici di calcolo necessari alle osservazioni celesti ed espone le teorie astronomiche del tempo.
[2] Fonte Enciclopedia Treccani.
[3] Ibidem.

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