ATTUALITÀ
La Marcia per la vita 2014
dal Numero 14 del 6 aprile 2014
di Fabrizio Cannone

Oggi più di prima urge il bisogno di difendere la vita. Anche quest’anno La Marcia per la vita chiama tutti i cattolici e difensori della vita a scendere in campo: il 4 maggio alle ore 9 in Piazza della Repubblica!

Per il quarto anno successivo, sempre nel mese di maggio, si terrà a Roma la Marcia nazionale per la vita, appuntamento ormai ineludibile per tutti i veri pro-life romani, italiani ed europei.
Lo scorso anno, la Marcia, forte di 40.000 partecipanti, si concluse in piazza San Pietro ed ebbe la benedizione speciale di papa Francesco, il quale affermò testualmente: «Saluto i partecipanti alla Marcia per la vita. Invito a mantenere viva la tensione di tutti sul tema così importante del rispetto della vita umana sin dal momento del suo concepimento».
In un solo anno tanta acqua è passata sotto i ponti del Tevere e la lotta in difesa della vita umana innocente si è andata facendo sempre più importante ed urgente, e sempre più estesa in tutto il mondo. Purtroppo gli attacchi contro la vita umana, sia nelle prime fasi del suo sviluppo, sia nelle situazioni di malattia e abbandono, si sono fatti ancor più pesanti, toccando limiti di iniquità mai raggiunti prima.
In Belgio per esempio – tipico Paese che con l’Olanda o la Gran Bretagna ha spesso svolto il ruolo storico di apripista – è stata legalizzata l’eutanasia dei bambini malati, giudicati inguaribili e infelici. Ogni violazione della vita umana innocente è un atto grave, ma certe violazioni gridano verso il Cielo assai più di altre. Secondo san Tommaso per esempio l’uccisione volontaria e premeditata di un congiunto, come il parricidio e il matricidio, è ben più grave che l’uccisione di un estraneo (Summa Theologica I-II, q. 73, a. 9: «Si pecca tanto più gravemente quanto più la persona oltraggiata è unita a noi o per vincoli naturali, o per benefici ricevuti»). Così se l’eutanasia di un malato gravissimo, come un anziano solo ed in coma, è senza dubbio un vile delitto, la soppressione del proprio figlio, in tenera età e senza possibilità di esprimersi, richiesta dagli stessi genitori appare come la massima crudeltà immaginabile. Queste democrazie fondate sul relativismo etico e sullo scetticismo divengono sempre più, come le definì il beato Giovanni Paolo II, delle vere tirannie e dei totalitarismi criminali e disumani (cf. Evangelium vitae). La loro natura criminale di fatto coincide col loro status di democrazie, perché nonostante il fatto acclarato che i veri governanti siano altrove rispetto ai luoghi della gestione del potere, questa componente elitaristica fa ormai così parte di questi regimi da esserne divenuto il tratto dominante.
Di una sola cosa hanno timore i politici odierni e cioè della reazione, che si profila all’orizzonte, delle masse popolari stufe degli infiniti oltraggi subiti. Il sistema democratico-totalitario usa di norma due metodi per annichilire i suoi oppositori: l’addomesticamento previo e la criminalizzazione dell’eretico (ovvero del cittadino sano ed onesto). Le masse, specie i giovani delle grandi metropoli, vengono addomesticate attraverso la tecnologia, la promozione dell’ignoranza e dell’apatia, e il cosiddetto sesso libero, proposto ma anche imposto dal regime. Basti pensare alla cosiddetta educazione sessuale scolastica, creata ad arte per fagocitare le tendenze sensuali dell’adolescente e impedirgli a termine di resistere alle lusinghe del sistema. La criminalizzazione dell’eretico avviene attraverso la creazione di tabù, del tutto surreali, che costituiscono i terreni di repressione culturale, giudiziaria e poliziesca. Per esempio, nelle democrazie occidentali (ex cristiane) non si possono criticare la democrazia, il parlamentarismo, l’uguaglianza dei sessi, il femminismo, il pacifismo, le minoranze etniche o religiose, l’omosessualità, il transessualismo, l’abortismo, o i (presunti) crimini contro l’umanità... Ma questi tabù non sono né pochi né di minima importanza per esercitare il legittimo dissenso da una politica fondata sulla secolarizzazione e sull’estromissione della legge morale dalla legge civile. Che fare allora per ribaltare la situazione? Unirsi in piccoli gruppi, in associazioni e circoli e tentare di coordinarsi per resistere alla tirannia sociale del sistema. La Marcia per la vita è uno dei più riusciti esperimenti di lotta a viso aperto contro alcuni aspetti non marginali delle democrazie relativiste: l’odio al genere umano, il neo-malthusianesimo, il darwinismo sociale (che esclude il non adatto e il più debole), il femminismo dogmatico, l’eugenetica perfezionista e il culto della violenza. Nel 2011, in quel di Desenzano sul Garda, solo poche centinaia di quegli “italiani che non si arrendono” sfilarono alla prima edizione della Marcia. Alla Marcia del 2012 ci fu il grande balzo in avanti: da neppure mille a 15.000, con il sostegno significativo di un congruo numero di vescovi e di prelati. Nell’edizione del 2013, i marciatori arrivarono a quota 40.000, con moltissime adesioni di gruppi e realtà locali di tutta la Penisola, e con il saluto insperato del novello Pontefice. Per quest’anno 2014 ci sono tutte le premesse per continuare questa ascesa e segnare dei nuovi punti in favore della vita e per dichiarare pubblicamente una guerra senza compromessi alla “cultura della morte” (come la chiamava Giovanni Paolo II). Come le passate stagioni la Marcia sarà preceduta da un grande Convegno per la vita, che si terrà sabato 3 maggio presso la Pontificia Università “Regina Apostolorum”.
L’invito è dunque rivolto a tutti coloro che hanno capito la valenza di queste mobilitazioni: lottare a testa alta contro il male dell’aborto (dell’eutanasia e delle manipolazioni genetiche come la fecondazione assistita), incoraggiarsi a vicenda, pregare e cantare per la vita, dare una testimonianza pubblica della sacralità della vita umana e costituire così un’occasione di conversione per molti cittadini distratti di oggi.
Rechiamoci dunque al “Regina Apostolorum” sabato 3 maggio per ascoltare giuristi, studiosi e medici pro-life e scendiamo in piazza domenica 4. La partenza della Marcia per la vita è alle ore 9 da piazza della Repubblica, con arrivo per l’Angelus in piazza San Pietro.

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