Può esservi forse una più alta Mediatrice presso Dio della stessa sua Madre divina? La Beata Vergine Maria, già potente interceditrice a favore dell’uomo peccatore lungo la sua vita terrena, ora più potentemente soccorre i figli nella Gloria celeste.
Il grande monaco e dottore della Chiesa inglese san Beda detto “il Venerabile” (†735), si distinse per i commentari alla Sacra Scrittura redatti nella famosa scuola di York che ebbe grande influsso nella cultura inglese di epoca carolingia, e fu ardente devoto della Santa Vergine che salutò come Mediatrice Universale e Cooperatrice di Salvezza, anticipando così la moderna speculazione sulla Madre di Dio.
Tutti i privilegi mariani, per san Beda, sono offerti alla Vergine per la crescita spirituale e la gloria di tutto il popolo di Dio. Così, per il privilegio unico ed inarrivabile della sua Assunzione corporea, Maria Santissima intercede incessantemente ed efficacemente per noi peccatori: «Oggi, fratelli, celebriamo la festa della Santa Madre di Dio, Maria, che oggi dal mondo è salita al Cielo per pregare per noi suo Figlio, perché il mondo sarebbe distrutto se non fosse sostenuto dalle preghiere di Santa Maria. Noi abbiamo letto che Ella, dopo essere salita al Cielo sta continuamente alla presenza di Dio, effondendo assidue preghiere per i nostri peccati. Maria trattiene i giusti affinché non cadano; conforta i peccatori perché non periscano; ama le vergini, se perseverano nell’autentica verginità; custodisce le vedove se permangono nella purezza della loro vedovanza» . Come si vede l’intercessione di Maria è universale: nessuna categoria di persone può fare a meno di Lei per ottenere la grazia dal Signore. Solo Lei può ottenere ogni aiuto per tutti: dall’ultimo dei peccatori al fiore più bello della famiglia dei vergini.
Per spiegare la potenza universale di Maria san Beda racconta un esempio storico noto a tutti i suoi ascoltatori di quel tempo: un chierico della nobiltà romana per le sue vicissitudini familiari era deciso a lasciare la via del Sacerdozio ma la Santa Vergine intervenne: «Abbiamo letto cosa Maria ha fatto per un chierico, nato a Roma da nobile famiglia. Il padre e la madre, il fratello e la sorella erano morti ed egli, unico superstite, era molto onorato per i suoi numerosi possedimenti. Vicino alla casa aveva una cappella consacrata alla Beata Vergine nella quale ogni giorno cantava tutte le ore dell’Ufficio di Santa Maria. Tutti i suoi parenti però lo vollero costringere a prendere moglie. Egli per lungo tempo non volle, ma poiché essi insistevano persino con la costrizione, cedette alla loro volontà. Gli dettero in moglie una delle donne più benestanti di Roma. Così avvenne che, stabilito il giorno delle nozze, giunsero i suoi parenti in gran pompa e con gioia prepararono il matrimonio secondo l’usanza. Mentre essi montavano a cavallo il chierico si ricordò che la Beata Maria non lo aveva mai abbandonato [...] e ricordandosi che non aveva ancora cantato l’ora nona dell’Ufficio di Santa Maria disse ai soldati: “Apparecchiate le mense e tutto ciò che deve essere preparato secondo l’uso delle nozze, mentre io andrò in chiesa per cantare l’ora nona di Santa Maria e poi tornerò da voi”. Quelli cominciarono a rattristarsi dicendo: “Ma gli altri che si sposano si comportano così? Si recano a cantare l’Ufficio divino?”. Quando il chierico aprì la porta della chiesa la vide piena di ineffabile splendore mentre la Beata Maria era seduta davanti all’altare. Atterrito cadde a terra esanime, ma la stessa Vergine, avvicinandosi e tenendogli la mano, gli disse: “Non temere, io sono la tua amica, quella che hai sempre amato e avuto nella tua mente. Ora invece tu mi hai abbandonato per prendere un’altra donna. Perché l’hai fatto? Non sono io la tua amica? Non sono abbastanza bella? Ne cerchi forse un’altra che sia più bella di me?”. Il chierico, abbastanza timoroso, rispose: “Chi sei, mia Signora? Io non ti conosco ma vedo che sei così bella e così onesta da non avere uguale. Il profumo che emana da te mi riempie così tanto da credere di trovarmi in Paradiso”. La Vergine rispose: “Io sono la Beata Maria, la Madre di Cristo. Tu, che finora mi hai servito, perché mi vuoi abbandonare, volendo sposare un’altra? Non mi lasciare per una donna mortale la cui vita è breve”. Detto ciò la Vergine scomparve dai suoi occhi. Il chierico, dopo aver recitato l’ora nona tornò a casa dove lo attendevano i suoi soldati che lo costrinsero a dire per quale motivo avesse tanto indugiato. Egli disse loro: “Qualcuno dei miei parenti prenda con sé la mia promessa sposa, perché io non ho nessun’altra se non la Beata Maria che desidero servire notte e giorno”. La sua sposa, udendo queste cose, ritornò a casa di suo padre triste ed addolorata. Il chierico invece si recò dal beato Zefiro [forse il Papa e martire san Zefirino †217], che in quel tempo era Papa, chiedendogli consigli sul da farsi. Zefiro gli ordinò di donare tutti i suoi beni alla chiesa nella quale aveva avuto l’apparizione, di farsi monaco di quella chiesa e di servire Dio e la Beata Vergine tutti i giorni della sua vita perché Ella lo aveva liberato dal laccio del diavolo» . Questa simpatica narrazione racchiude tutta la sapienza dottrinale e morale sulla Vergine che appare in circostanze analoghe anche in tempi moderni, come a Fatima o a Lourdes, per ricordare agli uomini la priorità degli impegni presi con il Signore Dio e come Egli solo vada onorato al di sopra di ogni impegno mondano, si trattasse pure di un matrimonio ricco e benestante. Anche santa Bernardetta dopo aver ricevuto le rivelazioni della Vergine Immacolata fu distolta dal suo consigliere spirituale da quello che le sembrava un matrimonio onesto e felice: gli impegni di Dio la chiamavano ad una forma di consacrazione più alta e totale al Signore e alla Santa Vergine.
Conclude quindi molto sapientemente il nostro venerabile san Beda: «Perciò ora fratelli poniamoci sempre al servizio di tale Regina, che non abbandona coloro che sperano in Lei. E poiché Gesù ama ed esaudisce le preghiere dei santi, molto di più esaudisce sua Madre che prega per i peccatori. Egli stesso, disteso sulla croce, La affidò al beato evangelista Giovanni, affinché La custodisse giorno e notte per tutta la sua vita. Ed il beato Giovanni adempì scrupolosamente il compito che gli era stato affidato [...]. Con tutto il nostro affetto perciò troviamo rifugio in Lei, affinché con le sue preghiere ci conduca a quella gioia nella quale Essa rimane in eterno insieme al Figlio» . Prendiamo parte anche noi dunque alla gloria di Maria; come pellegrini sulla terra abbiamo bisogno della sua mediazione, anche se viviamo in tempi un po’ lontani da san Beda. L’uomo è lo stesso con il bagaglio delle sue tristezze e delle sue speranze che possono avere un saldo fondamento solo se rivolte a Dio. Portando gioiosamente anche noi per Maria e con Maria la nostra croce avremo dal Signore la sua santa benedizione e frutti insperati di salvezza e di pace.