I dati denunciano una chiara disparità nell’attenzione data ai diritti dei musulmani e quella negata ai diritti dei cristiani... Impossibile far sentire la propria voce, pena l’accusa di intolleranza. Pare che anche le tensioni religiose siano guidate a tavolino per subdoli fini...
Se diamo una scorsa alle ultime notizie sul mondo islamico e sulla sua avanzata in Occidente, riscontriamo due cose: l’intolleranza nei confronti di ogni cultura e religione diversa da quella trasmessa dal Corano e la promozione della cultura e religione islamica, attraverso le Istituzioni della legislazione europea. Si è diffusa, poco per volta, la mentalità di dover essere tolleranti senza limiti, anche a costo di perdere la propria identità. In nome di ciò accade che se un gruppo dovesse festeggiare un evento che affonda le sue radici nella tradizione culturale o religiosa del proprio Paese, e in esso vi fossero uno o due musulmani estranei per formazione di pensiero a quell’evento, si vieterebbe a tutti di partecipare alla manifestazione. Nonostante questo andazzo si ripeta abbastanza spesso, come nelle nostre scuole per esempio, non v’è nessun politico che ponga la questione a livello legislativo in modo da tutelare la maggioranza.
Gli episodi di violenza che si consumano nell’ambito delle famiglie islamiche ospitate in Italia, offrirebbero ulteriori esempi per inquadrare correttamente l’intolleranza dell’islam. Non è la prima volta che il padre picchia una figlia o perché si fidanza con un ragazzo di religione diversa, o perché veste troppo all’occidentale, com’è recentemente successo a Genova ad una cingalese di 18 anni, picchiata dal padre e dallo zio fino al punto di doverla trasportare in ospedale.
Sono scene di vita quotidiana che sembrano proiettarci in uno di quei films allucinanti, dove si è condannati a subire le angherie di un prepotente, senza poter far nulla, nella più piena impotenza, incapaci di reagire per trovare una soluzione al problema. C’è un fondamentalismo che subiamo e non è solo quello della religione islamica, ma è imposto dalle Istituzioni. Infatti, quando finalmente qualche politico cerca di mettere un argine all’espansione islamica in Occidente, limitandone, magari, i luoghi di culto, ecco una sentenza di un tribunale supremo che la vanifica. E così, a colpi di leggi, si finisce per alimentare una mentalità che sembra essere voluta da qualcuno posto più in alto, come se un potere più grande avesse già scritto i nostri destini.
Quando parlo di fondamentalismo vorrei, però, chiarire una cosa: se l’islam è una religione fondamentalista, il musulmano non necessariamente lo è. Ci sono, infatti, tanti musulmani che non interpretano il Corano in modo integralista e lasciano che le loro azioni siano guidate dal buon senso; sono musulmani moderati per natura. Una semplice lettura del loro testo sacro, invece, fa cogliere la violenza a cui spronano gli insegnamenti che dio avrebbe dato al profeta Maometto, pertanto pericolosissimi se venissero presi alla lettera. Porre oggi l’islam sul piano delle altre religioni è un grande errore di valutazione frequentissimo. Tale errore, se da una parte proietta verso una convivenza universale, dall’altra può generare una reazione verso la religione islamica; una reazione naturale di quanti si vedono sottomessi, con la forza del potere, a principi culturali con un presunto valore universale.
Inoltre, se analizziamo alcuni dati, come la disparità tra l’attenzione prestata ai diritti dei musulmani e a quelli calpestati e non riconosciuti ai cristiani di tutto il mondo, notiamo una formidabile sproporzione. Questo atteggiamento favorisce una normale reazione del mondo occidentale, facilmente interpretata come intolleranza. L’innalzamento della tensione sociale, a sua volta, fornirebbe l’alibi per presentare ogni ostilità come causata dalla religione; in tal modo la fede religiosa sarebbe accusata di essere la responsabile dei conflitti nel mondo. Se la gente si convince di ciò, si creano quei contesti artificiali per presentare una nuova religione, un’unica grande religione dell’umanità in cui domini un neoumanesimo senza Dio, nel quale gli uomini possano finalmente riconoscersi. A giudicare da come stanno andando le cose, sembrerebbe che si stia avviando l’instaurazione di questa grande apostasia, laddove la propagazione dell’islam è solo un mezzo per raggiungere lo scopo.