SPIRITUALITÀ
Santo Stefano Harding
dal Numero 12 del 23 marzo 2025
di Paolo Risso
Nulla è impossibile per chi crede, nulla è difficile per chi ama. (san Bernardo di Chiaravalle)
Nacque attorno al 1060, dalla nobile famiglia Harding, a Meriot, nei dintorni di Sherborne nella contea del Dorset (Inghilterra meridionale). Molto presto è affascinato da Gesù orante quale lo vede nei monaci benedettini della vicina abbazia di Sherborne: giovanissimo vi entra e si trova a suo agio. Promette a Dio i santi voti secondo la Regola di san Benedetto che prescrive, a base di tutto, di «nulla anteporre a Cristo». Ora gli appartiene totalmente. Ma in seguito all’invasione dell’Inghilterra da parte dei Normanni, la vita di monaci e laici fu come sconvolta. Stefano Harding lasciò la vita religiosa e partì per la Scozia, in cerca di pace... che non poté trovare: pertanto si spostò a Parigi per dedicarsi agli studi. Aveva bisogno di una nuova “più profonda” riscoperta di Gesù, di un inaudito più intenso innamoramento di Gesù. Per questo si recò in pellegrinaggio a Roma caput mundi, capitale della Chiesa e del mondo, sede del Vicario di Cristo, garante della fede cattolica. Stefano intendeva chiedere perdono a Dio per aver lasciato la vita religiosa e riprendere con maggior passione la vita consacrata in monastero. C’era con lui un giovane chierico e, insieme, strada facendo, recitavano l’intero salterio. A Roma, Stefano pregò, prostrato sul pavimento delle basiliche di San Pietro e del Laterano, e venerò le tombe dei martiri. Sulla via del ritorno, si fermò all’abbazia cluniacense di Molesme, fondata nel 1075 dal monaco Roberto che ne era l’abate: la vita povera e austera della comunità attrasse Stefano che volle restarvi come monaco. Ora avrebbe camminato spedito verso la santità. In quegli anni l’abbazia di Molesme fondò case filiali e diventò ricca e potente, perdendo lo stile di semplicità che era proprio di san Benedetto da Norcia. A questo punto, l’abate Roberto con un piccolo numero di monaci rimasti fedeli al primitivo spirito, tra i quali vi era Stefano Harding, rimaneva ancorato allo stile delle buone origini. Stefano era tra i più ardenti, tutto di Gesù. Per superare i contrasti, nel 1098 Roberto con i monaci più fedeli lasciò Molesme e si trasferì a Citeaux presso Digione e fondò un nuovo monastero: un ramo frondoso era nato sul ceppo di san Benedetto: l’Ordine Cistercense, da Cistercium, il nome latino di Citeaux. Ma la partenza di Roberto da Molesme screditò l’abbazia cosicché i monaci supplicarono il Papa di far rientrare il loro “padre”: Roberto obbedì. A Citeaux, e intanto si insediò come abate il monaco Alberico, il cui primo collaboratore era Stefano Harding... Poi vennero anni difficili: quasi nessuno veniva a farsi monaco e l’Ordine cistercense sembrava morire poco dopo la sua nascita. Ma Dio stava per far sbocciare una bellissima primavera. Nel 1109, l’abate Alberico morì e gli succedette Stefano Harding, in quel momento chiamato da Dio a essere il grande organizzatore dell’Ordine. Ne tracciò le linee guida nella sua Charta caritatis, approvata nel 1119. Si dedicò poi alla pubblicazione dei libri liturgici di Citeaux. Promosse e consolidò lo stile di Citeaux, come aveva già iniziato l’abate Roberto di Molesme: vita semplice e austera in ogni settore; intensa devozione alla Madonna significata dall’abito monastico bianco. Tutto, anche l’arredamento, mai doveva distrarre da Cristo, ma anzitutto doveva portare a Lui. I monaci dovevano vivere del loro lavoro: l’abbazia avrebbe dovuto avere la campagna da coltivare, l’officina, la cantina, i laboratori. L’abate Stefano promosse la fedeltà piena alla Regola di base: “Ora et labora” (prega e lavora). Gesù, così amato, rende fecondo tanto pregare e operare. Nel 1112 l’abate Stefano accolse Bernardo, un giovane ventenne nobile signore di Fontaine-les Dijons, che portò con sé una trentina di giovani: è “esplosione” dell’autentica primavera dell’Ordine cistercense. Ben presto arrivano ancora altri giovani chiamati. Il loro leader sarà il futuro san Bernardo di Chiaravalle, un innamorato di Gesù e di Maria Santissima. Stefano e Bernardo riempirono l’Europa di monasteri, centri di vita spirituale e di civilizzazione. Il 23 dicembre 1119, Papa Callisto II approvava le costituzioni di Citeaux che la Chiesa proporrà come modello a tutti gli Ordini religiosi al Concilio Lateranense IV (1215). Con queste certezze alle spalle, Stefano scrisse la prima storia del suo nuovo Ordine, partendo dagli inizi, l’Exordium cistercensis coenobbi, a uso dei monaci con il richiamo alle origini di san Benedetto. Ventiquattro anni di governo: si dimise nel 1133. Andò incontro a Dio il 28 marzo 1134, la Chiesa lo canonizzò nel 1623. Era stato Fondatore e primo legislatore di Citeaux; precursore del grande Bernardo. Protagonista di una grandissima epopea di amore.
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