Poveri di beni ma ricchi di fede, i coniugi Sergio Bernardini e Domenica Bedoni seppero donare al Signore ben otto figli su dieci. Esempio di generosità e di totale abbandono in Dio, che caratterizzò e rese tanto bella la loro esistenza e la loro unione.

Sergio Bernardini e Domenica Bedonni sono una coppia di sposi che si è distinta per santità di vita ed è la terza coppia di sposi nella storia della Chiesa, dopo i beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi e i santi Luigi e Zelia Martin, a essere stata dichiarata Venerabile.
La loro causa di beatificazione congiunta si è svolta nella diocesi di Modena dal 20 maggio 2006 al 18 maggio 2008. Il 5 maggio 2015 papa Francesco ha riconosciuto l’eroicità delle loro virtù cristiane vissute nel matrimonio e li ha dichiarati Venerabili.
Sergio Bernardini nacque a Sassoguidano in provincia di Modena il 20 maggio 1882 da una famiglia cristiana di semplici agricoltori. Si sposò nel 1907 con Emilia Romani ed ebbe tre figli. Nel giro di quattro anni rimase completamente solo: morirono il papà, la mamma, il fratello, sua moglie e i tre figli piccoli. Distrutto dal dolore ma saldo nella fede, partì per l’America per cercare di superare il dolore e per saldare i debiti contratti per le cure dei suoi familiari e trovò lavoro in una miniera negli Stati Uniti.
Dopo quasi un anno decise di tornare nel suo paese avendo sempre nel cuore il desiderio di formare una famiglia cristiana. Uno zio gli fece conoscere Domenica Bedonni (nata il 12 aprile 1889 a Verica in provincia di Modena) che condivideva i suoi stessi principi cristiani e, dopo pochi mesi di fidanzamento, si sposarono il 19 maggio 1914 e si stabilirono a Barberino di Verica dove Domenica aveva ereditato un piccolo podere.
Dal loro matrimonio nacquero dieci figli: cinque figlie entrarono nella Pia Società di San Paolo e una tra le Ancelle Francescane del Buon Pastore, due figli diventarono sacerdoti cappuccini, uno dei quali fu nominato Vescovo di Smirne, altre due figlie si sposarono e aderirono come i genitori al Terz’Ordine Francescano. Inoltre nel 1963 adottarono un seminarista nigeriano e gli pagarono gli studi a Roma con la loro modesta pensione dando un esempio di generosità e di distacco dai beni materiali.
La famiglia conduceva una vita semplice e devota: ogni giornata era scandita dalla Messa quotidiana, dai Vespri e dal Rosario recitato insieme ai figli. Poi c’era il lavoro nei campi, necessario per il sostentamento della famiglia e al quale si dedicavano anche i figli.
Pur nelle difficoltà economiche e nelle prove, come i lutti, le malattie o l’incendio che nel 1922 distrusse il podere lasciandoli senza nulla, Sergio e Domenica non persero mai la fiducia nella divina Provvidenza ma confidarono in Dio con la serenità propria di una vita cristiana vissuta in pienezza.
Nonostante la povertà e i numerosi figli, Sergio e Domenica, anche in tempo di guerra, riuscirono ad aiutare le famiglie più povere che si rivolgevano a loro, non solo offrendogli cibo ma anche mettendosi a disposizione per lavori di falegnameria, di idraulica e di muratura. Il papà Sergio aveva sempre una parola buona e di conforto per tutti e spesso le persone si rivolgevano a lui anche solo per un consiglio. Per questa sua testimonianza di vita attirò l’odio dei partigiani comunisti che arrivarono addirittura a progettare di ucciderlo come fecero anche con sacerdoti e religiosi.
La generosità dei coniugi si dimostrò soprattutto nella disponibilità mostrata quando otto figli su dieci si consacrarono al Signore: Sergio e Domenica rimasero soli ma, uniti spiritualmente ai figli, li sostennero con le preghiere e anche tramite una fitta corrispondenza epistolare.
Prezioso è il testamento spirituale di Domenica, rimasta vedova nel 1966, che rispecchia anche i pensieri del defunto marito Sergio: «Tutte le cose mi parlano del Signore e mi portano a lui. Baciando una rosa, bacio la bellezza di Dio. I miei figli sono la mia corona e i miei tesori. Oh, se potessi spiegarmi e farmi sentire da tutte le mamme del mondo, quale dono, quale grazia grande è l’avere dei figli e delle vocazioni nella propria famiglia... Me li avete dati, Signore: io ve li ho allevati, ma sono vostri. Benediteli. Gesù, la Mamma celeste e la mamma terrena vi benedicono. Arrivederci in Cielo».
Papà Sergio morì il 12 ottobre 1966 dopo 52 anni di matrimonio e mamma Domenica lo raggiunse in Paradiso il 27 febbraio 1971. Ai funerali di entrambi parteciparono moltissime persone e concelebrarono oltre cinquanta sacerdoti.