SPIRITUALITÀ
Specchiarsi nelle virtù di Maria Addolorata
dal Numero 11 del 16 marzo 2025
di Mesmine Zinsou-Codja
Sulla via del Calvario, Maria Addolorata ha accompagnato il Figlio Gesù e si è associata al suo dolore praticando le più sublimi virtù. Cerchiamo di scoprirle e di far sì che tali virtù possano rispecchiarsi anche nella nostra vita.
L’umiltà nel patire La Madonna ha vissuto in terra una vita tutta umile, Ella che è la Madre di Dio e Regina degli angeli; e ha voluto vivere nel nascondimento più umile per cooperare alla missione redentiva del Figlio. Una delle umiliazioni più grandi per Lei è stata vedere il Figlio condannato a morte e aiutato dal Cireneo a portare la sua Croce: «Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene chiamato Simone e lo costrinsero a prendere la croce di lui» (Mt 27,32). Gesù, il Figlio di Dio che tutti ammiravano per i suoi miracoli straordinari, che insegnava con autorità, a cui anche le forze della natura – come il mare e il vento – e gli spiriti maligni obbedivano perché Dio, viene adesso condannato a morte e aiutato da un uomo a portare la Croce. È stata veramente un’umiliazione immensa per la Madre che aveva già il Cuore trafitto dal dolore, ma Ella con la sua grande fortezza non è mai venuta meno, come afferma Lei stessa alla venerabile Maria d’Agreda: «Patii con coraggio e cooperai a tutte le opere del Redentore nella misura che mi aspettava»; Maria Santissima ha accettato tutte queste sofferenze per noi uomini, per salvarci dall’inferno e per soddisfare alla giustizia divina. Noi cosa facciamo davanti ad un piccolo disagio? Quando qualcuno ci disprezza in pubblico? Ci ribelliamo, ci sentiamo offesi e reclamiamo i nostri diritti invece di unire la nostra sofferenza a quella della Madre di Dio e del suo Figlio Gesù in riparazione dei nostri peccati e per la conversione dei peccatori. Chiediamo la grazia alla Regina dei dolori di saper sopportare le piccole mortificazioni per somigliare a Lei. La purezza del dolore Come viene definita dalla Chiesa, Maria Santissima è la Vergine purissima. Tutto in Lei è candore e niente tenebre; santa Geltrude la definisce «Giglio splendente della Santissima Trinità». Ella è al di sopra di tutta la Creazione per la sua Concezione Immacolata, tutte le sue opere sono fatte con la più sublime perfezione: «Esercitai sempre tutte le virtù eroicamente, avendo in ogni mia opera un altissimo fine» (la Madonna alla venerabile Maria d’Agreda). Anche le sue sofferenze erano sigillate da una grande purezza. Nel suo libro Le virtù della Madonna, padre Stefano M. Manelli così definisce la purezza della Beatissima Vergine Maria: purezza liliale, purezza verginale, purezza celestiale, purezza solare, purezza stellare, purezza radiosa, purezza angelica, purezza immacolata. Si potrebbe bene aggiungere a queste definizioni anche “purezza del dolore”; quest’ultima non chiede il perché delle sofferenze, non chiede quando finiranno, non dice “basta” e soprattutto non dispera. Questa purezza del dolore consiste nella rassegnazione nelle tribolazioni che Dio ci manda. La Madonna avrebbe voluto essere unita anche fisicamente alle sofferenze del Redentore, ma Dio ha voluto che si unisse solo spiritualmente; per questo il velo della Veronica, sul quale Gesù ha impresso il suo Volto sanguinante, è figura dell’anima di Maria Santissima nella quale erano impresse le sofferenze del Figlio. Sull’esempio di Maria Santissima, impariamo anche noi la purezza della sofferenza, cioè a non ribellarci durante le prove della vita, a non imprecare o addirittura bestemmiare; piuttosto rivolgiamoci a Lei, che è la Mediatrice di tutte le grazie, per poter superare tutto con serenità. Non dimentichiamo che è solo attraverso il puro patire (come Gesù e Maria) che si conquista la Vita eterna. Come dicono tutti i Santi, la sofferenza è il carattere distintivo di chi ama Dio. Chiediamo alla Madonna, durante questa Quaresima, di imprimere nelle nostre anime il santo Volto di Gesù.
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