La Quaresima è il tempo privilegiato per la conversione ed il rinnovamento nella nostra vita: per fare ciò è necessario seguire e imitare gli esempi che ci ha lasciato Gesù, conformandoci in tutto a Lui.

Ogni anno la Chiesa, nell’intero anno liturgico, ci invita a meditare sui misteri della vita di Nostro Signore Gesù Cristo per accompagnarci nel nostro cammino spirituale e così favorire una riflessione profonda sullo stato della nostra anima. Per questo il tempo di Quaresima è il tempo propizio per una conversione interiore, di riforma del nostro stile di vita e un invito a rinnovare il nostro cuore. Questo percorso deve richiamarci ad un sincero pentimento dei nostri peccati ed anche ad un’apertura verso una vita più autentica, in sintonia con il Vangelo. Dobbiamo meditare su come, giorno dopo giorno, possiamo scoprire la presenza amorevole di Dio che ci guida e ci sostiene. Chiediamo al Signore la forza di abbandonare abitudini dannose per la nostra anima e di coltivare le virtù, ricordando che la conversione è un cammino lungo e costante verso la verità e la luce.
La Quaresima è connessa in modo particolare con l’iniziazione cristiana, ovvero con il percorso dei catecumeni, cioè coloro che si convertivano e volevano diventare cristiani, che si preparavano a ricevere i sacramenti del Battesimo, Cresima ed Eucaristia nella Veglia di Pasqua. Da questo deriva il suo carattere penitenziale, e per questo ci richiama ad un rinnovamento, una rinascita. Come nel Battesimo si rinasce in Cristo attraverso l’acqua, così nella Quaresima si rinasce in Cristo attraverso la purificazione della penitenza. Battesimo nel primo caso, Confessione nel secondo.
La Quaresima, poi, ci ricollega ad un numero importante, il numero 40, numero che torna nella Scrittura e che rappresenta sempre il luogo del cambiamento, il luogo della trasformazione: 40 sono i giorni del diluvio perché il mondo sia purificato dal peccato, secondo simboli arcaici e austeri; 40 sono i giorni in cui Mosè stette con Dio sul monte Sinai per ricevere la sapienza della Legge; 40 sono gli anni in cui il popolo dovette camminare per passare da uno stato, quello della schiavitù, a quello glorioso della libertà: questi due stati hanno in mezzo 40 anni di deserto per riparare al peccato commesso contro Dio; 40 furono anche i giorni in cui Elia dovette camminare per arrivare all’incontro con Dio e che lancia in maniera nuova e fecondissima il suo ministero di profeta; infine 40 saranno i giorni in cui Gesù, il Nostro dolce Signore, si ritirerà nel deserto per combattere e prepararsi al suo ministero pubblico.
Per approfittare di questo tempo propizio, dobbiamo lasciarci plasmare da Gesù, accogliendo la sua parola, e seguendo i suoi esempi. Dobbiamo avere in noi il desiderio ardente di vivere con Lui e in Lui in un cammino che ci porta fino a Gerusalemme, dove avverrà la consumazione totale. Gerusalemme indica la pienezza della vita in comunione con Dio, luogo dove Gesù realizzerà il suo desiderio di conformarsi pienamente alla santa volontà del Padre. Desiderio che deve prendere possesso anche della nostra volontà, per essere liberati dalla schiavitù del peccato e possedere l’eredità eterna. Questo è il motivo della Quaresima.
La Quaresima, dunque, ci richiama ad uno spogliamento totale, al rinnegamento, e per fare questo una delle prime pratiche che ci viene insegnata è quella del digiuno per liberarci dagli appetiti di questo mondo. A tal proposito, san Pier Crisologo dice che «ciò che il nutrimento fornisce ai corpi umani, il digiuno lo reca alle anime cristiane. Lava la sporcizia dei sensi, cancella i peccati dell’anima, dissipa le colpe del cuore, facendo sparire le macchie del cuore [stesso] e conduce con straordinario splendore tutto l’uomo al candore della castità».
Il digiuno è il timone della vita umana, governa tutta la nave del nostro corpo, leva in alto il cuore, tende le vele dell’albero con le funi dell’astinenza, applica i remi alle anime e con l’ampia vela della sincerità suscita ed accoglie tutta la spinta del soffio celeste, dirigendo e conducendo così la navicella della nostra carne fra queste onde del mondo, questi pericoli della vita, nella dimora del porto divino.
Dice l’Apostolo delle genti: «La notte è avanzata, il giorno si è fatto vicino; gettiamo via le opere delle tenebre e rivestiamoci delle armi della luce [Rm 13,12-14]...
Il giorno è simbolo della vita, la notte è immagine di morte. L’una porta le tenebre, l’altra riporta la luce. Quella seppellisce sempre, questa risveglia sempre. Pensa che non lo sanno. Se chi dorme sapesse di dormire! Quiete inquieta, ozio senza riposo, affannosa...».
Il cammino della conversione, specialmente durante la Quaresima, è un invito a riscoprire e a coltivare quella luce interiore che ci permette di vivere una vita autentica, in comunione con il divino; non è un evento singolo, ma un processo che si costruisce giorno dopo giorno. In questo percorso, il fedele è chiamato a riconoscere la presenza del Signore nelle piccole cose quotidiane: in un gesto di solidarietà, in un momento di silenzio, in una parola di conforto. In questo senso, la conversione si trasforma in un vero e proprio atto di fede, che ci permette di ritrovare la via della verità e della luce, passo dopo passo, con coraggio e determinazione.
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